Mercati, occhi sull’inflazione Usa e i verbali Fed: il calendario della settimana
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L’inflazione si terrà il centro della scena. Insieme alla politica monetaria, allo stato di salute dell’economia e alle tensioni geopolitiche. Ma dopo dodici mesi terribili, la visuale sui mercati appare un po’ più chiara e, a detta degli investitori, trovare opportunità di investimento non si annuncia una missione impossibile né per l’obbligazionario né per l’azionario. Fermo restando che la selettività sarà fondamentale: quello attuale resta un mercato per gestori attivi.
Per Fabiana Fedeli, cio equities multi asset and sustainability di M&G Investments, si inizia a intravedere la luce alla fine del tunnel dei rialzi dei tassi, con le banche centrali che probabilmente smetteranno con gli aumenti nella prima metà del 2023. “Tuttavia non vedo margine di manovra per una retorica meno aggressiva da parte delle banche centrali”, chiarisce l’esperta, precisando che, se la conferma che il picco dell’inflazione è stato superato favorirebbe un miglioramento del sentiment, è comunque probabile che i mercati inizino a guardare a un’eventuale recessione. Recessione che soprattutto in Europa è molto probabile.
“Alla luce di queste dinamiche, la selettività sarà fondamentale per individuare società con bilanci solidi e un forte potere di determinazione dei prezzi. La recente stagione degli utili ci ha mostrato che aziende dello stesso settore hanno generato utili molto diversi a seconda dell’esposizione, del controllo dei costi, del mix di prodotti e della qualità del management”, avverte quindi la Fedeli.
A livello di Paesi, M&G Investments vede opportunità selezionate in tutti i mercati. In particolare in Giappone, dove le riforme e le ristrutturazioni aziendali continuano a trarre impulso, per l’esperta ci sono ampie possibilità di cogliere occasioni specifiche sui titoli. “Crediamo che anche la Cina offra opportunità interessanti – aggiunge -. Pur avendo registrato una tra le migliori performance del momento, le valutazioni sono ancora convenienti e i titoli sono scambiati a livelli di sofferenza che non riflettono i fondamentali sottostanti. Continuiamo poi a prediligere temi di più lungo periodo come le energie rinnovabili e le infrastrutture”.
Passando al reddito fisso, dopo un anno chiuso con le perdite peggiori degli ultimi 50, secondo Norman Villamin, chief investment officer wealth management di Ubp, anche se il rischio principale nei prossimi mesi sarà il peggioramento della qualità del credito e l’ampliamento dello spread, le aspettative di inflazione in calo e le cedole elevate in termini assoluti stanno convergendo per offrire opportunità di rendimenti moderati.
“Riteniamo che una strategia sul credito Usa in dollari di tipo hold-to-maturity e incentrata sulla qualità possa offrire opportunità interessanti all’inizio del 2023, quando il mercato sposterà l’attenzione dai rischi di inflazione a quelli di recessione – afferma Villamin-. Potrebbe anche svilupparsi un’opportunità nei segmenti più rischiosi dei mercati del credito, con i rendimenti più elevati che superano il 10% in prossimità della fine dell’anno. Tuttavia, con spread che sono solo vicini alle medie storiche, preferiremmo che le obbligazioni rischiose prezzassero meglio un prossimo ciclo di default, per far pendere l’equilibrio rischio-rendimento in netto favore degli investitori”.
Quanto all’Europa, l’esperto Ubp raccomanda cautela e selezione proattiva: le tante sfide strutturali del Vecchio Continente fanno aumentare il rischio di coda di un’ondata di default che potrebbe essere più che ciclica. “Gli investitori in grado di adottare una prospettiva di medio termine possono guardare agli investimenti nel credito distressed per cercare di capitalizzare le potenziali sfide di questo ciclo del credito”, sottolinea.
Per Eugene Philalithis, gestore del fondo FF Global Multi Asset Income di Fidelity International, anche se il rischio di hard landing è aumentato, potrebbero esserci maggiori opportunità per assumere un rischio selettivo. A suo dire, sono tre i fattori chiave traineranno i mercati nel 2023: inflazione, rallentamento economico e risposta delle banche centrali. “In questo contesto – commenta – manteniamo un posizionamento difensivo, con una view prudente nei confronti dei titoli di credito e azionari più rischiosi”.
Per Philalithis, i titoli di Stato avranno un ruolo crescente nei portafogli e offriranno diversificazione e un livello di reddito più elevato. “Con l’avanzare dell’anno e l’aggiustamento delle valutazioni nell’azionario e nell’high yield, cercheremo opportunità per tornare a investire nel rischio. Riteniamo inoltre che l’attuale rivalutazione rappresenti un’opportunità per incrementare le nostre distribuzioni di reddito”, spiega, aggiungendo che l’Asia rimane promettente, con l’economia cinese in fase di transizione che potrebbe offrire opportunità più concrete nel 2023.
Quanto ai settori, il gestore guarda a quelli dove le valutazioni sono interessanti e gli utili meno esposti alla crescita economica, come nell’healthcare. E per il reddito fisso punta su mercati con rendimenti reali positivi, come Brasile o Corea. “Ora che il focus del mercato passerà da inflazione a rallentamento della crescita, gli asset difensivi come i titoli di Stato e il credito investment grade sono i favoriti. Le azioni difensive e di qualità dovrebbero continuare ad avere un andamento migliore rispetto al mercato in generale e le coperture azionarie rimarranno uno strumento importante per la nostra gestione del rischio azionario e come ‘cash proxy’ a maggiore efficienza”, conclude.
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