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Per Donato Masciandaro, professore dell’Università Bocconi e direttore Comitato Edufin del Mef, si tratta di una sfida da affrontare solamente giorno per giorno e stando al passo delle evoluzioni tecnologiche
Se dal quarto rapporto Assogestioni-Censis, aggiornato a gennaio 2024, si evince ancora una volta la difficoltà dei risparmiatori italiani nel padroneggiare la conoscenza finanziaria, è lecito domandarsi quali siano ad oggi gli sforzi intrapresi dalle istituzioni per inspessire la cultura finanziaria nel nostro Paese. Lo abbiamo chiesto a Donato Masciandaro, professore dell’Università Bocconi e direttore Comitato Edufin del Ministero delle Finanze.
Donato Masciandaro, professore dell’Università Bocconi e direttore Comitato Edufin del Ministero delle Finanze
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Quali sono gli impegni del Comitato di educazione finanziaria? Quali dossier sul tavolo in questo momento?
Il lavoro del Comitato si può riassumere in una frase: qualità invece di quantità. Esso nasce nel 2017, in un momento in cui nel nostro Paese il tema educazione finanziaria non era fra i più quotati. Per questo motivo, l’obiettivo era quello di spostare l’attenzione e il dibattito pubblico su questo argomento. Adesso il problema è opposto: di quantità ce n’è fin troppa e riscontriamo invece un problema di qualità. Per questo, il Comitato ha definito un suo documento programmatico che ruota attorno a questa parola. L’idea è quella di riconoscere le iniziative valide rispetto a quelle non idonee tramite il lavoro della squadra del Comitato. Intorno al tavolo sono seduti quattro ministeri e quattro istituzioni di controllo, insieme all’associazione dei consumatori e all’organismo di sorveglianza sui consulenti finanziari. Continuiamo in ottica di un’evoluzione del discorso sull’educazione finanziaria. Non si tratta di una rivoluzione, perché anche il Comitato precedente – con iniziative quali il mese dell’educazione finanziaria – nei fatti riconosceva ciò che poteva o non poteva far parte dei trenta giorni dedicati alla cultura finanziaria. E applicava di fatto un processo simile a quello che stiamo portando avanti noi. Infine, c’è bisogno di ribadire però che …
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