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Nel discorso inaugurale della tre giorni targata Assogestioni, il Presidente dell’assocazione sottolinea la capacità di tenuta dell’industria e indica le sfide all’orizzonte. Innovazione, educazione finanziaria e sostenibilità le direttrici. Il ministro dell’Economia Giorgetti: “Gestione del risparmio risorsa preziosa per lo sviluppo dell’economia italiana”
Dopo una lunga attesa, il Salone del Risparmio 2023 è iniziato. E ad alzare il sipario sull’evento punto di riferimento del risparmio gestito italiano è stato il Presidente di Assogestioni Carlo Trabattoni, che ha aperto con il suo intervento la conferenza inaugurale ‘Il risparmio oltre la crisi’. Un discorso nel quale il numero uno dell’associazione ha fatto il punto sull’industria, mettendo in luce le sfide anche sottolineando l’importanza del settore per il rilancio del Paese. A rafforzare le sue parole, il video messaggio del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti: “La gestione risparmio è una risorsa preziosa per lo sviluppo dell’economia italiana”. Tra gli speaker, anche il sociologo e presidente del Censis Giuseppe De Rita insieme a Nicola Palmarini, esperto di innovazione e longevità e direttore del UK National Innovation Centre for Ageing.
“Abbiamo una chiara responsabilità, la gestione del risparmio può rappresentare una fonte vitale di crescita economica: colmando il divario dell’educazione finanziaria, facendo emergere il valore della gestione attiva e la sua capacità di offrire protezione, collegando gli investitori alla ricerca di strumenti di risparmio adeguati con le esigenze di finanziamento dell’economia reale”, ha spiegato il ceo di Generali A&WM. Tre, in particolare, i temi toccati dal numero dell’associazione: l’innovazione, la sostenibilità e l’educazione finanziaria, intesi come driver essenziali per il rilancio dell’economia e della sua trasformazione in un nuovo contesto economico, a supporto delle famiglie e del tessuto produttivo del Paese. “Dovremo intensificare i nostri sforzi di trasformazione cogliendo interamente il potenziale offerto da nuove tecnologie, che saranno sempre più strategiche anche nell’attività di gestione”, ha sottolineato Trabattoni. Uno sforzo finalizzato a “individuare nuove opportunità di investimento, ottimizzare la costruzione del portafoglio o anticipare l’impatto di evoluzioni economiche e geopolitiche”.
Guarda l’intervista esclusiva al Presidente di Assogestioni Carlo Trabattoni

A rinsaldare il messaggio, le parole di Giorgetti sull’importanza di un rafforzamento del mercato dei capitali per canalizzare le risorse private verso gli obiettivi della transizione digitale ed energetica in vista di un periodo che rimane denso di sfide e incognite. “Nonostante l’Italia mostri una notevole resilienza, con il Pil del primo trimestre tra i migliori dell’Eurozona grazie a una crescita dello 0,5% e la crescita costante degli occupati da gennaio a marzo, il clima di incertezza che caratterizza il quadro economico mondiale e la crescita dei tassi di interesse potrebbero rallentare la dinamica degli investimenti”, ha spiegato il capo del Tesoro, ricordando anche i potenziali effetti della riattivazione del Patto di Stabilità. Ed è proprio per contrastare queste tendenze, ha proseguito il titolare dell’Economia, che si rende “necessario incentivare il concorso del settore privato, che va adeguatamente coinvolto per impiegare e rendere produttiva la cospicua quantità di risparmio disponibile”. “Questa – ha precisato Giorgetti – rappresenta un obiettivo primario della azione del governo perché costituisce una risorsa molto importante, un punto di forza del nostro Paese da sfruttare per creare uno sviluppo durevole e sostenere chi si impegna, lavora e investe nella nostra economia”.
Un’industria resiliente e matura
Parlando dello stato dell’industria, che ha chiuso il 2022 con un patrimonio di 2.212 miliardi di euro, Trabattoni ha sottolineato soprattutto la grande resilienza dimostrata rispetto a fattori destabilizzanti come l’invasione dell’Ucraina, i timori sull’approvvigionamento energetico, l’inflazione stabilmente elevata. “Abbiamo vissuto momenti di forte volatilità, che hanno contraddistinto anche i primi mesi del 2023, con le tensioni bancarie e la crescita in rallentamento”, ha detto. “In questo scenario di poli-crisi, vorrei focalizzare l’attenzione sulle modalità con cui il nostro settore ha saputo rispondere. In un anno straordinario, il risparmio gestito ha dimostrato una complessiva tenuta, mettendo a segno una raccolta positiva per 14,8 miliardi di euro”, ha poi sottolineato il Presidente. Che ha citato, in particolare, il buon risultato dei fondi, con un saldo positivo per 8,5 miliardi: “Sono dati significativi, in particolare se paragonati ad altri periodi di crisi, come il biennio 2007-2008, quando registrammo un’emorragia di quasi 200 miliardi, o il 2011, quando la crisi del debito sovrano portò a 30 miliardi di deflussi. Un segnale positivo arriva anche dai dati di raccolta relativi al primo trimestre che evidenziano la tenuta dei prodotti azionari, che hanno raccolto sottoscrizioni nette per circa 2,9 miliardi di euro”.
