Reti, a luglio raccolta a quota 2,9 miliardi. Boom dei titoli di Stato
Risultati in linea con giugno. Ancora in forte crescita l’amministrato. Bene anche il gestito: saldo positivo per i fondi azionari e obbligazionari. Fideuram pigliatutto
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Anima Sgr è il primo asset manager italiano ad adottare lo European Fund Classification (Efc), il sistema di classificazione pan-europeo lanciato per la prima volta nel 2008 da Efama.
“Abbiamo aderito al progetto promosso da Efama e da fine giugno i nostri fondi sono mappati sul sito dedicato dell’associazione europea”, commenta a FocusRisparmio Andrea Mandraccio, responsabile divisione istituzionali e wholesale di Anima nonché responsabile dello sviluppo all’estero del gruppo.
“Penso che lo sviluppo di uno standard europeo di classificazione dei fondi sia un passaggio utile per favorire la confrontabilità dei fondi e la possibilità, anche per gli asset manager italiani, di competere sul piano europeo, come in Anima abbiamo cominciato a fare da circa cinque anni, puntando in particolare su Spagna, Germania e Svizzera”, aggiunge.
Lo European Fund Classification, abbreviato con l’acronimo Efc, è un modello europeo di classificazione dei fondi basato sui portafogli e di natura volontaria sviluppato da Efama in collaborazione con un gruppo rappresentativo di asset manager europei. La versione originaria è stata lanciata nel 2008. La versione attualmente vigente è stata definita nel 2012.
Efc si basa su un monitoraggio regolare dei portafogli da parte di FundConnect, una società terza scelta da Efama al termine di una procedura di selezione. Per le Sgr che intendono aderire non ci sono costi aggiuntivi per le informazioni da inviare a FundConnect.
“L’idea di avere una classificazione europea di proprietà dell’industria e non gestita da un data vendor esterno” quali sono ad esempio Refinitiv e Morningstar – spiega Alessandro Rota, direttore dell’ufficio studi di Assogestioni – “prende le mosse dal desiderio di assumere maggior controllo sul modo in cui sono presentati i propri prodotti. Tanto più che le classificazioni esterne spesso risultano essere delle black box di cui non è sempre chiaro il processo di gestione e funzionamento”.
Efama punta molto sulla diffusione del sistema Efc in Europa, tanto da creare un’apposita Taskforce presieduta da Miranda Seath, proveniente dalla The Investment Association britannica. “Stiamo cercando di costruire partnership con i principali distributori europei e piattaforme di investimento per assicurarci che quando gli investitori selezionano i fondi, possano utilizzare le categorie Efc per trovare e filtrare i fondi”, spiega a FocusRisparmio l’esperta. Attualmente la Taskforce sta esplorando una potenziale partnership con Euronext Funds360 per classificare i fondi domiciliati in Francia.
Oggi più di 500 società di gestione hanno scelto di aderire alla classificazione Efc. Secondo i dati Efama, l’universo totale dei fondi classificati è 19.168 fondi, corrispondenti a 85.647 classi. “Da inizio 2021 hanno aderito al sistema Efc cinque case prodotto”, racconta Seath.
I fondi aperti distribuiti in Italia che rientrano nella classificazione Efc a fine giugno ammontano a 420 miliardi di euro (35% del mercato). In larga parte si tratta di prodotti promossi da case estere ai quali si sono aggiunti da quest’estate anche le gestioni collettive del gruppo Anima.
“Evidentemente per quanto riguarda i prodotti italiani, c’è ancora molta strada da fare”, osserva Rota, il quale auspica che “la mossa di Anima apra una strada verso una maggior adozione anche da parte delle Sgr domestiche”.
“Il modello Efc non sostituisce, bensì si affianca agli eventuali sistemi di classificazione nazionali già esistenti – come quello Assogestioni – per consentire la comparazione omogenea dei fondi a livello pan-europeo”, conclude Rota.
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