Liza Crawford, specialist portfolio manager e head of Securitized Research del TCW Fixed Income Group, parte dall’esperienza statunitense per gettare uno sguardo su quanto, in prospettiva, potrebbe accadere anche in Europa
Liza Crawford, specialist portfolio manager e head of Securitized Research del TCW Fixed Income Group
L’integrazione e le iniziative di investimento in ambito Esg sono ormai largamente conosciute in ambito equity, credito corporate e sovrano. Il mercato dei crediti cartolarizzati è una di quelle nicchie ancora poco conosciute dal grande pubblico dal punto di vista di sostenibilità.
Gli Stati Uniti, per ragioni legate anche alla dimensione e profondità di tale comparto, sono un punto di riferimento a cui guardare per comprendere cosa potrebbe accadere in prospettiva anche in Europa. TCW, asset manager altamente specializzato nel campo del reddito fisso, ha un intero team specializzato sul tema e guidato da Liza Crawford, specialist portfolio manager e head of Securitized Research del TCW Fixed Income Group. FocusRisparmio l’ha incontrata per capire le opportunità di impatto a disposizione degli investitori.
L’attenzione ai mercati privati e in particolare ai real assets è in forte crescita e spesso la possibilità di accesso diretto a dati di sostenibilità concreti e misurabili è portata come un punto di forza. È un ragionamento estendibile al campo delle cartolarizzazioni, in particolare (C-R)MBS?
Assolutamente: c’è una crescente attenzione all’efficienza energetica nei mutui ipotecari commerciali e residenziali grazie ai ‘mutui verdi’ (garantiti da proprietà ad alta efficienza energetica o da prestiti per il miglioramento dell’efficienza energetica). Ci sono mutui residenziali verdi in Australia, negli Stati Uniti e nel Regno Unito e mutui commerciali verdi in Europa, nel Regno Unito (anche se più limitati) e negli Stati Uniti (20-30 miliardi di dollari tra CMBS verdi etichettati e non). Inoltre, vediamo un incremento delle costruzioni ad alta efficienza energetica, oltre ai tradizionali uffici di rappresentanza, in varie tipologie di proprietà commerciali, come il multifamiliare, il life science o il cold storage.
Per quanto riguarda gli ABS quali sono secondo il vostro punto di vista le migliori opportunità in vista della creazione di un impatto positivo in termini climatici?
Volendo citarne alcuni, menzioniamo l’installazione di pannelli solari finanziata attraverso ABS solari (inaugurati negli Stati Uniti e, si spera, in espansione a livello internazionale), i prestiti per veicoli elettrici (e ibridi) attraverso ABS focalizzati sul settore auto (finora limitati, ma destinati a crescere con più offerta elettrica/ibrida) e la più recente nascita di strutture best-in-class finanziate da ABS, come i data center.
Come riportate l’impatto ambientale ottenuto su questo tipo di prodotti e con quale livello di dettaglio contando le migliaia di posizioni sottostanti? Come questo tipo di strumento dovrebbe inserirsi all’interno di un portafoglio climate aware?
Sebbene la reportistica sull’impatto ambientale sia limitata se non assente nell’ambito delle cartolarizzazioni, alcune stime segnalano un risparmio da parte di emittenti e terze parti; la disclosure dovrebbe migliorare con il miglioramento della regolamentazione e della tecnologia.
Le obbligazioni cartolarizzate orientate all’ambiente rappresentano un eccellente contributo ai portafogli climate-aware, grazie a vari livelli di protezione contro le perdite legate al rischio climatico e alla trasparenza sulla componente di efficienza energetica del collaterale/prestito sottostante.
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Alla ricerca di Alpha è la rubrica di FocusRisparmio.com dedicata ai fund manager. Ogni lunedì, con l’aiuto degli esperti del settore, vengono messi sotto la lente i fatti recenti più significativi e gli impatti sui portafogli da essi gestiti con una visione impostata sul medio e lungo termine.
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