Non solo società pubbliche. La nuova frontiera per gli investimenti sostenibili passa anche dai mercati privati, che offrono sempre più opportunità grazie alla solida proprietà delle aziende e a un tasso di crescita importante da ormai 20 anni. La ricetta di Schroders, per generare un impatto positivo beneficiando delle potenzialità dei privati asset
Parliamo spesso di impact investing che indica quegli investimenti effettuati con l’intento di generare, accanto a un ritorno finanziario, un impatto sociale e ambientale positivo e misurabile. Gli investitori che vogliono sostenere una società più equa e un pianeta più sano hanno a disposizione una gamma di opzioni sempre più ampia, tra cui i private asset.
Perché gli asset privati giocano un ruolo così importante nell’impact investing e in che modo il capitale degli investitori costruisce un asset chiave per un futuro sostenibile?
Le grandi aziende pubbliche sono certamente in grado di raccogliere capitali e contribuire agli obiettivi di sostenibilità. Tuttavia, queste aziende da sole non riescono a fare abbastanza. Sempre più spesso la maggior parte del capitale necessario per sviluppare le tecnologie o le soluzioni finanziarie più impattanti proviene dai mercati privati. Infatti, in termini di volumi, i private asset sono cresciuti massicciamente negli ultimi 20 anni, offrendo agli investitori una maggiore scelta. Nello stesso periodo, l’universo delle società quotate nei mercati pubblici è invece diminuito.
In cosa si distinguono le aziende private da quelle pubbliche?
Le aziende private beneficiano di una forte proprietà, di una governance attiva e della prospettiva a lungo termine dei proprietari, senza la pressione di concentrarsi su risultati finanziari ricorrenti, come per esempio le trimestrali. Significa anche che gli investitori hanno un rapporto di vicinanza con l’azienda e maggior possibilità di esercitare un’influenza significativa sul management per quanto riguarda la traiettoria della società e le decisioni da prendere. Certamente, non tutti gli investimenti in asset privati contribuiranno direttamente all’azione per il clima o all’inclusione sociale, ma l’insieme delle opportunità è eccezionalmente ampio e variegato.
Come si presentano esattamente questi investimenti privati e in quale modo contribuiscono a tematiche sociali e ambientali?
Parliamo di private equity che si occupa fondamentalmente della creazione di valore attraverso la crescita di un’azienda e i suoi miglioramenti operativi. Spesso questi miglioramenti passano attraverso la riprogettazione di una linea di produzione in un’azienda tradizionale al fine di migliorare l’efficienza, l’affidabilità e di ridurre i costi. Inoltre, una linea di produzione più efficiente può comportare un minor consumo energetico, che a sua volta contribuisce al raggiungimento dell’obiettivo “net zero”. In questo modo, una proprietà attiva, un orizzonte di investimento a lungo termine e una forte attenzione alla creazione di valore rendono questa asset class molto adatta a raggiungere gli obiettivi di azione per il clima. Naturalmente, i fondi di private equity possono anche rendere la “E” di ESG un obiettivo molto più esplicito. Possono assicurarsi che sia un punto focale durante la due diligence e spingere le società in portafoglio a rafforzare il loro approccio sostenibile, oltre a divulgare i dati ESG nell’intero portafoglio.
Schroders investe nel private equity?
Schroders investe nel private equity e lo fa da oltre 20 anni. Operiamo in questo settore tramite Schroder Capital, la divisione dedicata agli investimenti nei mercati privati con circa 96 miliardi di dollari in gestione. Il nostro team di private equity ha completato più di 100 co-investimenti diretti allineati agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. Questo perché abbiamo la consapevolezza che l’alpha finanziario e quello ambientale o sociale siano tra loro fortemente interconnessi.
Un esempio di impact investing operato da Schroders?
Certo, un esempio recente di impact investing tramite private equity è il coinvestimento in un fornitore leader di impianti per il fotovoltaico negli Stati Uniti, utilizzati sia a livello nazionale che commerciale. Questo modello riduce l’inquinamento e rende i processi produttivi molto più efficienti, puliti ed economici nel corso della loro vita. Ciò comporta benefici per l’ambiente e favorisce il miglioramento della redditività. Un altro caso riguarda Tradera, una piattaforma commerciale leader nel settore consumer-to-consumer, che consente di acquistare e vendere prodotti di seconda mano. Questo servizio rappresenta un’enorme opportunità di crescita. Ci aspettiamo che nei prossimi anni il re-commerce, o “economia dell’usato”, assumerà un’importanza enorme. In questo caso, il team di Private Equity ha co-investito nell’azienda insieme a un general partner, con l’intenzione di espandere l’offerta in nuovi prodotti e su nuovi territori in Europa, ma non solo. In questo caso è il concetto di economia circolare ad essere centrale: per ogni prodotto scambiato di seconda mano, si risparmiano i materiali, l’energia e le conseguenti emissioni di CO2 generate per la produzione di un nuovo prodotto. In tempi di rallentamento economico, riteniamo inoltre che la diffusione del commercio di seconda mano comporti un significativo vantaggio sociale, consentendo a una fascia demografica più ampia l’accesso a beni che in precedenza non sarebbe stato possibile comprare. Questi esempi mostrano l’efficacia della relazione diretta tra private asset e impact investing e suggeriscono quanto sia rilevante integrare, ad esempio, il private equity all’interno di portafogli diversificati, al fine di facilitare tramite gli investimenti un reale cambiamento positivo in termini ambientali e sociali.
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