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Sulla raccolta di aprile pesano le oscillazioni delle gestioni istituzionali, ma i fondi aperti continuano a beneficiare della fiducia dei risparmiatori e mettono a segno il 25° mese consecutivo di flussi positivi. La volatilità non intacca la preferenza per il comparto azionario
Nonostante il difficile scenario geopolitico e di mercato, dalla mappa mensile di Assogestioni relativa al mese di aprile emergono segnali di resilienza del mercato retail, con i fondi aperti in territorio positivo per il 25esimo mese consecutivo a +1,6 miliardi, cifra che porta l’ammontare sottoscritto da inizio anno per questa categoria a +14,4 miliardi.
Nei dati trova conferma anche la propensione al rischio dei sottoscrittori, le cui preferenze tra i fondi aperti sono andate nuovamente ai comparti azionari (+2,3 miliardi) e bilanciati (+1,2 miliardi). Prosegue invece l’uscita dai fondi obbligazionari (-2,5 miliardi) in relazione al contesto dei tassi di interesse.
Sebbene i flussi netti dei fondi aperti risultino in rallentamento dai 2,2 miliardi sottoscritti a marzo, il dato positivo a fronte della continua volatilità sui mercati finanziari, dettata dall’accelerazione dell’inflazione e dalle politiche monetarie, conferma la fiducia riposta dagli investitori italiani nell’industria, sebbene la raccolta complessiva di aprile del risparmio gestito risulti in rosso per 1,9 miliardi.
Infatti, i deflussi dalle gestioni di portafoglio istituzionali, che secondo la nota di Assogestioni sono riconducibili a una serie di operazioni infragruppo avvenute nel periodo, sono stati pari a -4,3 miliardi e hanno portato il patrimonio gestito dei portafogli istituzionali sotto la soglia dei 1.000 miliardi a 986.774 mln. In particolare, ad aprile il Gruppo Generali ha registrato deflussi dalle gestioni di portafoglio istituzionali per oltre 5 miliardi. In una nota la società precisa che il risultato di raccolta registrato dal Gruppo Generali è dovuto principalmente a flussi finanziari infragruppo tra le controllate e la Capogruppo. Per contro, Poste Italiane ha raccolto 1,2 miliardi.
Sommando le varie voci della mappa di aprile, il patrimonio complessivo dell’industria si attesta quindi a 2.428 miliardi, in calo dai 2.485 miliardi di fine marzo, per l’effetto combinato della raccolta e della flessione dei mercati, che l’Ufficio studi Assogestioni quantifica in circa -2,3%.
A livello di singole case, spiccano Amundi (+431 milioni), Gruppo Mediolanum (+328 milioni) e DWS (+322 milioni).
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