Se in tutto l’universo investibile esiste un’asset class che possiamo considerare ideale per pianificare al meglio gli obiettivi finanziari dei clienti, questa è rappresentata dalle soluzioni Income
Reinvestire, consumare, accantonare. Sono queste le opzioni che ci troviamo di fronte grazie al reddito cedolare generato dalle soluzioni Income. È per questo che le consideriamo le “fondamenta” di portafoglio che possano rispondere ad esigenze personalizzate sui diversi obiettivi di investimento che il consulente finanziario può individuare, quantificare, qualificare e prioritizzare per il cliente finale.
Il 2023 è stato un anno peculiare per l’Income, che ha visto prima afflussi e poi deflussi, nonostante i tassi d’interesse siano tornati ad essere estremamente attraenti.
La rinnovata attrattività dell’asset class ha guidato gli afflussi nella prima parte dell’anno, ma la convinzione che una recessione (negli Stati Uniti) non si sarebbe verificata, ha di fatto riposizionato temporaneamente gli investitori sull’equity. A guidare questo comportamento troviamo due bias psicologici, particolarmente diffusi nell’ultimo periodo, chiaramente in contrasto tra loro, destinati a scontrarsi con l’importanza della pianificazione e del posizionamento di lungo periodo. Questi due bias sono l’effetto illusorio della “recency”, overo la tendenza di sovrappesare fatti ed emozioni provati di recente, rispetto a considerare la normale probabilità degli eventi, e il “senno del poi”. Quest’ultimo in particolare si riferisce alla paura di perdere delle opportunità di breve periodo e ragionare, oggi, con il rimpianto di cosa sarebbe stato se non si fosse lasciata “per strada” qualche opportunità. La somma di questi elementi porta l’investitore a compiere scelte impulsive, non razionali.
Essere investitori razionali non è semplice. Le emozioni guidano le nostre scelte quotidiane e qualche volta ci fanno perdere l’orizzonte degli eventi anche all’interno dei portafogli. Per questo motivo, oggi, crediamo che le soluzioni Income possano essere una chiave fondamentale di lettura per evitare di farsi sopraffare dalle emozioni. Considerato poi l’attuale stato dei fatti, probabilmente, tutto ciò appare ancora più vero rispetto a qualche mese fa, ma procediamo con ordine:
1) Le soluzioni income permettono di ricevere una cedola, che può essere reinvestita o meno. Questa possibilità di incrementare l’investimento gradualmente nel tempo evita all’investitore l’ansia di dover reinvestire tutto e subito. Partecipare ai mercati in modo graduale, reinvestendo di volta in volta, tutta o parte della cedola ricevuta, permette di compensare quell’ansia da prestazione che in finanza comportamentale ci porta a commettere gli errori di recency e del senno del poi. “La calma è la virtù dei forti”: quante volte abbiamo sentito ripetere questo detto popolare? Oggi ci sentiamo di farne tesoro e ricordare che spesso gli errori nascono proprio dalla fretta, mentre una partecipazione ai mercati diffusa e dilazionata può aiutare a prendere decisioni meglio ponderate.
2) Nell’ambito della gamma income annoveriamo anche alcune soluzioni multi-asset, che in quanto tali, possono essere considerate strutturalmente diversificate: questo significa che al loro interno offrono una composizione di azioni e obbligazioni. Così facendo, la paura del senno del poi può venire in parte smorzata dalla costruzione di queste soluzioni, permettendo agli investitori di beneficiare della partecipazione al mercato obbligazionario e azionario, con la possibilità di avere un gestore che sceglie quali possano essere quelle opportunità che vale la pena percorrere, tralasciando quelle apparentemente meno adatte al mandato d’investimento.
Non è per nulla facile non farsi sorprendere dalle emozioni quando si investe, e per questo oggi Invesco intende far comprendere al meglio i benefici dell’esposizione alle soluzioni Income, soluzioni dunque che aiutino l’investitore finale ad organizzare al meglio la propria pianificazione finanziaria, focalizzandosi sugli obiettivi di portafoglio di medio lungo termine, delegando al team d’investimento quelle scelte di gestione che più facilmente potrebbero incappare in bias cognitivi.