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La McKinsey Global Private Market Review 2023 mette in luce le difficoltà del secondo semestre dello scorso anno portate dal cambio di regime macroeconomico. Ma le migliorate prospettive sull’allocazione degli investitori individuali e la spinta delle strategie sostenibili lasciano intravedere un orizzonte di crescita con pochi eguali nel risparmio gestito
La musica non si è fermata, ma il volume è stato leggermente abbassato. Gli analisti di McKinsey sintetizzano in questo modo il momentum dei mercati privati globali, i cui numeri e prospettive restano però oltremodo positivi. Non potrebbe essere altrimenti contando che dal 2017 a oggi il tasso di crescita dell’asset class in termini di masse è stato pari al 18% annualizzato, arrivando alla fine del primo trimestre del 2022 a toccare quota 11.700 miliardi di dollari.
Il ritorno dei tassi
È proprio nella seconda metà del 2022 che lo slancio dei mercati privati ha iniziato, fisiologicamente dato il mutato contesto di investimento, a perdere parte della sua forza. Lo scorso anno si è chiuso così con una raccolta globale di 1.200 miliardi, pari al massimo mai raggiunto nel mondo pre-pandemia nel 2019, ma in flessione di oltre il 10% rispetto al 2021, anno dei record.
Geografie e comparti
Da un punto di vista geografico, a guidare la classifica è come da tradizione il Nord America, con l’Asia sottoposta a grandi fluttuazioni nei flussi: ciò è dovuto da un lato dalla scostante allocazione e dall’altro dalla preferenza per il venture capital, sotto pressione dopo il rialzo del costo del denaro a livello globale. L’Europa, cresciuta enormemente nel corso dell’ultimo decennio fino a rappresentare il 20% delle masse globali, si è fermata nel 2022 a …

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