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Paolo Monaco, senior fund manager Azionario Paesi Emergenti di Eurizon, e Filippo Valvona, senior fund selector di Amundi Sgr, sono intervenuti nell’ultima puntata di R-Evolution. Un’analisi dell’area asiatica e dei diversi driver di crescita, tra tutti la transizione energetica
Nell’ultimo anno gli investitori si sono concentrati sulla riduzione del rischio relativo ai mercati emergenti, ma ci sono diversi fattori che stanno contribuendo a riportare il loro interesse sul settore. Maggiore attenzione all’area Asiatica a causa di diverse variabili. Tra tutti guidano Cina, Indonesia e Taiwan, ma le opportunità, a detta dei gestori e i fund selector che sono intervenuti nell’ultima puntata di R-Evolution, potrebbero essere diverse.
Azionario asiatico
“Dopo un 2022 particolarmente complicato per il comparto emergente, l’inizio del 2023 partiva con i migliori auspici”, afferma Paolo Monaco, senior fund manager Azionario Paesi Emergenti di Eurizon, in riferimento allo sblocco dell’economia cinese dalla morsa delle politiche di contenimento della pandemia da Covid. Facendo un breve passo indietro, le previsioni ad inizio anno (a livello globale) erano quelle di un picco dell’inflazione e una conseguente discesa dei tassi di interesse, “uno scenario che avrebbe favorito il settore degli emergenti che storicamente segue un ciclo anticipatorio rispetto ai mercati sviluppati”.
Le cose però non sono andate così. Ad oggi “vediamo un rientro degli investitori nel comparto, con 30 miliardi di inflow, cosa che però non ha conciso con un importante ritorno sui mercati”, afferma Monaco.

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