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Secondo il report dello Stockholm International Peace Research Institute le risorse che i Governi hanno destinato al settore militare a livello globale nel 2021 ammontano a circa 1.910 miliardi di dollari, più del 2% del Pil mondiale. Etica Sgr segue i valori della finanza etica, rifiutando di investire con i suoi fondi nell’industria delle armi e degli armamenti nucleari.
La questione delle spese militari è un tema aperto e sempre piuttosto divisivo; specialmente in tempi di guerra. L’emergenza nel cuore dell’Europa ha portato gli Stati del Vecchio Continente a correre verso l’irrobustimento dei propri armamenti, nella malaugurata possibilità che il conflitto dilaghi oltre i confini ucraini. Il risparmio gestito, in questo scenario, potrebbe aiutare a esportare un ideale di finanza etica, evitando investimenti in settori controversi.
Spese nazionali

Prima dello scoppio della crisi Russia-Ucraina, la spesa militare delle nazioni mondiali rimaneva comunque alta. Secondo il report pubblicato ad aprile 2022 da Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) le risorse che i Governi hanno destinato al settore militare a livello globale nell’anno precedente ammonta a circa 1.910 miliardi di dollari, più del 2% del Pil mondiale.
Secondo i dati dell’istituto la spesa militare mondiale ha continuato a crescere, raggiungendo proprio nel 2021, il massimo storico di 2,1 trilioni di dollari, segnando il settimo anno consecutivo in incremento. A livello geografico, Stati Uniti, Cina, India, Regno Unito e Russia sono le nazioni che hanno speso maggiormente in tal senso.
In Italia nel 2021, prima dello scoppio della guerra russo-ucraina la spesa militare è aumentata raggiungendo i 25,8 miliardi di euro, e per il 2022 si prevede che la stessa raggiunga i 38 miliardi l’anno, ovvero il 2% del Pil italiano. La contro argomentazione a tale incremento di spesa è spesso relativa alla distribuzione delle risorse statali, che passano da servizi sociali all’industria delle armi.
Rami della finanza ne hanno fatto un manifesto. La finanza etica, per l’appunto, sceglie di schierarsi contro la proliferazione delle armi, optando per il disinvestimento dall’industria degli armamenti. Etica Sgr, dalla sua fondazione, esclude dai suoi fondi le aziende che generano ricavi da: armi nucleari, armi controverse e armi convenzionali. L’azienda dichiara di fare particolarmente attenzione nell’escludere dalla propria strategia di investimento “società con fatturato derivante dalla produzione di armi convenzionali, di loro parti chiave o generiche o altri prodotti o servizi destinati ad uso militare” e “società coinvolte nello sviluppo, produzione, utilizzo, manutenzione, distribuzione, stoccaggio, trasporto o vendita di armi controverse o di parti chiave di armi controverse (mine antiuomo, bombe a grappolo, armi chimiche, armi biologiche, armi nucleari, schegge non individuabili, armi incendiarie, laser accecanti, fosforo bianco, uranio impoverito)”.
Il processo di selezione degli emittenti è svolto internamente da un team dedicato di analisti. Il modello utilizzato dall’azienda è proprietario. Si tratta di ESG EticApproach® “con un track record di quasi venti anni” si legge in una nota esplicativa. “La selezione dei titoli è esaminata e approvata dal nostro Consiglio di Amministrazione su proposta del Comitato Etico della Sgr, un organismo indipendente e autonomo, costituito da figure di alto profilo e di riconosciuta esperienza nelle tematiche della responsabilità sociale”. Il processo parte da un doppio screening, applicando prima i criteri di esclusione (ovvero tutti quei criteri che permettono di scartare gli emittenti coinvolti in settori controversi), poi i criteri positivi di valutazione (che permettono di analizzare imprese e Stati in modo dettagliato, sulla base di parametri ambientali, sociali e di governance, attribuendo loro un punteggio sintetico). Si tratta di un approccio best in class. Infatti, “solo gli emittenti con punteggi superiori ad una soglia assoluta” si legge, “entrano a far parte del paniere dei fondi di Etica Sgr”.
Energia e armi nucleari
“I nostri fondi comuni dicono no a qualsiasi produttore di armi fin da quando sono stati istituiti, nel 2003. Con il nostro approccio etico alla finanza contribuiamo a far vivere concretamente uno dei principi fondamentali della Costituzione” afferma Luca Mattiazzi, direttore generali di Etica Sgr. L’impegno contro gli armamenti avviene anche nel settore nucleare.
Secondo il già citato report del SIPRI, “solo nel 2020, i Paesi dotati di armi nucleari hanno speso 72,6 miliardi di dollari per l’espansione da un punto di vista qualitativo-tecnologico dei loro arsenali”. Di questi, avverte il report, “Cina, India, Corea del Nord, Pakistan, Russia e Regno Unito stanno anche aumentando il volume delle loro scorte”. In totale, nel 2022, le testate nucleari a disposizione degli eserciti sono 9.440. Di queste quasi la metà sono conservate negli arsenali russi, che possono contare su 4.477 testate. A seguire Stati Uniti (3.708), Cina (350), Francia (290), Regno Unito (180), Pakistan (165), India (160) e Corea del Nord (20). Si tratta di stime, non di un computo preciso, perché il numero di testate nucleari a disposizione spesso resta un segreto di Stato.
A partire dagli ultimi mesi del 2021, Etica Sgr ha supportato la mobilitazione “Italia, ripensaci”, promossa da Senzatomica e dalla Rete Italiana Pace e Disarmo (RIPD), partner italiani di ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear weapons), un’organizzazione svizzera che nel 2017 è stata insignita del Premio Nobel per la Pace per il suo impegno verso la proibizione delle armi nucleari. La mobilitazione è nata a ottobre 2016, in occasione del voto nel Primo Comitato dell’Assemblea Generale dell’ONU sulla risoluzione che chiedeva uno strumento giuridicamente vincolante per la messa al bando e lo smantellamento delle armi nucleari. Inoltre, Etica Sgr non limita questo “no” al nucleare solo al settore degli armamenti, ma anche al nucleare come fonte energetica.
Vienna senza armi
Il 19 giugno è iniziata, a Vienna, la prima conferenza delle parti sottoscrittici del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Etica Sgr è l’unica realtà finanziaria presente a Vienna e parteciperà alla conferenza nell’ambito della delegazione di ICAN.
Il trattato è stato introdotto dalle Nazioni Unite nel 2017 ed è entrato in vigore il 22 gennaio 2021. Ad oggi, con 86 Stati firmatari, è l’unico accordo internazionale che intende mettere al bando un’ampia gamma di attività legate alle armi nucleari. Dall’uso, alla minaccia dell’uso, dallo sviluppo, al possesso e allo stoccaggio. Il trattato si concentra anche sull’assistenza alle vittime e sulla bonifica ambientale dei luoghi che ancora risentono degli effetti delle esplosioni di armi nucleari.
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