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Le imprese cinesi sono le più ottimiste sulle capacità di recupero dei rispettivi business in tempi brevi una volta passata del tutto la pandemia Covid19. Al secondo posto quelle americane.
Lo attesta una survey globale condotta da IHS Markit su oltre 6.5000 aziende in 12 Paesi che la società di indagine normalmente interpella per il calcolo dei famosi indici Pmi su manifattura e servizi.
L’indagine mostra che tutti i paesi sono diventati più ottimisti sui progressi della ripresa rispetto alla precedente indagine (condotta a giugno) con l’eccezione di India, Spagna e Francia. Le imprese in India segnalano le prospettive di ripresa più lente, seguite da Giappone, Spagna, Italia e Regno Unito.
“Il sondaggio indica un miglioramento generale incoraggiante nella percezione della ripresa economica globale dall’epidemia di Covid19, ma le tendenze sono state molto varie. In particolare, alcuni paesi e settori hanno fatto meno progressi del previsto rispetto alla precedente indagine di giugno, riflettendo i timori di nuovi lockdown causate da ulteriori ondate di infezioni virali”, spiega il Chris Williamson, Capo economista di IHS Markit.
L’esperto però sottolinea i rischi derivanti da una seconda ondata: “Gli alti livelli di infezioni e le seconde ondate dell’epidemia, tuttavia, hanno significato che molti paesi hanno compiuto meno progressi di quelli segnalati quando il precedente sondaggio è stato condotto a giugno. I più importanti sono India, Spagna e Italia, dove le prospettive di ripresa segnalate dalle aziende hanno persino fatto passi indietro”.
In questo quadro, anche per quanto riguarda i recuperi settoriali occorre fare distinzione: secondo IHS Markit hotel, ristoranti e altri servizi rivolti ai consumatori sconteranno riprese più lunghe. Anche il trasporto e lo stoccaggio rimangono particolarmente colpiti, insieme ai produttori di articoli in metallo di base. I produttori di cibo, bevande e veicoli – e in particolare i produttori di automobili – sono invece più ottimisti.
“Il virus ha avuto un impatto maggiore e più prolungato di quanto previsto in precedenza sui percorsi di recupero in particolare per molte società di servizi rivolte ai consumatori, che hanno continuato a rallentare la ripresa complessiva”, chiosa Williamson.
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