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Le famiglie risparmiano di più anziché consumare: “la crescita dell’economia potrebbe risentirne e perdere slancio”
La crescita monstre sfoderata dalla Cina nel quarto trimestre del 2020, nonostante Covid19 e la recessione economica globale causata dai lockdown, non basta a convincere i più scettici della solidità del “miracolo cinese”.
Secondo S&P Global Ratings manca ancora qualcosa e lo scrive nero su bianco in un report dal titolo “The Missing Factor In China’s Remarkable Recovery”. “I consumatori appaiono ancora cauti e le condizioni finanziarie nel paese rimangono deboli”, sostiene Shaun Roache, capoeconomista per l’area Asia-Pacifico dell’agenzia. “Tutto ciò non dovrebbe impedire il recupero ma potrebbe frenarne lo slancio”, puntualizza l’esperto.
A dicembre l’indicatore che monitora il livello di vendite al dettaglio in Cina è sceso al di sotto del 5%, mentre prima della pandemia si attestava sopra agli otto punti.
S&P ha osservato che le famiglie cinesi stanno risparmiando di più piuttosto che continuare a fare acquisti. L’indagine sulle famiglie suggerisce che i residenti urbani hanno risparmiato quasi il 40% del loro reddito disponibile nell’ultimo trimestre del 2020. Per Roache questo “è un livello eccezionalmente alto per gli standard internazionali ed è in aumento negli ultimi anni”.
Lo stesso governo di Pechino ha ammesso che la ripresa “è instabile e sbilanciata”, confermando il punto di vista della società di rating, che nel report conferma al +7% le previsioni di crescita dell’economia cinese nel 2021. Le possibilità di rivedere al rialzo questa percentuale – conclude il report – sono legate agli obiettivi di crescita dichiarati dal governo centrale e agli stimoli che esso attuerà per raggiungerli.
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