In Europa le masse dei fondi tematici Life sciences arrivano a 17 miliardi di euro. Morningstar mette questa categoria tematica fra i sette megatrend più popolari nei portafogli degli investitori europei
Il connubio fra settore medicale e tecnologia è diventato uno dei temi d’investimento più innovativi e per questo anche attraenti fra gli investitori globali. Morningstar nel suo ultimo report dedicato all’universo dei fondi tematici stima asset under management (aum) di circa 17 miliardi di euro in Europa per i prodotti tematici che offrono esposizione al megatrend Life Sciences (dati al 31 dicembre 2021).
Una delle caratteristiche più apprezzate è l’eterogeneità. Infatti, sotto l’etichetta utilizzata da Morningstar per classificare questo megatrend ci sono una miriade di sotto temi che prendono in considerazione molteplici aspetti delle applicazioni digitali e tecnologiche a terapie e servizi medici.
La crescita, secondo gli esperti contattati dalla redazione di FocusRisparmio, potrebbe essere trainata dalla genetica, dall’oncologia e dalla digitalizzazione dei servizi medici.
L’offerta di fondi tematici Life sciences
Il fondo Credit Suisse (Lux) Digital Health Equity Fund, ad esempio, si basa sul presupposto che il settore sanitario possa offrire particolari occasioni di investimento grazie all’utilizzo della digitalizzazione nei processi medici. “La ricerca funziona con un enorme set di dati in crescita” si legge nella presentazione del fondo. E continua: “Il sequenziamento genico o anche l’analisi genetica di un ampio strato della popolazione può portare a risultati e processi rivoluzionari.
“Tuttavia” specificano, “senza l’uso di sistemi intelligenti, l’enorme volume di dati è quasi impossibile da gestire”. La digitalizzazione aiuta anche i processi già esistenti, migliorandone l’efficacia e la precisione. Secondo il documento i tempi per investire in questo mercato sono maturi, poiché sono diverse le aziende nate negli ultimi cinque anni e anche il quadro normativo è favorevole. Inoltre, secondo le stime di Credit Suisse: “il tasso di crescita annuale del mercato globale della salute digitale dovrebbe raggiungere il 19,35% entro il 2024”.
Ma l’innovazione potrebbe passare inoltre dalle terapie genetiche, la cui utilità è ormai un fatto assodato e la cavalcante ricerca tecnologica è esemplare. “Le terapie genetiche sono un campo molto innovativo della biotecnologia, in quanto hanno la capacità di cambiare radicalmente il modo con cui sono trattate molte delle patologie più diffuse al mondo” spiega Yazann Romahi, gestore del fondo JPMorgan Funds – Thematics – Genetic Therapies. “Stiamo assistendo” continua, “al passaggio da una fase di sviluppo a una realtà commerciale e quindi hanno il potenziale per essere un enorme cambiamento per l’industria biofarmaceutica esistente”.
Servaas Michielssens, senior biotechnology analyst di Candriam Equities L Oncology Impact
Se negli ultimi due anni le aziende farmaceutiche hanno goduto di una certa luce, conseguentemente all’emergenza sanitaria, è giusto chiedersi quale possa essere il loro futuro una volta superata la crisi. “Riteniamo che questa tendenza continuerà visto l’ulteriore progresso degli studi clinici” afferma Romahi, “nonché degli sviluppi nelle acquisizioni e nelle partnership con operatori sanitari affermati, che dovrebbero contribuire a far progredire il settore”.
I rischi però esistono: i timori inflazionistici crescono particolarmente e la pandemia da Covid-19 non è del tutto alle spalle. Ma per Romahi le prospettive a medio termine sono positive e si basano su determinati “catalizzatori”, come l’aumento dell’innovazione, dei flussi di capitali nel settore, la solidità dei fondamentali e la predisposizione delle autorità di regolamentazione. “In particolare della FDA, all’innovazione nello sviluppo di terapie genetiche e riteniamo che la formazione del Consorzio Bespoke Gene Therapy dovrebbe essere positivo per l’ulteriore progresso delle terapie genetiche” conclude.
Altro settore che ha evidenziato una buona crescita è quello dell’oncologia. Sullo sviluppo del mercato influisce anche la direzione intrapresa dalla ricerca dei brevetti. “L’attività di recruitment per gli studi clinici è in crescita di circa l’8,5% rispetto ai livelli pre-pandemici” commenta Servaas Michielssens, senior biotechnology analyst di Candriam Equities L Oncology Impact.
“In generale il settore è riuscito a muoversi velocemente su tutti i fronti e l’innovazione è fiorente. Anche in termini di approvazioni di farmaci, il 2021 con 50 nuovi farmaci approvati dalla FDA è stato un anno eccellente” prosegue Michielssens.
“I mercati sono sempre in anticipo e, al momento, stanno tenendo conto, perlomeno in parte, di uno scenario post-pandemia, con un’evidente inversione di tendenza sui vincitori del Covid” specifica Michielssens che avverte: “Bisogna sempre stare attenti perché è molto difficile prevedere il corso della pandemia, ma è probabile lo spostamento verso la fase endemica in cui vaccini, anticorpi (per gli immunocompromessi) e soprattutto buoni farmaci per via orale rimarranno strumenti utili, anche per farsi trovare pronti in caso una varietà più virulenta, che non si può mai escludere”. E l’attenzione una volta superate le criticità pandemiche, si sposterà su bisogni insoddisfatti e su settori promettenti come quello dell’oncologia.
“Si tratta di un sotto-segmento in cui l’innovazione è chiaramente un importante motore di crescita” si legge nel commento del gestore. “Con circa un terzo del totale delle nuove approvazioni di farmaci, il settore occupa un posto di rilievo”. E non è una sorpresa, poiché il settore traina la crescita della spesa globale nell’ambito delle Life Sciences. Infatti, conclude: “La società IQVIA prevede che la spesa globale in oncologia aumenterà del 9-12% nei prossimi cinque anni”.
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