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Indagine Bankitalia: appena il 35% ha competenze finanziarie adeguate. La metà risparmia e 3 su 4 hanno un conto corrente. Solo il 14% ha sottoscritto almeno una volta azioni o bond
Di finanza conoscono poco, anche se quasi la metà di essi è abituata a risparmiare. Usano gli strumenti di pagamento e rispettano le scadenze, ma non ritengono necessario pianificare il proprio futuro economico né tantomeno investire in un fondo pensione. È la fotografia dei giovani italiani scattata da Bankitalia nell’ultima indagine riguardante l’alfabetizzazione finanziaria e le competenze di finanza digitale degli individui con un’età compresa fra i 18 e i 34 anni.
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Alfabetizzazione finanziaria bassa. Ampio il gender gap
Quanto alle competenze finanziarie, poco più di un giovane su tre mostra una cultura adeguata. Si ferma infatti al 35% la percentuale di chi risponde correttamente alle domande sui principali concetti economici, le cosiddette ‘big three’, riguardanti inflazione, tasso di interesse e diversificazione del rischio. A questo proposito via Nazionale sottolinea che il 29% del campione è costituito da studenti, il 44% da lavoratori dipendenti e l’8% da autonomi. E le competenze si rivelano migliori tra i ragazzi del primo gruppo (in particolare tra chi ha intrapreso indirizzi scientifici o tecnici) rispetto a chi lavora o è in cerca di occupazione. Sono invece più bassi, fra i meno istruiti, le donne e i residenti nelle regioni del Centro, del Sud e delle Isole.
Attenti alle spese ma poco previdenti
Guardando ai comportamenti, l’89% del campione si dimostra attento alla sostenibilità delle spese correnti e il 77% al rispetto delle scadenze di pagamento. Ma circa la metà degli intervistati non ritiene necessario fare piani per la vecchiaia e dichiara che non investirebbe mai in fondi pensione a causa dei rischi di perdite. Il risparmio è però un’abitudine radicata: il 43% accantona dei soldi a fine mese.
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L’uso della finanza digitale è relativamente diffuso, con le attività più frequenti che riguardano la gestione online dei conti correnti e l’esecuzione di pagamenti oltre all’utilizzo di carte di pagamento. Resta invece modesta la partecipazione ai mercati finanziari. Tre su quattro hanno un conto corrente e i giovani che detengono almeno una carta (di debito, credito o prepagata) rappresentano il 90%. Solo il 14% ha però sottoscritto, almeno una volta, azioni o obbligazioni. Poco diffuse la sottoscrizione di polizze assicurative online, l’abitudine a informarsi online per un prestito e, infine, l’uso di piattaforme digitali per il trading e per l’accesso a servizi di roboadvisor.
I social principale fonte di informazione finanziaria
Quanto alle opinioni e alle prospettive, la protezione dell’ambiente emerge come il tema più urgente su cui dovrebbero concentrarsi le politiche economiche. E a tale sensibilità si accompagna una conoscenza abbastanza diffusa dell’esistenza della finanza sostenibile: circa il 40% dichiara di conoscere i criteri Esg. Tra coloro che risparmiano, però, solo il 13% ne tiene già conto nelle scelte di allocazione del portafoglio mentre il 18% lo farebbe se l’offerta di strumenti finanziari etici fosse più ampia. Dei tre fattori di sostenibilità, quello ambientale è ritenuto il più importante.
Oltre l’80% del campione si tiene aggiornato su temi economici e finanziari soprattutto attraverso i social media, la televisione, i siti web o le riviste specializzate e le applicazioni per dispositivi mobili sono lo strumento preferito per l’apprendimento. Inoltre, fra i giovani di età compresa tra i 18 e 23 anni, scuola e università sono i luoghi preferiti dove migliorare le proprie competenze in questo ambito. Al contrario, con l’aumentare dell’età, cresce la preferenza per banche e istituzioni finanziarie. Anche la famiglia rientra tra le preferenze indicate, in particolare dalle donne e dai meno istruiti. Infine, il 10% dichiara di non aver interesse verso l’educazione finanziaria. Percentuale che sale nel genere femminile e tra chi ha bassa scolarizzazione.
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