Big tech alla riscossa: le ragioni del nuovo rally
Da inizio anno i Faang+ hanno ripreso a correre. Merito dei buoni fondamentali ma non solo. E per i gestori possono costituire un’opportunità rispetto al mercato
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Mai così tanti investitori retail, “i pesci piccoli” nel gergo di Wall Street, avevano unito le forze creando un’onda di mercato che negli intenti dei “degenerates” – ‘degenerati’, così si autodefiniscono sul social i trader di questo forum – contro i “pesci grossi” della finanza americana, colpevoli, a loro avviso, di scommettere al ribasso attraverso la pratica dello short selling su aziende ‘decotte’ con business obsoleti o fuori moda.
E così che il nome di GameStop diventa un simbolo. Nell’era dell’e-commerce e del successo dei giochi online, la celebre catena di negozi fisici dove si possono acquistare videogiochi e console è in difficoltà. La pandemia, le restrizioni agli spostamenti e le chiusure forzate delle attività commerciali hanno fatto il resto.
Così mentre il management della società cerca una via per uscire dall’impasse e riorganizzare il business, “le mani forti di Wall Street” trovano un modo per trarne guadagno, aprendo posizioni ribassiste sul titolo.
Una colpa che gli utenti di Reddit hanno voluto espiare utilizzando la potenza comunicativa messa a disposizione da Internet e facendo leva sulla prospettiva di facili guadagni attraverso una semplice operazione di trading online. Così piccoli operatori hanno disseminato il forum finanziario con messaggi che incitavano all’acquisto delle azioni Game Stop incitando la “battaglia” che loro, i rialzisti sul titolo Game top, starebbero conducendo contro i signori di Wall Street.
Ad alimentare la corsa del titolo ha contribuito anche un messaggio comparso sul profilo Twitter di Elon Musk, fondatore di Tesla. Nel messaggio Musk ha scritto: “Gamestonk!!” (con riferimento a uno dei meme a sfondo finanziario più diffusi della rete, ndr) con tanto di link che punta alla sezione “WallStreetBets” del forum online.
Nei giorni successivi la “febbre GameStop” ha contagiato anche altri titoli cheap di Wall Street tanto che diversi broker attivi negli Stati Uniti hanno imposto l’interruzione alle negoziazioni per i trader retail. Una misura che ha scatenato l’ira dei “pesci piccoli” ed ha travalicato il parterre virtuale della Borsa finendo per intrecciarsi con questioni politiche con la deputata democratica Alexandra Ocasio-Cortez che ha definito il blocco “inaccettabile” per i piccoli risparmiatori, mentre i fondi hedge “rimangono liberi di scambiare il titolo come meglio gli aggrada”.
Diversi esperti sulle note Tv americane Cnbc e Cnn hanno invocato l’intervento della Sec per sedare le acque, mentre altri hanno addirittura chiamato in causa la Federal Reserve.
Quest’ultima, peraltro, è stata chiamata in causa direttamente, nel corso della conferenza stampa di mercoledì 27 gennaio. A una domanda che metteva in relazione l’enorme liquidità immessa nel sistema con la creazione di bolle speculative come quella di GameStop, Powell ha risposto di “non voler commentare l’attività giornaliera del mercato” ma di essere “consapevole che i rischi finanziari possono emergere in periodi di ampio accomodamento, ma preferisce affrontarli attraverso i cosiddetti strumenti macroprudenziali”.
Secondo le ricostruzioni dei media d’Oltreoceano la price-action del titolo GameStop ha portato più di due miliardi di dollari nelle ‘tasche’ dei tre maggiori azionisti individuali della società. Ma in GameStop non investono solo piccoli trader in cerca di facili guadagni, hedge fund, speculatori e investitori individuali.
La compagine azionaria dell’azienda è composta anche da investitori istituzionali, fondi ed Etf che per mandato avevamo esposizione long-only sul titolo e che quindi beneficiano in maniera diretta delle azioni dei day trader della community Reddit. Vediamo chi sono i fondi istituzionali azionisti di GameStop.
