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Nel fondo di Araujo (M&G) l’Italia occupa – in termini di peso relativo sul benchmark – il terzo posto dietro Canada e Regno Unito, davanti a Germania, Spagna, Francia
Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) presentato dal governo Draghi l’Italia prenota un posto in prima fila nel processo di transizione energetica che vedrà impegnati tutti i paesi dell’Unione europea nei prossimi decenni.
“Abbiamo di fronte anni decisivi, la ripresa del pil europeo e mondiale dipenderà in gran parte da quanto si deciderà di investire nei progetti di transizione energetica ed economia circolare”, commenta Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2a – multiutility lombarda attiva nei settori di energia e ambiente – intervenendo in un evento online dal titolo “Costruiamo il futuro, adesso: Infrastrutture, economia circolare e transizione energetica” organizzato dalla società di asset management M&G Investments.
Il testo definitivo del Pnrr che ha ottenuto il via libera delle Camere e che l’Italia invierà alla Commissione Ue entro la fine di questa settimana prevede investimenti per 59,33 miliardi per la transizione ecologica; 15,06 miliardi di stanziamenti per il territorio e la risorsa idrica; 23,78 miliardi di fondi per rinnovabili, idrogeno e mobilità sostenibile e, infine, 5,27 miliardi per economia circolare e agricoltura sostenibile.
“Queste risorse saranno incanalate verso le imprese attraverso bandi pubblici – spiega Mazzoncini – e quelle aziende già attrezzate per gestire questi importi possono riuscire a mettere in piedi progetti importanti per le energie rinnovabili ma soprattutto in economia circolare”.
“Crediamo che i progetti più importanti nel breve periodo saranno focalizzati sulle infrastrutture e sulle rinnovabili, ma nel lungo periodo il vero valore risiede nei progetti legati all’economia circolare”, illustra Alex Araujo, gestore del fondo infrastrutturale M&G (Lux) Global Listed Infrastructure Fund.
Alleanza pubblico-privato per le infrastrutture
Le risorse pubbliche provenienti dal Next Generation non saranno le uniche a sostenere i piani di sviluppo delle aziende. Il Ceo di A2a cita 16 miliardi di investimenti in progetti infrastrutturali nei prossimi anni, “cui si potrebbero affiancare 8,2 miliardi di investimenti cumulati – stima Mazzoncini – per progettualità coerenti con il Pnrr”.
E poi ci sono le risorse private immesse nel sistema economico reale dai fondi d’investimento, come quello gestito da Araujo dove l’Italia occupa – in termini di peso relativo del portafoglio rispetto al benchmark – il terzo posto, dietro solo a Canada e Regno Unito e davanti agli altri paesi europei come Germania, Spagna, Francia.
Nel portafoglio gestito da Araujo trovano spazio alcune realtà italiana come A2a ed Enel. “Siamo un fondo d’investimento globale – spiega il fund manager – ma vediamo opportunità nelle aziende attive nei processi di decarbonizzazione e transizione verso fonti energetiche come gas naturale e idrogeno”.
Un settore a sconto
“Veniamo da un anno dal quale il settore delle infrastrutture esce penalizzato a causa della pandemia e dei lockdown – aggiunge Araujo – quindi pensiamo sia questo il momento di intervenire con investimenti mirati sulle realtà più promettenti”.
Non solo Stati Uniti quindi. “Il piano Biden darà un’enorme spinta al settore infrastrutturale – chiosa Araujo – ma anche l’Europa con il Next Generation Eu può ambire a una posizione di leadership nel processo di transizione ecologica globale”.
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