Reti, ad aprile raccolti 4 miliardi. Riparte il gestito
Continua il momento d’oro dell’amministrato, spinto dal boom dei Btp. Saldo positivo per fondi comuni e gestioni individuali. Fideuram ancora al top, Mediolanum prima nel gestito
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L’Italia è uno dei Paesi con la maggiore penetrazione del private banking, che negli ultimi anni ha saputo dimostrare un’eccezionale capacità di resistere alle fasi di difficoltà e mantenere e accrescere la fiducia della clientela. A spiegarlo è Andrea Ragaini, presidente dell’Associazione italiana private banking (Aipb), che in un’intervista a FocusRisparmio ha argomentato come, seppur penalizzato dal sistema Paese, l’industria in Italia sia stata in grado di costruirsi un solido posizionamento competitivo, con standard qualitativi molto elevati e un buon grado di attrattività rispetto agli altri centri finanziari internazionali. Questo ha fatto sì che, anche se le esigenze dei clienti sono mutate nel tempo, il private banking abbia saputo continuare a garantire uno dei suoi fattori caratteristici, cioè la protezione dei patrimoni nel tempo, e a soddisfare la clientela grazie alla vicinanza del banker. Per il futuro, continua il presidente di Aipb, la sfida è continuare su questo solco, rispondendo positivamente alle tante sfide che l’industria si trova a dover affrontare, dalle mutate condizioni di mercato alle dinamiche generazionali, passando per l’ascesa dei digital asset.
È quella di una industria attiva e in forma che ha saputo crescere in modo importante negli ultimi anni e che gestisce oggi 950 miliardi di euro di risparmi delle famiglie italiane, pari a un terzo della ricchezza investibile e alla metà dei loro investimenti finanziari. Anche in un anno estremamente complesso come il 2022 siamo riusciti…
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