Dai dati messi a disposizione dalla piattaforma Morningstar Direct si ricavano i nomi dei principali azionisti di GameStop (dati al 31 dicembre 2020, ndr). Nelle prime posizioni troviamo i grandi nomi del risparmio gestito mondiale: Fmr (Fidelity Management & Research), BlackRock e Vanguard.
Come è facile intuire, il numero e il peso delle azioni GameStop sulle masse totali di questi colossi internazionali è praticamente ininfluente e deriva da esposizioni per la gran parte afferenti a prodotti passivi o Etf che replicano le performance del segmento mid e small cap statunitense.
In totale si contano 367 fondi di investimento con una posizione lunga in GameStop. Un numero molto limitato – come riporta l’agenzia Reuters – se confrontato con i numeri del più vicino concorrente, Best Buy, su cui si espongono 2.151 fondi e distante anni luce rispetto alle large cap del Nasdaq.
In sostanza i fondi che possiedono azioni di GameStop sono pochi ma hanno una posizione complessiva abbastanza grande da poterne influenzare le performance complessive. Dal loro punto di vista, invece, l’elevata dimensione dei fondi rende i movimenti dell’azione (sia al rialzo che al ribasso) poco significativi per le società che li gestiscono.
Fmr è il gestore del fondo con la maggiore esposizione, il Fidelity Series Intrinsic Opportunities Fund, un prodotto non commercializzato in Europa con cinque stelle Morningstar e circa 13,5 miliardi di asset in gestione. Fidelity Intrinsic Opportunities possiede il 9,75% delle azioni in circolazione di GameStop, una percentuale che rappresenta solo lo 0,6% del patrimonio del fondo.
Il fondo iShares Core S&P Small-Cap ETF detiene il 5,04% di GameStop pari allo 0,12% delle sue attività totali, secondo Morningstar. Complessivamente, BlackRock, il più grande gestore patrimoniale del mondo, possedeva circa 9,2 milioni di azioni di GameStop al 31 dicembre 2020, distribuite su diversi fondi.
Diverso è il discorso per i fondi speculativi, hedge fund, nati non con l’intento di essere costituiti come forma di gestione collettiva del risparmio bensì per approfittare dei mismatch nelle valutazioni del mercato con ottica speculativa. Fra questi fondi balzano all’occhio le posizioni di RC Ventures, Permit Capital e Scion Asset Management.
Quest’ultimo è il fondo gestito dal leggendario Michael Bury, il trader che per primo ha scommesso sulla caduta del mercato americano prima dello scoppio della bolla dei mutui subprime.
RC Venturs, invece, di proprietà di Ryan Cohen, risulta essere il secondo azionista della società. Cohen è stato recentemente inserito nel consiglio di amministrazione di GameStop insieme ai soci Alain Attal e James Grube nella prospettiva di rilanciare il business accelerando il percorso di trasformazione digitale della società (qui il comunicato stampa che annuncia la nuova nomina). In pratica GameStop ha promesso un maggior focus sull’e-commerce per adeguarsi ai tempi e recuperare market leadership.
Le principali voci di conto economico e stato patrimoniale seguono un trend di decrescita da almeno tre anni a questa parte. Nel 2019 e nella prima parte del 2020 GameStop ha riportato un risultato netto negativo e ha bruciato cassa portando i ratio di profittabilità e redditività come il Roa (return on asset) o il Roe (return on equity) in negativo e i multipli di valutazione come il p/e (price/earnings) su livelli prossimi allo zero.
Lo scorso 11 gennaio, in concomitanza con l’annuncio delle nuove nomine in cda, GameStop ha comunicato i risultati delle vendite nel periodo natalizio. Nonostante un +309% per le vendite online, il testo riporta un declino nelle vendite totali del 3,1% su basse annuale, causato principalmente “dalle chiusure temporanee imposte dalla pandemia” ma soprattutto dalla “strategia di ridimensionamento degli store”.
A oggi il canale online rappresenta il 34% delle vendite totali dell’azienda e nel 2020 ha raggiunto la cifra di 1,35 miliardi di dollari in tutto il mondo. I risultati del quarto trimestre e dell’intero esercizio 2020 saranno diffusi a marzo.
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