L’attenzione del numero uno di Assogestioni si è quindi spostata sul tema del risparmio amministrato e delle pressioni di mercato che, in questo momento, lo stanno favorendo. Ma con una chiave di lettura positiva: “La corsa dell’inflazione ha ribaltato i paradigmi che hanno caratterizzato negli anni scorsi il credito, il quale giustamente è tornato a essere appetibile per molti investitori. A questo riguardo, tuttavia, sottolineiamo come le tendenze nel medio periodo indichino già una possibile inversione del trend e la nostra industria sta mostrando dinamismo e tenuta anticipando queste criticità”, il suo commento.
Una nota di merito è andata, in particolare, agli investitori italiani e ai molteplici player di mercato. I primi hanno saputo “non cedere alle paure di breve ma restare ancorati ad una prospettiva di lungo termine”. I secondi hanno confermato “la capacità nel fornire risposte e strumenti adeguati”.
Una visione che, di nuovo, ha trovato riscontro nelle parole del ministro dell’Economia. “Le competenze tecniche e la capacità di orientare gli investitori a compiere scelte consapevoli possono essere fondamentali nel canalizzare le loro risorse verso obiettivi coerenti con una crescita sana del Paese”, ha ribadito Giorgetti. Che ha aggiunto: “Inoltre, l’individuazione di soluzioni efficaci nel garantire la corrispondenza tra domanda e offerta di finanziamenti può contribuire a ridurre l’incertezza, assicurando una maggiore stabilità finanziaria e la migliore protezione dagli shock”.
Futuro, un orizzonte di sfide ed opportunità
Guardando avanti, Trabattoni ha sottolineato come alcuni fattori impongano una cauta selezione: “La decelerazione delle stime di crescita per il 2024, la revisione delle stime degli utili e la graduale risalita dei tassi reali”, gli esempi citati. Non solo. Il focus del settore, a suo avviso, deve rimanere puntato sui temi cari all’investitore: la governance, la sostenibilità, il cambiamento climatico, il capitale umano. Ed è proprio su questo solco che il presidente di Assogestioni traccia la linea programmatica: centralità del cliente, dialogo con le istituzioni, semplicità e trasparenza nelle dinamiche d’offerta, supporto al sistema-Paese, tecnologia e sostenibilità sono le parole d’ordine.
L’innovazione sarà al centro dei piani di Assogestioni soprattutto come leva di crescita e inclusione. “La prossima generazione si aspetta una relazione diversa, più attiva, personalizzata e abilitata al digitale”, ha detto Trabattoni. Per poi precisare: “Sono sviluppi che presentano anche profili di rischio a cui prestare attenzione, e che dovranno essere modellati in linea con le normative esistenti, ma non possiamo ignorare i vantaggi in termini di crescita, esperienza del cliente, creazione di valore, ma anche accessibilità ed inclusività”. Un riferimento che va, ovviamente, alla possibilità sfruttare intelligenza artificiale, analisi dei dati e capacità cloud per avvicinarsi agli utenti, individuare opportunità di investimento, sviluppare offerte su misura e definire le esposizioni dei portafogli. Senza dimenticare il tea degli asset digitali, che “hanno aperto a nuove modalità per lo scambio di valore”.
