Assicurazioni, investimenti a quota mille miliardi: meno BTP e più fondi
Nel 2024 utili in aumento a 10,5 miliardi. Su anche la raccolta, trinata dal Vita. Signorini: il settore rappresenta il 6,9% del Pil italiano. La relazione Ivass
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Nessun rallentamento, se non di natura congiunturale. Quello dei fondi esteri in Italia è un mercato che si mantiene su un’ottima traiettoria di sviluppo e nel quale il Soggetto incaricato dei pagamenti ha ancora una parte importante da recitare. Specie se saprà evolversi senza perdere il contatto con la sua attività core. Ne sono convinti in casa State Street, dove il futuro di questo particolare modello di business viene costruito a colpi di tecnologia e outsourcing. Federico Viola, responsabile Sales and Client Coverage della società per il nostro Paese e la ragione Mena, ha raccontato a FocusRisparmio i trend del settore e quali strategie sono in cantiere per intercettarli
Lo stato del mercato dei fondi esteri in Italia è certamente solido, con tassi di crescita a doppia cifra, praticamente negli ultimi 15 anni. Il Cagr nel periodo 2009-2021 è superiore al 14% e, anche considerando l’annus horibilis del 2022, quello 2009-2022 si attesta oltre il 12%, portando le masse dei fondi di diritto estero ad oggi distribuiti in Italia a circa il 50% del totale dei fondi sottoscritti da investitori italiani. Al di là di rallentamenti congiunturali, sarà interessante capire la dinamica di reazione in atto da parte dell’industria del risparmio gestito alla cosiddetta concorrenza dell’amministrato.
Secondo i dati di Bankit, l’allocazione della ricchezza delle famiglie italiane verso soluzioni di deposito su conto corrente resta sostanzialmente stabile intorno a un terzo mentre la compente di investimenti diretti in titoli (con prevalenza di titoli di Stato in Italia) è cresciuta in concomitanza con i noti scenari di livelli di tasso più alti degli ultimi anni. I produttori e distributori italiani si stanno certamente organizzando in risposta a questa domanda: si va da soluzioni di offerta fondi ben modulate su profili obbligazionari (come i fondi a scadenza con cedola) alla ripresa e al rilancio del focus su investimenti a reddito fisso e flessibili ai fondi cross border (a matrice tipicamente e prevalentemente azionaria). Difficile, però, stabilire quanto questa risposta possa contribuire alla dinamica tra fondi di diritto italiano e fondi di diritto estero, che resta legata a diverse componenti organizzative, di business, di struttura di piazza finanziaria in cui si muovono i diversi attori.
L’evoluzione del modello di business del Soggetto incaricato dei pagamenti, guidata dal mercato, si è spinta ulteriormente verso un modello scalabile di supporto alla rete distributiva. Ciò si concretizza in un ampliamento della catena del valore verso attività amministrative e preparatorie che sono funzionali alla distribuzione per rispondere alla crescente richiesta di outsourcing. Da anni, altresì, si registra una crescente tendenza verso l’erogazione di modelli di SIP in outsourcing, dedicate a operatori desiderosi di valutare o riconsiderare in chiave strategica le funzioni di Sip all’interno della propria filiera operativa e di business. State Street è tra i precursori, leading player anche in questo ambito di erogazione di soluzioni di Sip in regime outsourcing.
Anche la blockchain aprirà nuovi modelli nel mondo della distribuzione dei fondi, semplificando alcuni processi critici come quello dei trasferimenti. Grazie al decreto che disciplina l’operatività e le attribuzioni del Comitato FinTech presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in Italia è stata messa a disposizione una sandbox regolamentare (uno spazio protetto dedicato alla sperimentazione digitale nei settori bancario, finanziario e assicurativo) che permetterà agli operatori FinTech di testare soluzioni innovative di cui potrà beneficiare l’intero mercato. State Street sta seguendo e partecipando attivamente alle diverse iniziative, perseguendo continuamente obiettivi di maggiore efficienza dei processi operativi inerenti al business dei fondi.
Le soluzioni Sip di State Street continuano ad evolvere, quale piattaforma a supporto della distribuzione, intesa come ecosistema di servizi core, servizi a valore aggiunto, dati, framework contrattuale, tecnologia, a favore dei distributori e degli asset manager. Integrazione degli investimenti alternativi in un’unica filiera, servizi digitali, leva sulle tecnologie Dlt, data insights, facilitazione delle relazioni operative – ed all’occorrenza contrattuali – tra distributori e case prodotto, sono certamente i trending topics dei nostri sviluppi intorno all’ecosistema della funds distribution. Al tempo stesso, resta forte e centrale più che mai la valenza distintiva delle soluzioni core di Soggetto incaricato dei pagamenti, grazie ad anni di esperienza, investimenti e collaborazioni proficue con i nostri clienti più innovativi.
In tale contesto, il catalogo prodotti di State Street è in continuo arricchimento, includendo funzionalità per la generazione di ordini basata su una molteplicità di algoritmi e regole predeterminate. Tali elementi sono alle base di servizi per piani di investimento/disinvestimento complessi e switch programmati, contribuendo ad un maggiore efficientamento dei processi. Solo per citare alcune componenti distintive offerte nel modello core, supportiamo modalità di distribuzione mutuate da modelli di investimento in titoli, consolidiamo performance, gestiamo piani di accumulo a data variabile, eroghiamo i cosiddetti premi fedeltà.
La presenza, altresì, nel dialogo con i distributori, di una filiera fortemente integrata in State Street dei mondi SIP-Transfer Agent-Fund Accounting relativamente ai fondi target in Lussemburgo ed Irlanda (oltre che in Italia), dà ancora maggiore respiro all’applicazione di soluzioni innovative, che portino a una riduzione ulteriore delle tempistiche di investimento (ad esempio, switch same day con applicazione della fiscalità) e a una maggiore flessibilità nell’erogazione dei servizi a valore aggiunto.
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