Nel primo semestre, il patrimonio dei clienti cresce del 6,9%. Merito della raccolta e dell’effetto mercati. Bene le gestioni individuali e i fondi comuni. L’amministrato vola con i Btp
Chiude in bellezza il primo semestre 2023 delle reti dei consulenti finanziari. A fine giugno il portafoglio dei clienti vale infatti 747 miliardi di euro, il 6,9% in più rispetto allo scorso dicembre. Merito sia dei volumi di raccolta messi a segno (+3,6%) sia della buona performance dei mercati finanziari (+3,2%), mentre è quasi irrilevante l’impatto delle modifiche sul perimetro di rilevazione (+0,1%). Il bilancio arriva da Assoreti e mostra come strumenti finanziari, gestioni patrimoniali e prodotti assicurativi-previdenziali abbiano raggiunto quota 630,5 miliardi di euro e insieme valgono l’84,4% del patrimonio. In calo invece la liquidità, a 116,6 miliardi, che riduce la sua incidenza in portafoglio al 15,6% (-1,8%).
Più nel dettaglio, la quota investita nei prodotti del risparmio gestito ammonta a 477,3 miliardi e vale il 63,9% delle masse (-2,1%), mentre la valorizzazione degli strumenti finanziari amministrati sale a 153,2 miliardi e conquista il 20,5% del patrimonio (+3,9%). La componente strettamente finanziaria (Oicr, gestioni individuali e titoli amministrati) registra invece una crescita semestrale del 13,1% con un effetto mercato stimato al 4,5%. “Le reti restituiscono un bilancio decisamente positivo della prima parte dell’anno: il sistema, oggi, rappresenta il riferimento per un numero sempre più ampio di risparmiatori italiani che affidano importanti e nuove risorse alla consulenza delle nostre associate per i loro investimenti”, commenta il presidente Assoreti, Massimo Doris.
Risparmio gestito, corrono gestioni individuali e fondi comuni
Per quanto riguarda il risparmio gestito, la valorizzazione complessiva del comparto aumenta del 3,5% rispetto a fine dicembre 2022. La maglia rosa per i tassi di crescita va alle gestioni individuali (+5,4%) e ai fondi comuni di investimento (+4,9%). Il valore degli Oicr sottoscritti direttamente raggiunge i 205,9 miliardi di euro, con un’incidenza complessiva sul portafoglio che subisce comunque una lieve flessione e si attesta al 27,6% (-0,5%). I fondi aperti domiciliati all’estero salgono a 181,5 miliardi di euro (24,3% del patrimonio) mentre i prodotti di diritto italiano valgono 21,5 miliardi. Bene i prodotti azionari, che aumentano del 10% e raggiungono 81,5 miliardi di euro grazie all’effetto mercato. La valorizzazione delle gestioni individuali sale invece a 76,7 miliardi, pari al 10,3% del portafoglio, con un sostanziale equilibrio tra Gpf (39 miliardi) e Gpm (37,7 miliardi).
Crescita più contenuta, invece, nel comparto assicurativo/previdenziale, le cui masse complessive si attestano a 194,6 miliardi di euro (+1,4%), con un’incidenza in portafoglio del 26% (-1,4%). In particolare, aumentano le unit linked (94,5 miliardi) e i prodotti prettamente previdenziali (17 miliardi), mentre diminuisce la valorizzazione delle polizze vita tradizionali (43,6 miliardi).
Decisamente più consistente la crescita degli strumenti finanziari amministrati. Tra raccolta netta e performance, la categoria mette infatti a segno un aumento del 31,7%. Si conferma la maggiore incidenza dei titoli azionari (7%), che aumenta dello 0,4% con 52,4 miliardi. Ma il maggiore incremento è della quota dei titoli di Stato (6,2%):+ 2,4% con 46,7 miliardi. Bene anche le obbligazioni corporate (3,5%), che crescono dello 0,6% con 25,9 miliardi .
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