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In ansia per la salute e i figli, desiderano soprattutto la protezione del capitale. E al consulente finanziario chiedono attenzione e linguaggio semplice. L’indagine Invesco
Protezione del capitale, prodotti sicuri e facilmente svincolabili, un consulente finanziario che sappia consigliare al meglio e con un linguaggio semplice. Ecco cosa cercano i silver italiani quando si tratta di investire i risparmi di una vita, quelli messi orgogliosamente da parte con l’obiettivo di far fronte agli imprevisti e garantirsi una vecchiaia serena o essere d’aiuto alla famiglia. Lo rivela un’indagine commissionata da Invesco e svolta da Bva-Doxa su un campione di 534 uomini e donne tra i 60 e gli 80 anni in tutta Italia.
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Dai ‘Forever Young’ agli impauriti, quattro profili
L’osservatorio ha diviso gli intervistati della cosiddetta Silver Generation in quattro gruppi, tenendo conto di tre fattori: profilo socio-attitudinale, bisogni e gestione finanziaria. Il primo cluster comprende gli individui tra i 60 e i 69 anni, i cosiddetti ‘Forever Young’, lavoratori pienamente attivi e ricchi di interessi con impegni importanti ancora da portare a termine relativi a figli e genitori: si tratta di soggetti che mantengono una posizione finanziaria di difesa. Il secondo gruppo comprende invece persone della stessa fascia d’età ancora produttive, sia mentalmente che praticamente: sono i ‘Realizzatori’, individui pratici e finanziariamente dinamici che rappresentano un punto di riferimento del nucleo familiare anche nella gestione economica. I silver tra i 70 e i 75 anni si dividono invece tra ‘Impauriti’, cioè quelli a cavallo della pensione e che giocano in difesa perché turbati da difficoltà impreviste, e i ‘Patriarchi’, che sono serenamente in ‘lista di uscita’ della vita e quindi mantengono un approccio al patrimonio conservativo.
Salute e figli in testa alle preoccupazioni
Comune a tutti i gruppi è la forte attenzione alla famiglia, di cui i senior in buona parte si sentono un punto di riferimento. Nonostante vivano in modo sereno, coltivando i piccoli piaceri della vita, il 38% degli intervistati dice di aver visto aumentare il livello di ansia e preoccupazione in merito a vari aspetti della sfera personale. Quanto alle paure per il futuro, l’unica vera preoccupazione è la perdita di autonomia: il 53% del campione fa infatti emergere la propria fragilità al pensiero di un futuro in cui non sarà più libero ma dipenderà dai propri familiari. Altre ansie sono collegate alle difficoltà economiche e alla perdita del partner: un’inquietudine che si riverbera anche sulla sfera finanziaria, in scia ai continui rincari del costo della vita.
Obiettivo: proteggere il capitale
Ne deriva che l’obiettivo numero uno è quello di proteggere il capitale. Oppure, al più, investire in prodotti sicuri e facilmente svincolabili per fronteggiare gli imprevisti. Per questo, i silver tengono d’occhio l’instabilità dei mercati finanziari e la conseguente erosione dei risparmi: il 28% dichiara di mantenersi aggiornato su queste tematiche e afferma di essere disposto ad affrontare qualche rischio per aumentare la redditività del capitale. In generale, nonostante dichiari una discreta solidità finanziaria, il campione appare solo sufficientemente soddisfatto della gestione del proprio denaro: solo uno su tre è infatti molto contento.
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Attenzione e semplicità: come deve essere il consulente
Il desiderio comune a tutti è quindi quello di una gestione “pacata” dei risparmi: investire sì, ma con oculatezza (60%). Altra richiesta è quella di un linguaggio semplice e accessibile quanto si parla di finanza (51%) in virtù della sua natura “rischiosa e pericolosa”. Solo un intervistato su tre considera la banca punto di riferimento cui affidare i risparmi: il campione si divide quasi equamente tra chi utilizza la consulenza di un funzionario dell’istituto o di un soggetto terzo (Realizzatori e Patriarchi su tutti) e chi invece si reputa autonomo nelle scelte.
La figura dell’advisor viene associata a una persona con una particolare attenzione ai clienti, anche quelli di piccole dimensioni, capace di comunicare concetti complessi in modo semplice e consigliare al meglio alla luce degli obiettivi di vita. Altri aspetti come la seniority e la specializzazione negli strumenti utilizzati appaiono invece meno rilevanti. Infine, gli over 60 si rivelano più digitali del previsto, con otto su dieci a saper usare il cellulare in modo appropriato e il 42% che ne ha una conoscenza approfondita. L’attività più diffusa è l’uso di Whatsapp, cui seguono la lettura di notizie online e l’utilizzo di siti che prevedono l’uso dello Spid. Fuori di poco dal podio, social network e home banking.
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