Consumi, percezione del rischio, politiche più accomodanti: ecco come la pandemia ha modificato, in maniera irreversibile, i comportamenti di investitori e policy maker. E come approfittarne sul mercato
Federico Domenichini, Head of Advisory Italy, T. Rowe Price
La crisi derivata dall’emergenza sanitaria da Covid19 ha imposto cambiamenti sul fronte dei comportamenti degli investitori e modificato strutturalmente le politiche fiscali e monetarie dei policy maker in una maniera che difficilmente tornerà ad essere quella di prima.
Questo scenario richiede agli investitori di compiere delle scelte, non sempre scontate e quasi mai semplici. “Per rispondere ai diversi interrogativi sul prossimo futuro, diversi economisti hanno analizzato il passato per capire cosa è avvenuto in seguito a eventi o situazioni simili a quella attuale e hanno individuato tre elementi cruciali”, dice Federico Domenichini, Head of Advisory Italy, T. Rowe Price.
Innanzitutto, spiega l’esperto a FocusRisparmio, nelle fasi post-shock i consumi tendono ad aumentare vertiginosamente. In secondo luogo, le persone tendono a percepire il rischio in modo diverso e infine tendono ad esserci forti cambiamenti sul fronte delle politiche, con ingenti misure accomodanti e di supporto.
“Investire sul lato giusto del cambiamento significa essere in grado di individuare le aziende e i settori meglio posizionati per beneficiare delle politiche e dei cambiamenti legislativi che guideranno la ripresa nel post-pandemia”, prosegue Domenichini anticipando alcuni temi che verranno trattati in una conferenza che la società di gestione terrà nel corso dell’evento digitale dei consulenti finanziari Consulentia 2021.
I settori “sul lato giusto del cambiamento”
Tenendo a mente questa premessa, Domenichini illustra quali saranno i quattro settori più impattati da queste nuove politiche ‘green’, soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in Europa: tecnologico, sanitario, industriale e dei servizi pubblici.
“Negli Stati Uniti abbiamo visto un enorme cambio di passo tra l’amministrazione Trump e quella di Biden sul fronte dell’attenzione alla sostenibilità – dice l’esperto di T. Rowe Price – e il nuovo governo si appresta a varare due nuovi pacchetti di aiuti per la ripartenza post-pandemia, l’American Jobs Plan (AJP) e l’American Family Plan (AFP), con una spesa aggregata prevista tra i 2.500 e i 4.000 miliardi di dollari”.
Nel contesto dell’AJP, dovrebbero essere stanziati 621 miliardi a sostegno di infrastrutture e tecnologie energetiche pulite, “una politica molto simile a quella europea, sia per temi che per entità finanziaria, ma con una differenza sostanziale: la messa a terra dovrebbe essere molto più semplice e diretta negli Usa rispetto all’Europa, che invece potrebbe incappare in lungaggini burocratiche, non trattandosi di un singolo Paese”, sottolinea Domenichini.
Inoltre, l’AJP dedicherà anche circa 880 miliardi alle tecnologie critiche, compresi semiconduttori, lo sviluppo di vaccini e altri ambiti le cui capacità domestiche sono considerate strategicamente importanti per gli Stati Uniti.
“Gli ingenti investimenti pubblici sul fronte delle tecnologie critiche rappresentano una buona notizia non solo per le aziende tech, ma anche ad esempio per il settore sanitario. Un trend in ascesa infatti è quello della digital health, che avrà bisogno di semiconduttori per continuare a crescere – un esempio concreto è quello degli smartwatch che in futuro potrebbero avere un grande ruolo per prevenire e prevedere future patologie, grazie al monitoraggio costante di alcuni parametri chiave per valutare lo stato di salute. Nel settore industriale invece un esempio emblematico dei cambiamenti indotti dalla tecnologia è il segmento dei veicoli elettrici”.
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