Dal mercato dei Pir un sostegno alle pmi italiane
Dall’aggiornamento dell’Osservatorio di Assogestioni, la conferma di come le piccole e medie imprese restino il target principale di questi strumenti. E la conferma di un mercato da 19 miliardi
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Il terribile 2022 non ferma il venture capital italiano, che mette a segno il miglior risultato di crescita in Europa. Lo scorso anno gli investimenti in start-up, scaleup e imprese innovative hanno superato gli 1,8 miliardi di euro per un totale di 323 round, registrando un aumento per ammontare investito del 48% rispetto al 2021, il più sostenuto del Vecchio Continente.
È quanto emerge dall’Osservatorio sul venture capital in Italia, realizzato da Growth Capital in collaborazione con Italian Tech Alliance, i cui dati certificano dunque lo scarso impatto delle tensioni macroeconomiche e finanziarie sul settore e confermano la grande partecipazione degli investitori internazionali, con dimensione media dei relativi deal doppia rispetto a quelli con soli investitori nazionali.
Il 2022 è stato poi anche l’anno con il maggiore numero di mega round, quelli sopra i 100 milioni di euro, con 323 operazioni realizzate. Tra queste spiccano Satispay (Serie D, 320 milioni), Newcleo (Serie A, 300 milioni) e Scalapay (Serie B, 212 milioni).
Quanto agli ultimi tre mesi dell’anno, con 203 milioni di euro raccolti in 75 round, si è registrato un rallentamento nella raccolta, in gran parte riconducibile all’assenza di mega round che ad esempio nel terzo quater avevano inciso per oltre il 40%. Il numero di operazioni è rimasto infatti in linea con la media dei quattro trimestri precedenti (463 milioni e 79 round).
Considerando l’analisi per settori, smart city risulta quello con il maggior numero di deal annunciati nel trimestre (15), seguito da software (10). Con 54 round totali, smart city si posiziona al vertice anche a livello annuale, seguito da software e deeptech, rispettivamente con 44 e 40. Guardando invece all’ammontare investito, smart city (501 milioni) e fintech (499 milioni) sono i settori che hanno raccolto di più nei dodici mesi e rappresentano il 55% dell’investito nell’intero anno.
“Il 2022 è stato un anno di notevole maturazione per il venture capital in Italia”, evidenzia Fabio Mondini de Focatiis, founding partner di Growth Capital, stando al quale quest’anno gli investimenti complessivi saranno influenzati dall’elevato dry power (riserve di denaro non ancora utilizzate, ndr) e dalla presenza di mega round.
Gli investitori internazionali nel 2022 hanno partecipato al 26% dei round maggiori di 1 milione, in linea con il 2021. Ma, in termini di ammontare raccolto, l’incidenza dei round con presenza di investitori internazionali è sensibilmente aumentata, passando dal 58% del 2021 al 67% del 2022. “Un trend già anticipato nelle edizioni precedenti dell’Osservatorio che ci si attende proseguirà nel medio-lungo periodo”, assicura lo studio.
Cdp Venture Capital è sempre l’investitore più attivo in termini di operazioni annunciate nel 2022, seguito da Azimut e LVenture. Per quanto riguarda il quarto trimestre, le startup italiane sono state protagoniste di 11 exit, dato in linea con il terzo trimestre. I risultati degli ultimi tre mesi portano a 38 gli eventi di liquidità dell’anno, dato in aumento rispetto ai dodici mesi precedenti, quando erano stati 30. Growth Capital stima che il valore complessivo in termini di enterprise value delle exit annunciate nel 2022 sia ben superiore al miliardo di euro.
“È significativo notare come i numeri dell’ecosistema italiano dell’innovazione inizino ad avvicinarsi (pur mantenendosi ben inferiori) ad altri Paesi storicamente più avanzati in questo ambito”, aggiunge Francesco Cerruti, direttore generale di Italian Tech Alliance, che punta l’attenzione sulla crescita molto limitata registrata in Francia e sul calo in Uk, Spagna e Germania. “Questi dati indicano, insieme al fatto che molti ecosistemi europei sembrano aver raggiunto una fase di maturità, che l’Italia potrebbe avere nei prossimi anni un ruolo sempre più centrale nel settore tech in Europa”, conclude.
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