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Il miglioramento delle condizioni di liquidità ha favorito il reingresso degli investitori sui prodotti obbligazionari, come conferma il dato settimanale Refinitiv Lipper
I gestori high yield rialzano la testa grazie alla rete di protezione lanciata dalle Banche centrali un mese fa per lenire i timori degli investitori riguardanti gli effetti negativi della crisi da coronavirus sul settore del credito.
Preoccupazioni che emergono anche dalla rilevazione mensile di Assogestioni, secondo cui i fondi obbligazionari in Italia hanno registrato deflussi netti per 8,6 miliardi nel mese della fatidica frase “Non siamo qui per ridurre gli spread, non è la funzione della Bce” pronunciata dal capo della Bce Christine Lagarde nella riunione del 12 marzo scorso.
Grazie agli acquisti di Fed e Bce con il Pandemic Emergency Purchase Porgramme (Pepp), nel giro di un mese le quotazioni sul mercato secondario dei titoli obbligazionari ad alto rendimento sono tornate a salire e con esse il valore degli investimenti dei fondi esposti sull’asset class.
“I grandi emittenti in Europa e negli Stati Uniti dovrebbero beneficiare delle misure accomodanti prese dai governi e dalle banche centrali, che dovrebbero limitare il contagio finanziario ed evitare un forte aumento delle insolvenze in queste due aree”, spiega Akram Gharbi, fund manager per La Française Asset Management.
Un mese di Pepp risolleva i gestori HY

Dalla selezione di fondi Morningstar vediamo che le performance nel mese di aprile per i primi dieci fondi della selezione sono tutte positive. Il programma di acquisti Pepp, aggiuntivo rispetto ai due esistenti (App e Cspp) è partito il 26 marzo 2020.
Queste percentuali sfumano i risultati negativi ottenuti dal comparto da inizio anno e aggiungono però poco valore alle performance messe in luce dai prodotti hy sul lungo periodo. Per vedere alcune performance positive occorre estendere l’orizzonte di analisi ai cinque anni, anche se gli indicatori di rischio segnalano che le strategie non hanno fatto meglio del benchmark di riferimento che per il comparto è costituito tipicamente dalla famiglia di indici ICE BofA relativi al segmento HY, in euro o in dollari.
Il miglioramento delle condizioni di liquidità sul mercato propiziato dagli interventi delle banche centrali ha favorito il reingresso degli investitori sui prodotti high yield, come conferma il dato Refinitiv Lipper – relativo al mercato Usa – che nella settimana terminata il 22 aprile rileva flussi netti in ingresso per 917 milioni di dollari.
What next?
Secondo un’analisi di Bank of America Merrill Lynch (BofAML), i tassi di default aumenteranno inevitabilmente nel medio termine rispetto all’attuale livello del 2%. La vera domanda è: in che misura?
“Dal nostro punto di vista, l’aumento dei default non sarà così drastico e omogeneo come previsto dalle agenzie di rating. Le previsioni più pessimistiche prevedono un incremento del tasso di i default sino al 18% complessivo nei prossimi 12 mesi (S&P Global Ratings e Moody’s, ndr). Noi però riteniamo che l’aumento sarà più moderato in quanto il fabbisogno di rifinanziamento delle imprese è inferiore a quello delle crisi precedenti (2001 e 2008), soprattutto in Europa, e anche le misure accomodanti adottate dai governi e dalle banche centrali sono state più rapide e mirate”, analizza il gestore de La Française.
“Il punto è in che modo le aziende usciranno dalla crisi”, chiosa Alberto Conca, gestore AQA Capital. L’esperto chiosa: “Per poter vedere una diminuzione dei tassi di default è necessario che la maggior parte di esse attui processi di ristrutturazione per aumentare l’efficienza, la marginalità e quindi le conversioni di cassa per ripagare il debito esistente e quello aggiuntivo che nel frattempo verrà a crearsi con le nuove emissioni”.
L’attenzione si sposterà adesso sulla prossima riunione della Bce, in calendario giovedì 30 aprile prossimo. “Dopo la recente decisione di abbassare i requisiti minimi di qualità del credito per le attività accettate come collaterali nell’ambito delle operazioni di rifinanziamento, è possibile attendersi un annuncio sull’ampliamento degli acquisti del Pepp tra qui e fine anno”, auspica Alberto Foà, presidente e portfolio manager di AcomeA Sgr.