Per trarre valore dalla rivoluzione tecnologica banche e asset manager devono
puntare sulla digitalizzazione in un’ottica strutturale. “Ottimizzazione dei
sistemi e customer experience le chiavi per intercettare i risparmi delle nuove
generazioni”, secondo la managing director di Capgemini Italia
Il tema della digitalizzazione è ormai una presenza costante nelle agende di banche, reti di consulenza finanziaria e asset manager. Da anni se ne discute tra operatori del risparmio gestito e tante sono state le risorse investite in tecnologia dall’industria soprattutto nella direzione di modernizzare la user experience. Uno sforzo che, tuttavia, deve essere rivisto in un’ottica più strutturale per permettere al settore di aumentare davvero la redditività tenendo il passo delle nuove generazioni e adattandosi ai cambiamenti imposti dalla pandemia.
Da valle a monte
Secondo Monia Ferrari, managing director Italia della società di consulenza Capgemini, investire quasi esclusivamente a valle della filiera rischia infatti di rivelarsi un approccio insufficiente per adeguare l’offerta del comparto a quello che sarà il mercato del futuro. “Per estrarre davvero valore dal dato”, sostiene la manager, “occorre valorizzarlo e gestirlo prima di tutto a monte della struttura IT. Per quanto siano dimensioni importanti, front end e costumer experience non bastano: se le informazioni che arrivavo al cliente non hanno le caratteristiche da lui richieste, ogni investimento si rivelerà inutile”.
Il nodo del sistemi legacy
Da qui, la necessità di concentrare lo sforzo innovativo dell’industria prima di tutto sui cosiddetti sistemi core. “Dal nostro World Retail Banking Report è emerso, ad esempio, come sia fondamentale iniziare a intervenire sulle metodologie per la gestione del pricing, che risultano ormai obsolete perché datate e progettate in epoche in cui il cliente aveva esigenze diverse e le banche svolgevano attività differenti”, spiega Ferrari. Un messaggio che però fatica a penetrare in modo efficace nell’orizzonte di pianificazione degli operatori. E per più d’una ragione…
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