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Al convegno annuale sull’investment management progettato da Deloitte e Siat gli esperti discutono se nel mondo degli investimenti alternativi c’è spazio per Bitcoin & co.
Parliamo di una rivoluzione come quella che spazzò via il mercato alle grida e decretò l’estinzione dei vecchi agenti di Borsa.
La chiamano finanza decentralizzata (DeFi): un fenomeno recente ma in costante crescita che si basa sulla visione di un sistema finanziario disintermediato.
Verso un mondo post-dollaro
“Un nuovo modo di fare finanza che ha come perno blockchain e token cripto e che fa emergere un interrogativo: stiamo andando verso un mondo post-dollaro nel quale la DeFi rappresenterà il vero punto di svolta?”, spiega Marco Mione, FinTech team manager di Deloitte Consulting e Vicepresidente della Società italiana di analisi tecnica (Siat), nel corso dell’appuntamento annuale con l’Osservatorio Investment Management progettato da Deloitte Consulting in collaborazione con Siat.
“I ventenni di oggi non conoscono la finanza tradizionale, qualcuno non è mai entrato in banca ma conosce benissimo la finanza decentralizzata – analizza Davide Capoti, Ceo di Rocket Capital Investment –, un mercato da oltre 70 miliardi di dollari a livello globale, numeri piccoli rispetto alla finanza tradizionale ma che hanno visto una crescita sensazionale negli ultimi anni”, osserva.
Il Deloitte Blockchain Survey del 2020, l’ultimo pubblicato in ordine di tempo, fotografa e delinea questa situazione: il 55% dei senior executive intervistati considera la blockchain tra le prime cinque priorità della propria azienda.
Inoltre, secondo un recente studio di Morgan Stanley, il 27% dei Millennials possiede cryptocurrencies contro un misero 3% dei baby boomers, la generazione che oggi ha circa 60 anni.
In questo quadro, Luca Boiardi, Ceo di The Crypto Gateway, sostiene che la finanza decentralizzata e ciò che ruota attorno ad essa può rappresentare una “opportunità per il mondo degli investimenti alternativi”.
Investimenti alternativi: c’è spazio per il Bitcoin?
Il mondo della finanza tradizionale e del risparmio gestito, dal canto suo, dopo le prime resistenze ha cominciato a guardare verso il mondo della blockchain, delle criptovalute, della finanza decentralizzata con maggior interesse, anche se permangono alcune perplessità.
“Dal mio punto di vista le criptovalute potranno rientrare nel novero delle attività d’investimento alternative solo allorquando avranno attinenza con fondamentali economici definiti”, puntualizza Luca Anzola, Head of Multimanager and Alternative Investment, Fideuram AM Sgr.
L’esperto riconosce che il cambiamento della DeFi e dei suoi derivati sia “incontrovertibile”, ma si dice scettico riguardo alla velocità con cui avverrà. “Questo mondo deve superare almeno due test: per primo quello della regolamentazione, e poi un vero e proprio bear-market che metta veramente alla prova le capacità di questo mercato”.
“Sono convinto che gli istituti tradizionali stiano lavorando molto per assecondare a loro vantaggio i vantaggi della finanza decentralizzata”, chiosa Anzola.
Sul punto interviene anche Paolo Biamino, Portfolio Manager di Euromobiliare AM Sgr: “La Blockchain oggi è paragonabile a ciò che era Internet nei primi anni duemila: ha quindi un grandissimo potenziale ma non vedo un conflitto fra finanza tradizionale e decentralizzata”.
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