Paschetta (Pictet AM): “L’investimento tematico evolve tra attivo, indicizzato enhanced e private markets”
Il country head Italia di Pictet Asset Management analizza per FocusRisparmio le trasformazioni in corso nel campo dei megatrend (e non solo)
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L’85% dei ceo attivi nel settore dei servizi finanziari vuole migliorare le capacità tecnologiche e di innovazione da qui a un anno. E lo strumento con cui si prefigge di raggiungere l’obiettivo è l’intelligenza artificiale, che per il 73% rappresenta un elemento chiave in ottica sia di business sia di efficienza operativa. È questo il responso del Financial Services Strategic Outlook 2024, un sondaggio condotto EY dal quale emerge come il 65% dei dirigenti sia cautamente ottimista sulle prospettive di crescita dell’Italia mentre il 57% sul rendimento del proprio business.
Lo studio ha indagato le aspettative dei C-suite italiani per i prossimi mesi, nonché le loro strategie per la creazione di valore a lungo termine. Uno sforzo inedito che ha visto coinvolti gli amministratori delegati di banche, assicurazioni e società di wealth management del Paese. Per quanto riguarda fattori di rischio, due sono le variabili che sembrano preoccupare di più i top manager: la trasformazione digitale, con annesse tematiche di cybersecurity (84%), e gli sviluppi normativi (69%). A fronte di ciò, solo il 19% dice di voler intraprendere azioni di derisking o asset disposal mentre il 46% ha intenzione di adottare un approccio attendista per esaminare le potenziali opportunità sul mercato ed essere pronto ad agire una volta terminata l’incertezza.
“In questa fase si evidenzia una forte focalizzazione degli investimenti sulle opportunità di crescita e sviluppo (65%) e sui fattori legati alla sostenibilità (42%)”, sottolinea Stefano Battista, Financial Services leader di EY in Italia. Se il 77% infatti degli intervistati dichiara che le iniziative di sostenibilità sono già parte integrante delle priorità di investimento aziendale, sottolinea il manager, il principale ambito di sviluppo è quello legato all’innovazione e alle tecnologie.
Battista fa poi notare come una particolare attenzione venga posta all’intelligenza artificiale e alle sue applicazioni, considerate da quasi tre manager su quattro (73%) una forza positiva e un potenziale punto di svolta nei processi di trasformazione del business e dell’operatività aziendale. Tuttavia, probabilmente a causa del grado di bassa maturità dell’impiego di tali tecnologie, non tutti ritengono che nel 2024 l’adozione dell’AI sarà essenziale per rimanere competitivi (42%).
Risposte alla domanda: “Quale delle seguenti affermazioni sull’Ai ritiene più attinente all’attuale contesto di mercato dei servizi finanziari?”. Fonte: EY e Swg.
Quanto allo sviluppo aziendale, la crescita organica appare la decisione preponderante dei ceo (58%) nonostante le opportunità di acquisizioni si confermino importanti per estendere e diversificare il business (42%). Tra gli ambiti di sviluppo principali, si punta a migliorare in particolare le capacità tecnologiche (85%) e a rinnovare l’offerta di prodotti e servizi (50%). La costruzione di ecosistemi, alleanze o partnership (39%) e l’integrazione della sostenibilità nell’offerta (39%) costituiscono invece elementi importanti per gli sviluppi futuri.
Risposte alla domanda: “Tra quelli elencati, quali sono gli ambiti principali di sviluppo su cui vi focalizzerete nei prossimi 12 mesi?”. Fonte: EY e Swg.
In caso di riduzione dei tassi, gli intermediari finanziari prevedono poi di puntare sulla ricerca di altre iniziative per incrementare i ricavi (54%) e sulla ridefinizione del mix di prodotti e servizi (50%). In pochi, invece, mettono in conto di rivedere le strategie di prezzo (27%). L’adozione di tecnologie innovative per abilitare nuovi business viene considerata la principale leva di diversificazione delle fonti reddituali (50%), seguita dallo sviluppo della bancassurance (42%) in quanto viatico per una maggiore integrazione tra il sistema bancario e assicurativo.
“Il 34% degli intermediari ritiene che mantenere il proprio ruolo di provider tradizionale di servizi finanziari sia la soluzione di business in prospettiva, evolvendo al limite verso servizi diversificati cross-industry (31%)”, evidenzia Andrea Ferretti, markets & business development leader per i financial services di EY in Italia. Soltanto il 27% crede infatti che modificare il proprio posizionamento sul mercato in una logica di finance as a service possa costituire elemento rilevante di cambiamento. Per l’esperto, la trasformazione digitale e l’integrazione con l’ecosistema fintech o insurtech e il digital banking rappresentano quindi non solo sfide ma anche “occasioni significative per rinnovare l’approccio ai servizi finanziari tradizionali”.
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