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Secondo l’Edufin Index 2023, solo il 41% della popolazione possiede le competenze di base. Giovani e “nuovi italiani” i meno informati. Ancora ampio il gender gap
Nonostante qualche timido miglioramento, per gli italiani il mondo finanziario e assicurativo resta un mistero. Anche nel 2023, infatti, il livello di educazione finanziaria nella Penisola non raggiunge la sufficienza. Così come resta alto il gender gap e si confermano larghe, per la precisione pari al 10%, le sacche di popolazione che versano in una condizione di totale analfabetismo. Il duro responso arriva dalla seconda edizione dell’Edufin Index, l’Osservatorio realizzato da Alleanza Assicurazioni insieme a Fondazione Mario Gasbarri e Sda Bocconi, secondo cui gli individui le cui competenze raggiungono la soglia minima sono aumentate dal 34% al 41% e hanno innalzato il punteggio generale da 55 a 56. Un livello che resta però ancora al di sotto di 60 su 100, considerato la sufficienza.
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Un’Italia a cinque velocità
Dall’Osservatorio emerge un’Italia a cinque velocità nell’approccio al mondo finanziario e assicurativo. A partire dalla categoria più indietro, i “fragili e disinteressati”: questo gruppo vale infatti il 20% e comprende soprattutto inoccupati o persone con redditi bassi, di cui la maggior parte residente al Sud e over 65. Seguono gli “insicuri ma fiduciosi”, i “non curanti e fai da te”, gli “ottimisti e impavidi” e “i colti e composti”. Tra tutti, solo gli ultimi due macro-gruppi raggiungono la sufficienza in educazione finanziaria.
Donne ancora penalizzate
Ancora ampia la disuguaglianza di genere: il livello di Edufin Index delle donne raggiunge quest’anno quota 54 contro il 59 degli uomini, con un elevato numero che resta in condizione di fragilità finanziaria (30% contro 23% degli uomini). E il divario si registra già in famiglia, luogo che per il 25% dei 18-34enni dovrebbe essere fonte principale di alfabetizzazione finanziaria e assicurativa. Il 30% delle ragazze infatti non parla mai di questi temi a casa, a fronte del 25% dei coetanei di sesso opposto. Per la ricerca, il fenomeno conferma “un quadro più ampio di gender gap a livello Italia, una minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e anche una disparità di retribuzione”. Stesso discorso in tema di gestione del budget familiare in autonomia: il 65% delle donne non è autonomo contro il 56% degli uomini.
Giovani e “nuovi italiani” i meno informati
Tanta strada da fare resta anche sul fronte dei giovani e dei cosiddetti “nuovi italiani”. Le persone tra i 18 e i 34 anni sono infatti costantemente connesse e informate anche sui temi finanziari, ma non dimostrano particolare interesse. Risultano inoltre poco coinvolte nella gestione finanziaria familiare, anche se desiderano investire in autonomia. Per quanto riguarda la seconda categoria, il livello di consapevolezza +resta sotto la sufficienza (46) ma è in generale più alto tra chi è maggiormente integrato e parla bene la lingua. È una parte di popolazione che, stando al rapporto, tende per il 60% a non risparmiare, a non investire e a non proteggersi.
Serve un cambio di rotta
“Con l’educazione finanziaria e assicurativa vogliamo contribuire a diffondere maggiore equità sociale e benessere. La seconda edizione di Edufin Index certifica questa correlazione e conferma la necessità di intraprendere azioni concrete per migliorare un quadro complessivo che vede ancora una rilevante parte di popolazione al di sotto dei livelli di sufficienza”, ha commentato il ceo di Alleanza Assicurazioni Davide Passero. Di educazione finanziaria si parla troppo poco, ha spiegato, ma “i dati sono impietosi e la diagnosi è chiara: occorre intervenire”. “Il Senato ha votato il ddl capitali, nel quale ci siamo molto impegnati sull’educazione finanziaria tramite l’istituzione di specifici presidi”, ha invece commentato Federico Freni. Il sottosegretario al Mef ha spiegato che, con una popolazione che invecchia, anche l’educazione assicurativa è un tema di welfare. “È illusorio pensare che la previdenza del primo pilastro possa garantire la tenuta del sistema nel lungo periodo. Per questo, l’alfabetizzazione finanziaria deve diventare anche un supporto in tal senso”, ha concluso.
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