Per Gregory Peters, co-cio di PGIM Fixed Income, la Fed potrebbe tagliare dopo la Bce. Ma i tassi alti sono qui per restare e innescheranno uno scenario goldilocks favorevole ai bond. Real estate e banche i settori sa cui guardare. Insieme agli EM
A dispetto di ogni più rosea aspettativa, la Federale Reserve ha centrato l’obiettivo. L’idea con cui Jerome Powell si è presentato un anno fa ai mercati, ossia combattere l’inflazione senza innescare un bagno di sangue, non è infatti rimasta sulla carta come molti si aspettavano. E ora, anzi, apre le porte a uno scenario goldilocks che vede il reddito fisso pronto a spiccare il volo dopo due anni sottotraccia. Ne è fermamente convinto Gregory Peters, co-chief investment officer di PGIM Fixed Income, secondo cui la stagione del costo del denaro nullo è ormai alle spalle e i bond si preparano a offrire rendimenti elevati senza scontare il rischio di tasso.
Fed più falco della Bce. Ma il tempismo sarà cruciale
Gregory Peters, co-chief investment officer di Pgim Fixed Income
Poiché la capacità di tenuta del nuovo regime dipende perlopiù dalla vischiosità dell’inflazione, il punto di partenza dell’analisi condotta da Peters è stata la definizione del quadro macro di qui a dicembre. Un’attività che lo ha visto disegnare scenari piuttosto diversi tra l’una e l’altra sponda dell’Atlantico. Negli Stati Uniti, ha illustrato l’esperto, “la domanda di lavoro sta calando ma la pressione al rialzo sui salari (in particolare nel settore dei servizi) continuerà a essere alimentata dai bassi tassi di disoccupazione”. Questo fattore, associato a prospettive di recessione ridimensionate ad appena il 25% per l’economia americana, gli fa attribuire maggiori possibilità all’ipotesi che la Fed posticipi il taglio dei tassi o lo attui in misura minore del previsto. Senza dimenticare la spinta in senso hawkish che potrebbe arrivare dalle guerre in Ucraina e Mar Rosso, capaci di innescare una nuova risalita dei prezzi, oppure le conseguenze su Pil di un eventuale shutdown in caso il presidente uscente non avesse la maggioranza per rifinanziare il bilancio pubblico.
Il mondo avanzato mette un freno alla crescita
La crescita media annua storica e prospettica delle principali aree economiche. Dati in %. Fonte: PGIM Fixed Income e Bloomberg
Quanto all’Europa, lo scenario di base della casa ipotizza invece un taglio dei tassi di 50 punti base entro il quarto trimestre2024. Nel quadro generale, il raggiungimento di un plateau nel costo del denaro viene comunque visto come il momento ideale per fare incetta di titoli di debito. “Quando banche centrali di tutto il mondo cominceranno a ridurre i tassi, dovremo aspettarci che un numero ancora maggiore di investitori ridimensioni l’esposizione in azioni o liquidità e torni a un’allocazione di portafoglio più tradizionale”, ha spiegato Peters. Che ha sottolineato come questo imponga di muoversi in anticipo per evitare il conseguente calo dei rendimenti.
Immobiliare e banche i settori su cui puntare
In materia di asset allocation, il cio sottolinea come i segmenti che hanno espresso ottimi valori già nel corso del 2023 appaiano ora complessivamente ‘spremuti’ e quindi meno interessanti: si tratta, in particolare, dei titoli leverage loan ma anche degli investment-grade e degli high-yield. Ciò non significa, tuttavia, che una buona attività di selezione non possa portare comunque alla luce opportunità interessanti anche in tali aree.
Dal fixed income rendimenti sostenibili e carry
I rendimenti dei diversi segmenti del mercato obbligazionari. Dati in basis points al 31 dicembre 2023. Fonte: elaborazione PGIM Fixed Income di dati Bloomberg
Quello che invece attira l’attenzione della casa è il mercato dei titoli garantiti da mutui su immobili commerciali (Cmbs): “Sebbene persistano preoccupazioni sul futuro degli uffici in un mondo che vede sempre più persone lavorare da casa, l’asset class è scambiata a uno sconto interessante e le peggiori previsioni di un danneggiamento permanente al mercato commerciale sembrano esagerate”, ha affermato Peters. Ma un’altra aree che, a suo avviso, promette di beneficiare dei tassi stabili è rappresentata dalle banche: “I deflussi dei depositi si sono stabilizzati e gli istituti dovrebbero ricevere maggiore stabilità da Basilea III Endgame, una nuova serie di norme che aumenteranno i buffer di capitale per i player più grandi”.
Rispetto alla dimensione geografica, Peters intravede significativi venti di coda per i mercati emergenti: “Sono stati i primi ad aumentare i tassi in risposta all’inflazione e saranno probabilmente i primi a tagliarli”. Tra gli sviluppi favorevoli per la categoria, vi sono l’accesa competizione Usa-Cina per l’egemonia nel Sud del mondo, lo spostamento delle catene di approvvigionamento da Pechino, la crescita degli investimenti diretti esteri in altre aree e l’aumento della domanda di materie prime per la realizzazione di nuove tecnologie o infrastrutture green. “Naturalmente”, precisa il cio di PGIM Fixed Income, non tutti i Paesi del gruppo sono uguali: “Gli investitori dovrebbero guardare a Paesi come Indonesia, India e Messico, che stanno crescendo rapidamente e beneficiano direttamente dei cambiamenti delle catene di approvvigionamento”.
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