Il private equity non teme i dazi di Trump: ecco perché
Per i gestori, i portafogli sono meno esposti ai settori economici più colpiti dalla guerra tariffaria. E la Trumpeconomics potrebbe offrire nuove opportunità
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All’Eurogruppo piace il progetto di un fondo di risparmio europeo per finanziare la transizione sia green e digitale sia le spese per la difesa. Enrico Letta, ospite d’onore all’assemblea allargata a tutti i ministri dell’Economia e delle Finanze dei Ventisette, incassa un primo sì informale alla sua proposta. Un’iniziativa definita essenziale per portare a compimento l’Unione del mercato dei capitali, da lui ribattezzata ‘Unione dei risparmi e degli investimenti’.
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Chiamato dal presidente Paschal Donohoe, l’ex premier italiano ha infatti illustrato il suo rapporto sul Mercato unico e si è focalizzato sull’importanza della creazione di un prodotto di risparmio europeo capace di incanalare il denaro fermo dei cittadini UE verso l’economia reale, attivando in questo modo anche gli investimenti pubblici. Ma deve trattarsi, ha ribadito, di uno strumento “particolarmente attrattivo dal punto di vista fiscale”.
L’Unione conta infatti ben 33.000 miliardi di euro di risparmi privati, di cui oltre un terzo (il 34,1%) detenuti in valuta e depositi. E vede ogni anno ogni anno circa 300 miliardi di euro delle famiglie finire all’estero, principalmente verso l’economia americana, “a causa della frammentazione dei nostri mercati finanziari”. Tutto questo a fronte del fatto che nei prossimi anni saranno necessari ingentissimi investimenti che gli Stati membri, legati dai vincoli di bilancio, non saranno in grado di finanziare. Mario Draghi, nel suo rapporto sulla competitività che verrà presentato dopo l’estate, parla di 500 miliardi all’anno solo per la transizione energetica e per quella digitale. Letta si è quindi soffermato sull’urgenza di agire, senza lasciar passare i mesi che serviranno per l’insediamento della nuova Commissione. “Anche come risposta preventiva alla possibile vittoria di Donald Trump alle presidenziali USA di novembre, con il conseguente possibile disimpegno americano dalla Nato”, ha avvertito.
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Se dunque il vertice si era aperto con l’ormai noto nient tedesco a nuovo debito comune, la conclusione è stata invece unitaria. Lo scetticismo di alcune piazze finanziarie, come la lussemburghese e l’estone, resta. Tuttavia, come ha sottolineato il commissario UE all’Economia, Paolo Gentiloni, “è ora di iniziare la discussione su come immaginare nuovi strumenti comuni per obiettivi comuni”. Anche alla luce del fatto che Next Generation EU scadrà tra due anni e mezzo. Letta si è detto “ottimista” dopo il vertice, rimarcando la buona accoglienza ricevuta dalla sua proposta e la certezza che un’ulteriore spinta arriverà dal rapporto di Draghi. La palla passa dunque all’Eurogruppo, invitato dall’ex premier italiano a prendere in fretta, unito, le necessarie iniziative concrete.
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