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Secondo Bain, entro il 2030 oltre la metà del territorio nazionale sarà esposto a rischi fisici. Con gravi conseguenze per i portafogli degli istituti. “Necessario introdurre strategie di mitigazione”
Il cambiamento climatico è una seria minaccia anche per le banche italiane. Entro il 2050, infatti, oltre il 60% degli asset immobiliari nei portafogli degli istituti sarà esposto ai rischi fisici come inondazioni, siccità e incendi. Ad alzare il livello d’allarme per le istituzioni finanziarie è un’analisi condotta da Bain & Company e Jupiter Intelligence, che mostra come l’80% dei sei Paesi presi in esame (Stati Uniti, Germania, Italia, Indonesia, Australia, Brasile) sarà in pericolo per gli eventi estremi al surriscaldamento globale di qui a 27 anni.
Solo nel 2021 le perdite legate a disastri naturali hanno pesato per circa 300 miliardi di dollari sull’economia globale. E la situazione peggiorerà, con significativi e molteplici impatti sulle istituzioni finanziarie in generale e, più specificamente, sul valore degli asset e sulla redditività delle banche. Eppure, rileva l’indagine, solo il 18% dei player europei del credito ne tiene conto conto nelle proprie strategie.
Italia, a rischio la redditività dei prestiti ipotecari
In particolare, oltre il 40% del territorio italiano è già attualmente esposto al rischio fisico e si prevede che possa superare quota 60% entro il 2050. Gli autori dello studio hanno quindi simulato un portafoglio di diecimila asset per capire quale sia l’incidenza sulle attività immobiliari degli istituti. “In assenza di azioni di mitigazione, entro il 2050 il valore delle garanzie ipotecarie delle banche italiane potrebbe diminuire del 15%. Questo, a sua volta, potrebbe colpire la redditività dei prestiti ipotecari di questi operatori, con una contrazione fino al 10%”, spiega Rocco D’Acunto, partner del gruppo di consulenza.
Gli analisti hanno preso in considerazione diverse tipologie di disastro naturale: dalle precipitazioni al vento fino al calore e il freddo. Tra queste, le più rilevanti per i portafogli italiani sono inondazioni, siccità e incendi. Sulla base di un punteggio che sintetizza tali minacce, l’impact assessment di Bain ha quindi attribuito un’intensità di rischio all’area geografica. Ebbene: al 2050, il 60% degli asset immobiliari nei portafogli delle banche italiane potrebbe essere in pericolo, con una concentrazione particolare in Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia.
Non solo mitigazione. L’importanza di strategie a valore aggiunto
“Il cambiamento climatico sta avendo e avrà in misura maggiore nei prossimi anni un impatto significativo sul settore bancario, senza risparmiare nessun mercato. Attualmente, le banche italiane stanno mettendo in atto strategie ancora limitate per affrontare l’esposizione al cambiamento climatico”, osserva D’Acunto. Per l’esperto, gli istituti che si impegneranno su questo fronte, riuscendo ad anticipare la concorrenza e a sviluppare soluzioni di finanziamento, advisory e protezione per supportare i clienti nel percorso di adaptation, saranno in grado di ridurre i rischi e cogliere nuove opportunità di business. La mitigazione, come sottolinea la associate partner di Bain Ghizlene Azira, potrebbe produrre un aumento del 15-20% nel reddito operativo netto delle banche al 2030 se associata ad azioni di creazione di valore.
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