Nell’intervento del presidente di Assogestioni non è mancato neppure uno sguardo al futuro e ai più giovani, che “dovranno assumersi responsabilità di pianificazione pensionistica superiori a quelle delle generazioni precedenti, gestire le implicazioni legate all’allungamento dell’aspettativa di vita, fare fronte a un welfare pubblico con crescenti limiti e incerte prospettive economiche”. “Per questo – ha aggiunto Trabattoni – come Associazione vogliamo concentrarci proprio sui più giovani, raggiungendoli, coinvolgendoli ed informandoli anche con i canali digitali a loro oggi più famigliari”. Da qui anche l’importanza, rimarca, di educazione e cultura finanziaria. “Il Fondo Monetario Internazionale stima una crescita 2023 dell’1,2% per l’Italia. Questo scenario rende complesso approcciare i temi del risparmio e della cultura finanziaria, ma è una sfida intorno alla quale ruota la stabilità e la sostenibilità della crescita futura. Dobbiamo quindi agire nello sviluppo di prodotti adeguati ed in linea con le esigenze dei più giovani, come i Piani di Accumulo”, ha precisato il Presidente, sottolineando l’importanza del progetto realizzato da Assogestioni con Will Media per raggiungere e coinvolgere i più giovani con i canali digitali a loro più familiari.
Connesso all’educazione finanziaria è anche lo sviluppo di un quadro normativo capace di incrementare la fiducia e indirizzare a investimento i 1.380 miliardi di risparmi (dei quali 800 miliardi delle famiglie) che Bankitalia stima sia detenuti sotto forma di liquidità e depositi. “La Retail Investment Strategy della Commissione Europea è un’iniziativa chiave per mobilitare queste risorse immobilizzate e creare un modello finanziario ‘cliente-centrico’”, ha detto Trabattoni, che ha sottolineato il contributo di Assogestioni anche al Libro Verde. Uno step, quest’ultimo, che lo stesso Giorgetti ha individuato come punto di partenza per un altro importante risultato normativo: il disegno di legge sullo sviluppo del mercato dei capitali italiano. “Una misura”, la ha definito il ministro, “fondamentale per accompagnare e sostenere la ripresa e affrontare le sfide del nostro Paese”. “Le semplificazioni previste dal testo intendono rimuovere i vincoli normativi e operativi che ostacolano le imprese nell’acceso al mercato ma anche accrescere il ruolo degli intermediari finanziari che vorranno contribuire a potenziare gli investimenti privati verso le nostre aziende, diversificarne le fonti di finanziamento e ad agevolare l’evoluzione verso forme più avanzate di raccolta di capitale”.
Infine, la spinta verso la sostenibilità, che sta rivoluzionando il settore dei servizi finanziari. “Tra il 2016 e il 2021, gli asset globali rivolti ad investimenti sostenibili sono cresciuti del 19% su base annua, superiore al tasso di crescita del risparmio gestito in generale”, ha sottolineato Trabattoni. Che ha aggiunto: “Le difficoltà del 2022 sui mercati hanno senz’altro coinvolto anche tale segmento, ma i dati disponibili confermano la relativa resilienza dei flussi netti verso gli investimenti sostenibili (Efama)”. Da qui i suoi obiettivi per il futuro: “Agire come acceleratore del cambiamento. Innanzitutto, contribuendo allo sviluppo di un quadro normativo chiaro e coerente. E rispondendo alla domanda di soluzioni sostenibili e di fondi articolo 8 e articolo 9, con prodotti che riflettano le nuove spiccate preferenze degli investitori.
Guarda la conferenza inaugurale on demand su FR|Vision

De Rita “Il risparmio saga ancora aperta. Ma la classe dirigente indichi il futuro”
A completamento della conferenza, il sociologo e presidente del Censis Giuseppe De Rita è intervenuto in collegamento per fornire la sua analisi sull’impatto sociodemografico delle crisi degli ultimi decenni e sul modo in cui il Paese è riuscito a ripartire dopo le fasi più difficili. Un contributo che non ha mancato di sottolineare il ruolo chiave giocato dal settore. “Viviamo ancora un ciclo decennale di primato del risparmio. Dal 2012 abbiamo visto il valore di questa industria crescere da 600 a 1.200 fino a 2.500 miliardi di euro. Un aumento del 65% in termini reali che io considero una vera e propria saga”, ha detto De Rita. E, nonostante il calo dell’1% su base annua registrato nel 2022 abbia fatto parlare di fine del ciclo, l’esperto intravede uno scenario diverso per il futuro: “A essere conclusa non è l’era del risparmio ma solo la dimensione del risparmio come preoccupazione fondamentale del cittadino”. Questo, a su avviso, pone il problema di superare il “periodo di latenza in cui si trova l’Italia” e guadagnare slancio verso nuovi obiettivi. “A differenza del Covid o della guerra, che sono stati vissuti come esperienze più individuali o familiari che collettive, serve una sfida che sia davvero percepita come comune”. Ed è proprio alla classe dirigente che, per il sociologo, spetta il compito di individuarla e indicare la rotta per superarla.
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