Rendimenti reali e rischi specifici i concetti su cui insistere per comprendere i limiti di una scelta di investimento che non può trasformarsi nella sola e unica opzione. “È il momento di diversificare anche se sembra non ce ne sia bisogno”, spiega il vicedirettore generale e chief investment officer della Sgr del Gruppo BCC Iccrea
Luca Ramponi, vicedirettore generale e chief investment officer di BCC Risparmio & Previdenza
I dati dell’ultima mappa mensile Assogestioni relativa al mese di aprile certificano l’avverarsi di una delle profezie più condivise sull’anno in corso: ovvero il grande ritorno dell’obbligazionario. A fronte di una raccolta sui fondi aperti sostanzialmente invariata da inizio anno (-870 milioni di euro), il comparto obbligazionario ha visto flussi positivi per 7,3 miliardi. Un dato che non cattura però uno dei fenomeni più importanti dal punto di vista distributivo, ovvero il grande interesse per titoli di Stato, singole emissioni e conti deposito.
“La dinamica riallocativa dei portafogli dal gestito all’amministrato non è dovuta solo al rialzo dei tassi di interesse che rendono più appetibili le forme di investimento obbligazionarie, ma c’è anche il pregresso di un 2022 particolarmente severo sul fronte delle performance”, ricostruisce Luca Ramponi, vicedirettore generale e chief investment officer di BCC Risparmio&Previdenza, la società di gestione del risparmio del Gruppo BCC Iccrea, il maggior gruppo bancario cooperativo italiano. “Abbiamo visto anche altri frangenti temporali che hanno registrato sui mercati azionari perdite anche superiori rispetto a quelle fatte segnare lo scorso anno ma non abbiamo praticamente mai visto un portafoglio equipesato equity – bond perdere così tanto come nel 2022. Abbiamo avuto una correlazione positiva pronunciata, praticamente a 1, che ha portato i portafogli bilanciati a perdere quasi il 20% anno su anno. Un evento accaduto solo dopo la crisi del 1929”.
Come si combina, quindi, il vissuto del risparmiatore con il contesto di investimento? Quali sono gli effetti che possiamo osservare?
Unendo questa delusione e le occasioni dal punto di vista dei rendimenti nominali troviamo la motivazione della corsa all’obbligazionario amministrato. Una corsa “miope” perché i rendimenti offerti in moltissimi casi non remunerano nel breve e medio periodo in termini reali e perché si trascura il rischio specifico dell’esposizione alla singola emissione, tenendo conto che non abbiamo ancora visto la crescita dei tassi di default normalmente associata a una fase recessiva.
Dobbiamo attenderci un peggioramento delle condizioni economiche complessive?
Ovviamente tutti ci auguriamo che l’esercizio delle banche centrali di controllare l’inflazione senza mandare in recessione l’economia abbia successo, ma siamo su un crinale pericoloso. I dati sul Pil italiano da inizio anno confortano, ma non è un trimestre a determinare gli andamenti futuri. La congiuntura europea e americana è esposta ad una serie di variabili e non possiamo escludere un rallentamento più repentino del previsto. È un momento in cui bisogna cautelarsi nei confronti delle scelte di investimento specifiche e diversificare anche se sembra che non ce ne sia bisogno.
Quali sono quindi le attuali priorità di BCC Risparmio&Previdenza, anche in termini di gestione delle aspettative della clientela?
È importante oggi, da un punto di vista tattico, coinvolgere il cliente in maniera graduale. La predisposizione per il mercato obbligazionario va assecondata cercando di indirizzare verso un investimento diversificato in termini sia creditizi che congiunturali. Investire in America o in Europa non è la stessa cosa. Euro e dollaro avranno destini molto diversi a seconda del vantaggio competitivo costruito dalle rispettive banche centrali. Pensiamo che difficilmente il dollaro a dodici-diciotto mesi potrà avere una rivalutazione. Dal punto di vista del credito vediamo inoltre un maggiore vantaggio per l’Europa dalla ripresa asiatica.
Verrà poi il momento, idealmente tra un paio d’anni, di iniziare a smontare parte di questa esposizione obbligazionaria una volta incamerato il rendimento dovuto ad un assestamento dei tassi di interesse. A quel punto la costruzione della posizione azionaria potrà avvenire in maniera più decisa.
E da un punto di vista strategico?
Teniamo presente che la finanza comportamentale rappresenta ora uno dei driver principali della gestione della complessiva esperienza di investimento. Quello che consigliamo ai nostri distributori e clienti, qualora siano in grado di sostenerla anche emotivamente, è di iniziare subito a costruire una solida posizione azionaria perché è nelle fasi di rallentamento economico che si incamerano i migliori prezzi. Dobbiamo essere consapevoli del fatto che l’equity è il miglior modo per proteggersi dall’inflazione. Un concetto che vediamo dispiegarsi nella vita di tutti i giorni con gli aumenti dei prezzi, ad esempio di energia e materie prime, che vengono scaricati sul consumatore. Parliamo quindi di una strategia di copertura reale e immediata del valore del patrimonio.
Come BCC Risparmio&Previdenza siamo impegnati nella costruzione di prodotti che nascono come obbligazionari e nel tempo trasferiscono l’esposizione al comprato azionario, raggiungendo a target l’asset allocation strategica del cliente. Uno dei modi secondo noi efficaci per affrontare l’attuale fase dei mercati.
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