Lagarde apre a un rialzo dei tassi a luglio
Per la presidente della Bce è possibile un ritocco poche settimane dopo la fine del Qe. “Crescita e inflazione si muovono in direzioni opposte”. La view dei gestori
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A dicembre l’agenzia di rating S&P ha dichiarato insolvente Evergrande, la seconda società immobiliare della Cina, dopo il mancato pagamento delle cedole di alcuni suoi alcuni bond in dollari in circolazione fra gli investitori.
Un evento estremo che insieme ad altri fattori come i lockdown legati ai vari focolai di Covid19 ha spinto la banca centrale del Paese, la People Bank of China (Pboc) a tagliare il tasso d’interesse principale, il Loan prime rate a un anno, dal 3,85% al 3,80%. Quello a 5 anni resta invariato al 4,65%. La misura, presa in uno scenario più incerto per l’economia cinese – spiega la nota Pboc – punta ad aumentare la liquidità del sistema bancario per i finanziamenti alle imprese.
Questa serie di eventi ha allertato gli investitori che ora temono un effetto domino sul mercato del credito cinese e a cascata su tutta l’area asiatica. Timori che i gestori professionali invitano a ridimensionare.
Per prima cosa, dicono i gestori interpellati da FocusRisparmio, rimangono fuori dalla crisi i bond governativi cinesi. “Con l’aumento dell’inflazione, una Fed più falco, l’emergere della variante Omicron e il rallentamento della Cina, non sono mancati i fattori per alimentare la volatilità nei mercati asiatici e non solo. Ma ci sono sempre porti sicuri, e alquanto ironicamente i titoli di Stato cinesi hanno dimostrato di essere tra questi. Per gli investitori in dollari o euro, i titoli di Stato cinesi sono stati tra gli investimenti a reddito fisso con le migliori performance quest’anno, in particolare su una base corretta per la volatilità”, afferma David Loevinger, Emerging Markets Sovereign Analyst di TCW.
“I recenti annunci da parte dei regolatori e le decisioni politiche della People’s Bank of China segnalano una posizione di ammorbidimento del contesto normativo. Inoltre, abbiamo notato che diverse società hanno aumentato la liquidità, fatto cessioni di attività e rimborsato il debito in scadenza, e crediamo che ciò aiuterà a ripristinare la fiducia del mercato”, commenta Sheldon Chan, gestore del fondo T. Rowe Price Responsible Asia Credit Bond, T. Rowe Price.
“Alle valutazioni attuali, l’accesso al mercato primario è chiuso per tutti gli emittenti del settore immobiliare cinese – eccetto i più solidi – scenario che, se prolungato, aumenterà la probabilità di default per alcuni degli emittenti più deboli. Tuttavia, crediamo che la recente volatilità nei mercati high yield asiatici presenti un’opportunità di acquisto. Anche se i mercati rimarranno probabilmente volatili nel breve termine, ci aspettiamo che il real estate cinese emerga da questo ciclo con bilanci più sani e profili di credito migliori”, prosegue Chan di T. Rowe Price.
All’interno del segmento high yield asiatico, invece, Chan ritiene la selezione del credito di cruciale importanza: “crediamo che un approccio bottom-up, guidato dai fondamentali, aiuterà a identificare gli emittenti che sopravviveranno al ciclo. Il mercato del credito obbligazionario asiatico rimane il segmento di alta qualità all’interno del set di opportunità nell’universo obbligazionario dei mercati emergenti, con un track record di lungo termine di interessanti rendimenti aggiustati per il rischio”, afferma.
E nel resto dell’Asia? “Quanto accaduto non cambierà la visione che il centro dell’economia mondiale continuerà a spostarsi verso est. L’Asia rimarrà la regione in più rapida crescita per il prossimo futuro, ma la Cina non sarà lo stesso motore di crescita che fu in passato per le economie asiatiche e per quelle di altri Paesi. E il passaggio della Cina da decenni di sviluppo guidato dalla proprietà a nuovi motori di crescita come la tecnologia avanzata e green creerà vincitori e vinti tra le aziende e i Paesi in Asia e nel resto del mondo”, sostiene Loevinger di TCW.
“Mentre in Cina la crescita sta rallentando, si sta riprendendo in altre economie asiatiche, in quanto i tassi di vaccinazione più elevati consentono a un maggior numero di esse di aprirsi e convivere con il Covid19, anche con l’emergere della variante Omicron – chiosa il fund manager – Poiché le tensioni tra la Cina e gli Stati Uniti e sempre più quelle con l’Europa, non spariranno nel breve termine, le aziende stanno adottando una strategia “Cina plus” e spostano gli investimenti in luoghi come India, Malesia e Vietnam, in modo che possano sia servire il crescente mercato cinese che proteggersi dalle sanzioni commerciali e di investimento”.
Ecco perché, secondo Loevinger, gli investitori obbligazionari dovrebbero “tenere d’occhio l’India, che sta allentando le restrizioni sugli investimenti stranieri nel suo mercato obbligazionario, e i cui titoli di Stato saranno probabilmente presto inclusi in un indice obbligazionario chiave dei mercati emergenti”, conclude.
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