“Puntiamo su quelle aziende che hanno la capacità di sviluppare nuove tecnologie per potenziare il business e ridurre gli impatti negativi sul contesto esterno”, afferma Dan Scott, chief investment officer e capo delle strategie tematiche di Vontobel AM
Dan Scott, chief investment officer e head of impact & thematics di Vontobel Asset Management
Cresce la voglia di investimenti tematici presso gli investitori e l’industria dell’asset management sta rispondendo con un’offerta di soluzioni multi-asset sempre più ampia e variegata.
“Gli investimenti tematici sono una parte importante del processo di allocazione azionaria e oggi vediamo cambiato anche il modo di approcciarsi a questo segmento. Riteniamo che il modo di classificare gli investimenti azionari attraverso il Global Industry Classification Standard (GICS) sia ormai obsoleto”, spiega Dan Scott, chief investment officer e head of impact & thematics di Vontobel Asset Management, in una conversazione riservata con la stampa durante il roadshow Vontobel Thematic Event di settembre.
Secondo un sondaggio pubblicato da Vontobel lo scorso giugno, i grandi investitori – istituzionali e individui altamente patrimonializzati – aumenteranno la loro esposizione agli investimenti tematici nei prossimi tre anni. Oggi, più della metà degli investitori intervistati alloca almeno un quinto dei propri portafogli azionari secondo un approccio tematico.
Esg è un tema?
Un punto saliente toccato dal responsabile degli investimenti tematici di Vontobel AM è la transizione green. Va considerata un “tema d’investimento” in senso stretto oppure è un minimo comun denominatore per tutti gli investimenti?
“La transizione verso un’economia più sostenibile, sotto i molteplici punti di vista che interessa, è trasversale a tutti gli altri temi e ha a che fare con l’“impatto”, positivo o negativo, che ciascun business può produrre”, sostiene Scott.
Lo stesso può dirsi per la tecnologia. Secondo Scott l’idea che la tecnologia sia un settore a sé stante è superata: “Ogni settore, industriale e non, ha una propria tecnologia. Quello che è molto importante sotto il profilo della sostenibilità è capire quali sono quelle aziende che hanno o avranno la capacità di sviluppare nuove tecnologie per potenziare il business e al contempo ridurre gli impatti negativi sull’ambiente e sul contesto sociale esterno”, afferma.
La tecnologia come abilitatore di innovazione e impatto
Come capire quindi se un’azienda sta lavorando per creare o potenziare il proprio vantaggio competitivo sul mercato e avere un impatto positivo sull’ambiente e le persone circostanti?
“Molte aziende nel nostro portafoglio sono in realtà più dalla parte degli abilitatori tecnologici della transizione ecologica, vale a dire società che aiutano altre aziende a ridurre i loro impatti negativi verso l’esterno”, spiega Pascal Dudle, head of listed impact e portfolio manager di Vontobel Asset Management.
Elena Tedesco, portfolio manager di Vontobel Asset Management
“Cerchiamo di comprendere la visione strategica delle aziende che hanno un obiettivo di riduzione delle emissioni e come essa si combina con la valutazione complessiva del mercato”, analizza Elena Tedesco, portfolio manager entrata a far parte del team Listed Impact di Vontobel AM quest’anno e alla guida del nuovo fondo Vontobel Fund II- Global Impact Equities.
Questa strategia si ispira a un “doppio dividendo” per gli investitori, orientandosi verso le aziende che contribuiscono al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdg) dell’Onu e punta al contempo a realizzare una performance positiva per gli investitori.
Fra le società presenti nel portafoglio del fondo vi sono interessanti esempi di aziende che hanno implementato un processo di vera transizione energetica grazie al ruolo dell’innovazione e della tecnologia: “Sono i due fattori abilitanti che possono facilitare davvero la razionalizzazione di tutti i processi industriali, la riduzione degli sprechi, degli agenti inquinanti e generare davvero un impatto positivo sull’ambiente circostante”, conclude Tedesco.
Impatto e qualità della ricerca
Secondo la fotografia scattata da Vontobel nell’indagine di giugno sugli investimenti tematici gli investitori istituzionali e gli intermediari cercano qualità della ricerca e del reporting da parte dei gestori di fondi.
Due terzi degli intervistati si aspettano di aumentare il numero di gestori esterni che utilizzano per gli investimenti tematici nei prossimi 12 mesi, con criteri di selezione che si concentrano più su qualità come la credibilità e la visione piuttosto che sui track record delle performance passate. Ciò significa che i gestori degli investimenti dovrebbero concentrarsi maggiormente sulla qualità della loro ricerca, sul reporting e sulla qualità della loro visione.
“Per rispondere a queste esigenze abbiamo attivato numerose collaborazioni con università, centri di ricerca e istituzioni che ci permettono di avere più punti di vista approfonditi e specializzati sui diversi temi d’investimento e sulle singole industrie in modo complementare rispetto alla nostra ricerca interna. Molte di queste sono finalizzate all’inclusione dell’analisi dei dati alternativi all’interno dei nostri modelli”, conclude Scott.
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