USA, mercato del lavoro solido: addio a un altro maxi taglio Fed
Il Job report di settembre supera le attese e allontana lo spettro recessione. Ora gli analisti si aspettano due tagli da 25 punti base entro fine anno. “Occhio alla duration”
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Decarbonizzazione, demografia e deglobalizzazione: queste sono le “3D” che avranno implicazioni significative a lungo termine per l’economia e i mercati globali. Negli ultimi 15 anni ci siamo abituati a un’economia caratterizzata da bassa inflazione e da tassi di interesse a zero che hanno reso il prestito di denaro a buon mercato. Ma ora il contesto è cambiato, e il consistente aumento dell’inflazione nella maggior parte delle zone del mondo ha messo fine all’era del denaro facile. La decarbonizzazione, la demografia e la deglobalizzazione contribuiranno probabilmente a mantenere alto il livello dell’inflazione. Questo è un fenomeno che abbiamo ribattezzato “Reset 3D”. Prima di tutto bisognerà fare i conti una volta per tutte con la decarbonizzazione: le imprese aumenteranno le loro spese per modificare le forniture energetiche e ridurre le emissioni di anidride carbonica. Inoltre, se la popolazione continuerà a decrescere, le aziende dovranno ricorrere alla tecnologia per colmare le crescenti carenze di lavoratori specializzati e di competenze, in modo da aumentare la produttività. Infine, abbiamo il fenomeno della deglobalizzazione. Man mano che le aziende concentreranno sempre più la loro produzione nel paese d’origine o in prossimità, le catene di approvvigionamento resilienti avranno un ruolo sempre più importante.
Come abbiamo visto negli ultimi mesi, per contrastare l’aumento dell’inflazione, le banche centrali sono intervenute attuando politiche monetarie restrittive che hanno aumentato i livelli dei tassi di interesse. A cosa porta tutto ciò? Ad una maggiore volatilità. L’ultima volta che gli investitori hanno visto tassi simili a questi è stato in occasione del lancio del primo iPhone, nel lontano 2007. Ma attenzione però, perché non ci sono solamente cattive notizie. La volatilità può essere un fattore positivo per gli investitori attivi, in quanto crea interessanti opportunità per chi è in grado di sfruttare la dinamicità nelle decisioni di investimento.
Abbiamo detto che il nuovo contesto dei mercati è caratterizzato da più volatilità e tassi d’interesse più alti. Questi fattori richiedono un investimento attento, analitico e focalizzato sulle valutazioni. Gli investitori attivi possono diversificare per proteggersi dall’inflazione e dalle variazioni dei tassi d’interesse. Un aspetto da tenere in considerazione saranno le crescenti innovazioni tecnologiche in grado di favorire la produttività, come la robotica e l’intelligenza artificiale. Inoltre, andranno ricercati i beneficiari del cambiamento delle catene di approvvigionamento, in modo da investire in aziende con valutazioni interessanti che rilocalizzeranno la propria attività nel Paese d’origine o in altre zone. Oppure in aziende a bassa capitalizzazione di mercato con una base produttiva domestica, o ancora in strategie di private equity regionali con un focus sulle catene di approvvigionamento. Più in generale, si potrebbero creare delle opportunità in qualsiasi azienda che possa trarre vantaggio dalla deglobalizzazione in atto.
Senza una sfera di cristallo, il futuro rimane sfocato, ma può diventare più chiaro quando si può vedere in 3D. La gestione attiva mette a fuoco i mercati in evoluzione come quello attuale. Da più di 200 anni, Schroders ha la capacità di vedere nuove prospettive e di creare connessioni che un investitore individuale difficilmente riuscirebbe a trovare.
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