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Nicola Ardente, presidente di Efpa Italia, anticipa i temi della sedicesima edizione dell’Efpa Italia Meeting 2025: dalla centralità della pianificazione di lungo periodo alla previdenza, fino alle nuove sfide poste dall’intelligenza artificiale
“Spesso si cerca il momento giusto per entrare o uscire dal mercato, mentre il vero valore nasce dal tempo che si trascorre investiti con coerenza rispetto ai propri obiettivi di vita”. A parlare è Nicola Ardente, presidente di Efpa Italia, che delinea così il filo conduttore della sedicesima edizione dell’Efpa Italia Meeting, in programma il 2 e 3 ottobre presso il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Il titolo scelto per il 2025, ‘Market timing vs time in the market. Il tempo giusto, il ritmo per le nuove generazioni’, sintetizza uno dei dilemmi più ricorrenti per ogni investitore: provare a indovinare i movimenti del mercato oppure restare investiti con metodo e lungimiranza. “Il nostro titolo è volutamente provocatorio, ma la riflessione è seria”, osserva Ardente. “Complici i social media e una certa mitologia della performance rapida”, spiega, “molti investitori, soprattutto i più giovani, si illudono di poter battere il mercato con operazioni veloci o scommesse sulle criptovalute. Ma spesso, dopo qualche delusione, si aprono finalmente all’ascolto e al confronto con un consulente certificato. Ed è proprio in quel momento che inizia il vero percorso verso una gestione consapevole del patrimonio”.
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Formazione e soft skill al centro
In questo contesto assume sempre più centralità il ruolo del consulente che deve essere competente, preparato, aggiornato. Non solo sulle soluzioni d’investimento, ma anche su fiscalità, previdenza, passaggi generazionali, immobili. “Per questo abbiamo introdotto nuove certificazioni specifiche, come quella sul real estate, e continuiamo ad aggiornare i nostri percorsi formativi”, spiega Ardente. Accanto alle competenze tecniche, servono anche capacità relazionali. “Oggi la consulenza deve essere olistica: un bravo professionista deve saper integrare asset finanziari, immobiliari, assicurativi e previdenziali. E soprattutto, deve saperli comunicare con efficacia, anche a clienti molto diversi per età, aspettative e disponibilità”. Servono anche soft skill che definire tali è ormai riduttivo, secondo il presidente di Efpa Italia, per il quale la capacità di ascolto, l’intelligenza emotiva e relazionale sono fondamentali per instaurare un rapporto di fiducia con la persona.
Previdenza e intelligenza artificiale
In questo scenario, l’intelligenza artificiale rappresenta un compagno di viaggio cruciale. Per questo, Efpa ha introdotto una certificazione specifica applicata alla consulenza. “Chi non conosce una materia non può affrontarla: l’IA, come la previdenza, ci accompagnerà nei prossimi anni. Va compresa, non subita, e utilizzata come strumento, non come sostituto”, osserva il presidente della fondazione. Infine, uno dei temi più urgenti riguarda proprio la previdenza integrativa. “In Italia la diffusione dei fondi pensione è ancora troppo bassa. Per ragioni storiche, certo”, spiega Ardente, “ma oggi non possiamo più permetterci di rinviare. Il primo pilastro sarà sempre meno sufficiente, e il secondo e terzo vanno costruiti per tempo”. Non si tratta solo di promuovere un fondo pensione, ma di valutare ogni elemento utile a costruire una rendita: “Patrimonio finanziario e immobiliare, soluzioni previdenziali e assicurative: tutto può concorrere, se pianificato con metodo”. Serve un cambio di mentalità. “La previdenza non è un problema dei soli giovani o dei soli anziani”, conclude Ardente. “È una responsabilità collettiva, che richiede competenze aggiornate e strumenti adeguati. E la figura del consulente può fare davvero la differenza nel guidare questo processo, anche educando a una visione più ampia del futuro e dei propri obiettivi di vita”.

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