Nella prima puntata di “Alleati per il futuro”, il format di FocusRisparmio in collaborazione con Allianz Bank Financial Advisors, Mario Ruta (Allianz Bank Financial Advisors), Alberto Brambilla (Itinerari Previdenziali) e Diego Martone (Demia) hanno dialogato sul tema della previdenza complementare delineando i vantaggi e l’impatto sul risparmiatore italiano che, stando alla ricerca presentata in studio, non ha le idee chiare sul proprio futuro pensionistico
La prima puntata di “Alleati per il futuro”, il format di FocusRisparmio in collaborazione con Allianz Bank Financial Advisors è disponibile on demand su FR|Vision e apre così la stagione di 8 episodi che terminerà a fine anno. Un viaggio, con esperti del settore, giornalisti, accademici, economisti, attraverso il mondo della previdenza complementare e le età del risparmiatore. Dopo le prime due puntate, infatti, il format seguirà tutte le fasi di crescita del risparmiatore, dai neonati agli anziani, con il focus della previdenza: cosa è necessario fare per avere una pensione che soddisfi i bisogni del futuro stile di vita? Quando è meglio iniziare a pensarci? Con che tipo di integrazione? E la previdenza complementare?
Nella prima puntata, dal titolo “Previdenza complementare: cos’è e perchè è importante”, in studio: Mario Ruta, direttore commerciale e vicedirettore generale di Allianz Bank Financial Advisors, Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali e Diego Martone, fondatore e ceo di Demia, che ha curato per il format un sondaggio ad hoc che di puntata in puntata sarà sviscerato dagli esperti. Nel report si notano diverse dicotomie generazionali, sia in termini di aspettative sulle prestazioni pensionistiche sia in termini di bisogni e tempistiche.
Gli ospiti hanno fatto il punto più in generale sul settore, raccontandone la crescita e l’impatto sui risparmiatori – coadiuvati da una vox populi dedicata che ha raccolto le opinioni dei risparmiatori a Milano, che si sono divisi tra coloro i quali hanno già pensato a risparmiare in qualche modo in previsione della pensione e chi crede che la pensione, un po’ in linea ai luoghi comuni, potrebbe non vederla mai.
Tuttavia, se a livello di pensione pubblica le difficoltà esistono e impattano specialmente sulle nuove generazioni (tanto più se si guardano i dati sul mercato del lavoro), la previdenza complementare si pone in questo contesto come giusto alleato per pianificare la propria stabilità finanziaria del futuro.
Il ruolo degli operatori del settore
A tal proposito Mario Ruta ha ricordato il ruolo degli operatori del settore in un contesto, come quello italiano, di acclarata scarsa educazione finanziaria. “In quello che è il panorama nazionale della ricchezza abbiamo sicuramente una corsia preferenziale, perché possiamo guidare verso scelte consapevoli i nostri clienti”. E rincara con una provocazione, e cioè, dice l’esperto, se in questo scenario la previdenza complementare si pone come “una necessità, allora il termine complementare è inappropriato, nel senso che dovrebbe essere previdenza complementare obbligatoria”.
Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
Alle preoccupazioni della vox populi fa eco Brambilla: “Il sistema previdenziale italiano è un sistema previdenziale pensionistico che tiene” e ricorda che “l’Italia ha precorso i tempi” in termini di previdenza. Ciò che le famiglie italiane, secondo il professore, scontano è la mancanza di conoscenza – specialmente in quelle più giovani – del cambio di metodo che nel 1996, grazie alla riforma Dini, è passato da retributivo a contributivo. Il paradigma e il meccanismo è cambiato ma nelle famiglie italiane sembra non aver attecchito: “Non devo più pensarci alla fine della carriera lavorativa” dice Brambilla, ma “devo pensarci all’inizio e quindi prima ci penso meglio è, prima accumulo contributi più il tasso di capitalizzazione produrrà dei risparmi aggiuntivi”.
A fotografare la confusione a volte dei risparmiatori è l’indagine portata avanti da Demia. Ad esempio, per quanto riguarda il sistema pensionistico obbligatorio, “soltanto il 60% del campione ci dice di essere in grado di esprimersi sul tema” fa sapere Martone. Dall’indagine si evince che la scarsa conoscenza ha a che fare anche con gli obblighi di eroga della pensione, ma anche che gli italiani ripongono una bassa fiducia nel sistema.
Così Ruta ricorda ancora una volta che sono gli operatori del settore, consulenti finanziari in primis data la loro vicinanza al risparmiatore, a doversi porre come guida verso una consapevolezza previdenziale maggiore. Bisogna abituare il cliente, dice Ruta, “a una pianificazione olistica perché spesso si pensa che con i soldi si possano gestire tutti i rischi” e invece è più efficace creare “con il cliente una reale mappatura delle esigenze future a prescindere da quelli che sono poi i trend di mercato nel breve periodo”.
Fidelity: il 40% non è finanziariamente preparato per cicli di vita più lunghi. Per il 57% non ci sono soluzioni sufficienti sul mercato e oltre la metà aumenterà l'esposizione ad azioni e private asset
I fondi negoziali crescono, ma resta ancora tanta strada da fare. Maggi: “Tasso di adesione al 30-35%: è necessario aumentarlo, soprattutto tra i giovani”. Pronta la nuova campagna informativa
Indagine Amundi: in tutto il mondo i risparmiatori si informano e investono sempre più online. Italiani meno propensi al digitale: l’interazione umana resta preferita
La seconda puntata di “Alleati per il futuro”, il format promosso da Allianz Bank, registrata al Salone del Risparmio 2025 in diretta giovedì 24 alle ore 11.00. In studio: Nicola Palmarini, Carlo Balzarini e Francesca Bettio
La conferenza Assogestioni fotografa un sistema pensionistico ancora in salute. Ma per Nava (UE) e Fava (Inps) serve un ponte con i fondi pensione per aiutare i giovani. Educazione finanziaria, prodotti più competitivi e apertura ai mercati privati la ricetta dei gestori
Si continua a risparmiare denaro ma non lo si mette a frutto, soprattutto al Sud (71%). E la previdenza integrativa è diffusa solo al Nord (29%), con il 65% dei meridionali che si dice non interessato. La ricerca Athora
Covip: risorse in aumento rispetto ai 224,4 miliardi del 2023. Gli iscritti sfiorano i dieci milioni. E i rendimenti battono la rivalutazione del TFR grazie ai mercati
Calo demografico, invecchiamento progressivo, aumento dell'aspettativa di vita e contrazione del mercato del lavoro: il sistema pensionistico pubblico italiano incespica nell'inseguire le nuove connotazioni della società. Cresce intanto la previdenza complementare. Su FR|Vision un format promosso da Allianz Bank Financial Advisors ne analizza l'impatto sul futuro dei risparmiatori
Grazie a un’occupazione in ripresa benché distante dai livelli europei, migliora il rapporto attivi/pensionati, fondamentale indicatore di tenuta della previdenza italiana: nel 2023 si attesta a quota 1,4636, valore molto vicino alla soglia di ‘sicurezza’ dell’1,5. Il sistema regge e continuerà a farlo, a patto di compiere - in un Paese che invecchia - decisioni più oculate in materia di anticipi e welfare complementare
Iscriviti per ricevere gratis il magazine FocusRisparmio