Ocse: i dazi di Trump freneranno la crescita globale (USA compresi)
Pil mondiale rivisto al ribasso: +3,1% nel 2025 e +3% nel 2026. Giù anche le stime per l’Italia (+0,7% e +0,9%). E torna l’allarme inflazione: "Le banche centrali restino vigili"
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Nel secondo trimestre l’Italia ha superato i livelli di crescita pre-pandemia e messo a segno una delle performance migliori del G7. Non è però il caso di festeggiare, dal momento che le prospettive per il periodo luglio-settembre appaiono decisamente più fosche a causa del difficile contesto internazionale dal punto di vista sia geopolitico che macroeconomico. In ogni caso, per molti gestori, il mercato italiano è in grado di offrire buone occasioni agli investitori attenti.
I dati Ocse
Stando alle stime provvisorie dell’Ocse, il prodotto interno lordo dell’area è aumentato dello 0,3% su base trimestrale, pari alla crescita del trimestre precedente. Nel G7 la crescita del Pil sul trimestre precedente è leggermente aumentata, dello 0,2%, rispetto alla crescita zero dei primi tre mesi dell’anno. “Questo risultato – sottolineano gli esperti – riflette un quadro misto. Da un lato, la crescita del Pil è stata negativa negli Stati Uniti e nel Regno Unito (entrambi meno 0,1%) e la crescita del Pil in Germania ha subito un forte rallentamento (0,1% rispetto allo 0,8% del trimestre precedente). La crescita è, invece, positiva in Giappone e Francia (0,5%) e accelerata in Italia (1,0%) e Canada (1,1%)”.
In particolare il nostro Paese, insieme al Giappone, ha superato per la prima volta i livelli di crescita del quarto trimestre 2019, quando il Covid non esisteva, rispettivamente dell’1,0% e dello 0,2%. La Germania ha invece raggiunto per la prima volta il livello pre-pandemia, traguardo che fa sì che nel secondo trimestre del 2022 tutti i Paesi del G7 abbiano raggiunto livelli di Pil pari o superiori a quelli pre-Covid.
Small e mid cap le più performanti
Passando al mercato, da inizio anno Piazza Affari segna un netto calo, che è si è fatto più marcato dopo la caduta del governo Draghi. “Nel corso di quest’anno – osserva Antonio Amendola, gestore del fondo AcomeA PMItalia Esg di AcomeA Sgr – i mercati sono stati colpiti da un’intensa volatilità, dovuta sia a fattori geopolitici che macroeconomici: la guerra in Ucraina, il ritorno dell’inflazione, il rialzo dei tassi delle Banche Centrali, l’aumento dei costi delle materie prime e quindi dei fattori produttivi. Tutte queste tematiche negative si sono tradotte in maggiore volatilità e cali di mercato rispetto allo scorso anno”.
Gli analisti di AcomeA Sgr hanno analizzato l’andamento da gennaio di Ftse Mib, Ftse Italia Mid Cap, Ftse Italia Small Cap e Ftse Italia Growth, notando come i cali sono tutti a doppia cifra, con il Ftse Italia Small Cap unico a sovraperformare in relativo gli altri. “In un contesto così volatile e pieno di incognite, è bene avere in mente dei canoni di investimento e puntare su quelle aziende che sono state in grado di superare difficoltà simili in passato”, avverte dunque Amendola, secondo cui l’attuale crisi è diversa rispetto a quella del Covid, in quanto siamo in presenza di una maggiore combinazione di fattori negativi e senza una chiara finestra di uscita.
“Durante il Covid vi era paradossalmente maggiore visibilità sulla fine della crisi, oltre che un enorme supporto monetario (specie per l’assenza dell’inflazione) e fiscale – chiarisce -: più passava il tempo, più aumentava la possibilità di avere una cura e quindi di innescare un risk-on sui mercati. Questo ha fatto sì che fosse più facile posizionarsi su interi settori senza dover per forza distinguere tra i titoli all’interno. Lo scenario di oggi, invece, impone una riflessione più profonda e una maggiore conoscenza e ponderazione delle singole aziende agnosticamente dal settore”.
Per l’esperto è bene trovare quelle aziende che sono state penalizzate per dinamiche di mercato generale e non per motivazioni company specific. E secondo un’analisi della Sgr, ad oggi la maggior parte di aziende interessanti si trovano tra le piccole e medie imprese, in particolare su Ftse Small Cap (32,8%) e Star (30%). Lo Star inoltre presenta la percentuale maggiore di incremento di aziende potenzialmente interessanti (10%). “Tutto questo è coerente con l’identikit delle aziende sulle quali investire in contesti simili, in quanto il Ftse Mib, ad esempio, è caratterizzato per la maggior parte da banche ed utilities e quindi più esposto a movimenti macro”, conclude Amedola, che indica anche 9 titoli tra i più interessanti: Datalogic, Zignago Vetro, Mondadori, Biesse, D’amico Shipping, The Italia Sea group, Openjobmetis, Tinexta e Digital Bros.
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