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“Il mio avvicinamento alla finanza è stato graduale ma assolutamente non casuale. Facevo ragioneria serale, quando uscivo da scuola passavo davanti alla Banca Rasini che esponeva il listino di Borsa e, alle 11 e mezzo di sera, mi fermavo sempre a guardarlo. Solamente per passione”.
Sono forse racchiuse tutte in questa battuta, pronunciata in occasione dell’evento Assogestioni per i 30 anni dei fondi comuni in Italia, la determinazione e la passione di Angelo Abbondio, pioniere del risparmio gestito tricolore. Con la sua morte, avvenuta ieri a 81 anni, l’industria italiana perde un padre nobile che ha contribuito in prima linea a fare grande il settore, un fondatore cui tutti riconoscono il merito di essere stato tra i primi a intuire le potenzialità del risparmio italiano, tanto da esser noto con l’appellativo di Guru di Borsa Italiana.
Un pioniere che sapeva utilizzare anche l’ironia. “Se avessi vicino a me un numero di Playboy e un bilancio, per prima cosa guarderei il bilancio”, raccontò sempre nel 2014 alle telecamere dell’Associazione.
Milanese, classe 1942, animato da questa passione iniziò a collaborare con un’edicola per la quale distribuiva Il Sole 24Ore al mondo della finanza, per poi diventare finalmente agente di cambio e, da lì, imporsi come uno dei protagonisti assoluti di quel mondo e guadagnarsi il titolo di pioniere dei fondi comuni a metà degli anni Ottanta.
La sua iniziativa più famosa fu il noto Fondo professionale, il fondo di investimento gestito da Sprind e lanciato nel 1984 insieme a un gruppo di dieci agenti di cambio tra cui Ettore Fumagalli, Attilio Ventura e Renzo Zaffaroni. Il fondo fu poi comprato dal gruppo De Benedetti per circa 60 miliardi ed è rimasto nella memoria degli addetti ai lavori della Borsa sia per le performance sia per essere stata una delle prime iniziative nel settore. Fu infatti il terzo fondo, dopo quelli di Imi e di Ras, ad essere lanciato in seguito alla legge 77 del 1983 che istituì e disciplinò il settore.
“Quando avevamo studiato l’iniziativa – raccontò anni dopo Fumagalli nel libro ‘Affari in Piazza’ di Fabio Tamburini – il nostro break even point era intorno ai 18 miliardi di raccolta e ci sarebbe bastato arrivare a 30 miliardi. L’obiettivo era avere un committente nostro, nel quale potevamo far investire i clienti. Bene, nel giro di un anno raccogliemmo 1.000 miliardi”.
Archiviata l’avventura in Sprind, nel 1994 Abbondio creò Symphonia Sgr, una delle realtà italiane di private banking più dinamiche. Gli azionisti erano la Fondazione Umano progresso, costituita da Abbondio all’epoca della vendita di Sprind, con il 70% e con il 30% il team di gestione composto dallo stesso Abbondio, dal figlio Giampaolo, da Filippo Casagrande e da Luigi Ravasi. Symphonia venne poi ceduta alla Bim della famiglia Segre nel 2003.
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Tra le avventure professionali più recenti, poi, anche la creazione di una società fiduciaria nel Canton Ticino, con cui Abbondio intendeva dare battaglia ai blasonati e riservati gruppi svizzeri da sempre depositari dei risparmi italiani.
Perché, appunto, le sue iniziative professionali furono sempre improntate alla tutela del risparmio, come dimostrò negli anni della bolla di Internet riuscendo a limitare i danni. Senza però risparmiare critiche per l’eccessiva burocrazia. “Negli ultimi tempi è cambiato qualcosa dal punto di vista della tutela. Ma è cambiato qualcosa soprattutto in senso burocratico. Va bene che il sottoscrittore sia tutelato, però mi sembra che in questo momento sia tutelato in modo eccessivo”, osservò sempre nel 2014 ai microfoni di Assogestioni.
Ma Abbondio non fu solo il Guru di Borsa Italiana e in tantissimi lo ricordano anche per le numerose azioni filantropiche. Nel 1986 acquistò all’asta il celeberrimo dipinto “Fiumana” di Giuseppe Pellizza da Volpedo, opera che anticipa il capolavoro “Quarto Stato”, per poi donarlo alla Pinacoteca di Brera di Milano, rispondendo all’allora premier Bettino Craxi che glielo chiedeva per la Permanente: “Il quadro è mio e lo dono a chi mi pare”. Amico di Don Giussani, creò tra le altre cose anche “Fondazione Umana Progresso”, per offrire aiuti concreti ai Paesi in via di sviluppo, e un ristorante a Milano gestito da disabili.
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