Assicurazioni, la Gen AI rivoluzionerà la distribuzione di 6 compagnie su 10
Secondo EY, il settore investirà in questa tecnologia 90 milioni nel 2025 e 140 nel 2026. Trasformando il rapporto con il cliente e i processi interni
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Nonostante il risparmio sia stato messo a dura prova dall’inflazione, sono in aumento gli italiani che scelgono di investire affidandosi alle soluzioni fintech. Gli strumenti digitali di finanza personale spopolano soprattutto tra i giovani ma si stanno affermando anche in tutte le altre fasce d’età, con Etf e piani di accumulo in testa alle preferenze. È quanto emerge da due sondaggi delle piattaforme Scalable Capital e Gimme5, secondo le quali gli investitori smart sono attenti soprattutto a sostenibilità e diversificazione del portafoglio. E agiscono secondo un’ottica di lungo periodo.
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Secondo l’analisi condotta da Gimme5 su un campione di clienti, sono in molti ad accantonare con criterio: il 51% utilizza strumenti smart in modo sistematico e il 18% si serve di un conto dedicato, separato da quello riservato alle spese. Il 40% dei rispondenti ritiene poi che il salvadanaio digitale sia stato fondamentale per la gestione del denaro nell’ultimo anno: in particolare, il 37% definisce la “funzione obiettivo”, quella che consente di impostare da uno a cinque target di risparmio per ogni utente, determinante per mettere da parte una quota delle proprie entrate mentre gli automatismi di accantonamento hanno agevolato il 42% dei clienti. Una parte degli intervistati (30,6%), tuttavia, afferma di riuscire a risparmiare solo a fine mese, con il rischio di non accumulare capitale dopo aver sostenuto tutte le spese. E c’è ancora chi utilizza lo stesso conto destinato alle spese (25%) o, addirittura, un salvadanaio tradizionale (6%).
Gli esperti di Gimme5 indicano che l’aumento dei prezzi è il principale fattore di ostacolo per il risparmio individuale (50,8%). Seguono le emergenze finanziarie impreviste (34,1%) e l’assenza di disponibilità economiche (31,4%) ma anche il mancato controllo delle spese (21,3%) e gli acquisti d’impulso (16,3%). Ne deriva che, nonostante il 79% del campione consideri il risparmio fondamentale, la percentuale di chi riesce effettivamente ad accantonare con costanza si arresta al 54%. A fare più fatica sono i Gen Z (42%) e le donne (32%), ancora penalizzate da gender gap e discontinuità lavorativa. Il 46% del campione risparmia solo saltuariamente: il 26% se necessario e il 20% raramente o mai.
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Sulle casse degli italiani pesa però anche la scarsa educazione finanziaria, che genera inefficienze in termini di finanza personale. Analizzando infatti le modalità di gestione di entrate e uscite, oltre la metà degli intervistati non adotta ancora un budget mensile (51,4%) e dedica meno di mezz’ora a settimana al monitoraggio delle spese (55%). Una pratica che viene effettuata tramite funzioni dedicate sul conto corrente (42,6%), fogli di calcolo (28,7%), app ad hoc (22,5%) o carta e penna (6,2%). Non solo: la finanza personale resta ancora un tabù, da affrontare solo tra le mura domestiche (65%) o con il partner (28%). Sul lavoro o con gli amici se ne parla poco (rispettivamente nel 36% e 31,9% dei casi) e ancor meno a scuola (2,3%). Nonostante questo, il 59% del campione afferma di avere buone conoscenze legate a tecniche di risparmio e il 33% addirittura ottime, accantonando non appena riceve lo stipendio (38,4%) o ogni settimana (30,6%).
Quanto agli investimenti digitali, dall’indagine di Scalable emerge come siano Etf e piani di accumulo le soluzioni più utilizzate. In particolare dai millennial, gli individui tra i 25 e i 34 anni, che rappresentano il cluster d’età più numeroso (39% del totale). E sono i più giovani, quelli tra i 18 e i 34 anni, a richiedere maggiormente fondi passivi: detengono infatti quasi tre quarti del patrimonio investito tramite questi strumenti, ritenuti attrattivi anche dal punto di vista dei costi. Insomma, l’obiettivo non è il mero trading per il guadagno immediato, ma la creazione di valore sul lungo periodo. La società sottolinea che si tratta di un comportamento comune a tutti e sei i Paesi in cui opera (Germania, Austria, Italia, Spagna, Francia e Paesi Bassi) e attribuibile alla consapevolezza di dover provvedere da soli alla propria pensione.
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Quasi la metà dei clienti di Scalable Broker investe regolarmente: gli utenti hanno attivi, in media, quasi quattro piani di accumulo e impegnano poco meno di 450 euro al mese, cifra che risulta essere ancora più alta tra le donne. In generale, oltre due terzi sottoscrive Etf negoziati in borsa che seguono indici come l’Msci World. La seconda scelta di prodotto, per tutte le fasce d’età, sono invece le azioni. Anche se, in questo caso, la quota scende proporzionalmente al di sotto del 60% con l’aumentare degli anni.
La fascia d’età compresa tra i 25 e i 34 anni è in testa alla classifica dei risparmi, con il 39% del volume dei piani di accumulo. Seguono i 35-44enni, con quasi il 30% del totale. La cosiddetta Gen Z (18-24 anni) ha aumentato la propria quota di risparmio di 4,5 volte dal 2021. Grande attenzione viene data ai costi: non solo relativamente alle commissioni d’ordine ma anche ai prodotti scelti. Negli ultimi due anni, con un aumento di oltre sei volte del numero degli utenti, questo gruppo ha registrato la crescita proporzionale più forte. La percentuale di donne è in aumenta in tutte le fasce d’età, soprattutto tra i giovanissimi: tanto che rappresenta oggi un quarto della customer base rispetto al 7% registrato al lancio di Scalable Broker.
La tematica AI è sempre più popolare ma gli Etf tematici preferiti sono senza dubbio i fondi dei settori dell’energia pulita e del cambiamento climatico. E tra tutti i gruppi di età, è la Generazione Z a prediligere maggiormente questa tipologia. Complice il rialzo dei tassi di interesse, dall’inizio dell’anno sono poi più che raddoppiati gli investimenti su obbligazioni ed Etf obbligazionari. In particolare, i più popolari sono i prodotti con una breve durata o i fondi passivi del mercato monetario. Questi, come gli interessi offerti sulla liquidità, rimangono comunque marginali nella maggior parte dei portafogli. Vengono più che altro utilizzati a fini di diversificazione: gli investitori mantengono infatti il loro orizzonte di lungo termine e si concentrano principalmente sugli Etf azionari o sui singoli titoli.
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