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Quasi certamente i Verdi siederanno al governo. E gli annunciati programmi d’investimento per la transizione energetica avranno ripercussioni sui Bund e sui prezzi degli asset tedeschi
Comunque vada, sarà verde. Mentre gli occhi del mondo sono puntati sui sondaggi, dai quali si cerca di indovinare chi domenica diventerà il successore di Angela Merkel, un sicuro vincitore delle elezioni in Germania per i mercati c’è già ed è la svolta green che il nuovo governo, qualunque sia la coalizione che lo comporrà, darà alla politica economica tedesca.
“La politica economica della Germania sembra destinata a cambiare direzione dopo le elezioni del 26 settembre, dal momento che è quasi certo che il partito dei Verdi farà parte della coalizione di governo”, spiega Tomasz Wieladek, innternational economist di T. Rowe Price. Anche se infatti l’esito elettorale resta incerto, una ripetizione dell’attuale coalizione (Cdu, Csu e Spd) appare impossibile, visto il programma del Partito Socialdemocratico di una maggiore redistribuzione della ricchezza e regolamentazione del lavoro.
In tutto questo il candidato socialdemocratico, Olaf Scholz, è lanciassimo nei sondaggi, con il partito della Merkel che invece perde costantemente consensi da settimane. Gli attuali sondaggi danno come risultato più probabile una coalizione tra Spd e Verdi, e secondo Wieladek in questo scenario la politica economica potrebbe prendere una direzione molto diversa rispetto agli ultimi 16 anni, con focus su benefici sociali, redistribuzione e uso più proattivo delle politiche fiscali per raggiungere la transizione verso un’economia a zero emissioni di carbonio entro 20 anni.
“A livello europeo, il partito dei Verdi sta proponendo di rendere permanente il Recovery Fund, aggiungendo così uno strumento di politica fiscale al repertorio delle istituzioni europee – osserva l’economista di T. Rowe Price -. Sebbene il livello di tali politiche dipenderà dalle negoziazioni all’interno della coalizione, l’inevitabile spostamento verso un’agenda legislativa con un maggiore focus ambientale sarà probabilmente un cambiamento strutturale per i Bund, e ciò non è ancora del tutto prezzato nelle valutazioni”.
Dello stesso parere Marco Oprandi, head of cross asset solutions di Cirdan Capital, stando al quale il partito politico dei Gruenen riceverà una quantità di voti sufficienti per sedere al tavolo del prossimo esecutivo. “Stimiamo che il partito socialdemocratico tedesco abbia il 65% di probabilità di essere alla guida del prossimo governo. Tuttavia, i sondaggi dimostrano che tra il 30% ed il 40% della popolazione tedesca sia ancora indecisa su chi votare. Quindi, non escludiamo che si possa creare una coalizione”, afferma.
Per Oprandi, una delle possibili alternative riguarda la colazione ‘semaforo’, una coalizione verde-giallo-rosso tra i verdi, i liberali della Fdp (Partito Liberale Democratico) ed l’Spd, il cui stampo sarebbe di centro o di centro-sinistra, ma in ogni caso sarebbe condotta dai socialdemocratici. Potrebbe anche verificarsi la cosiddetta coalizione ‘Giamaica’, che comprenderebbe i partiti Cdu, Fdp ed i Gruenen. In quest’ultimo scenario per l’esperto la leadership sarebbe dell’Unione Cristiano‑Democratica, supportata dai verdi ed i liberali.
“A prescindere dalle potenziali coalizioni, in entrambi gli scenari i verdi saranno presenti – sottolinea l’esperto di Cirdan Capital -. Per questo motivo prevediamo che la Germania punterà ad importanti programmi d’investimento pubblici, volti proprio a rafforzare la transizione energetica per raggiungere un regime a basse emissioni di carbonio”.
Trattandosi di investimenti pubblici, ci si interroga già su come la trasformazione verso il sostenibile verrà finanziata. “Secondo la nostra analisi – chiarisce Oprandi -, potrebbero essere introdotti nuovi aumenti fiscali: queste imposte andrebbero ad impattare sia le persone fisiche, nelle fasce di reddito più alte e introducendo anche un’imposta patrimoniale, sia le società, che potrebbero dover far fronte a un incremento d’imposta. Questo scenario rappresenta il rischio che il mercato vede al momento riguardo le elezioni tedesche”.
D’altra parte I verdi si sono impegnati a spendere 500 miliardi di euro nel prossimo decennio per accelerare la transizione verso le energie rinnovabili, attraverso una combinazione di investimenti in infrastrutture e maggiore tassazione sulle emissioni di carbonio. “Per aiutare a finanziare questi ambiziosi piani di spesa, il partito ha rivelato l’intenzione di rivedere il cosiddetto freno al debito della Germania, che impedisce ai governi di ricorrere eccessivamente all’indebitamento, nonché di aumentare le tasse sulla ricchezza e sui redditi alti – fa notare Wieladek -. Si è anche impegnato ad aumentare il salario minimo a 12 euro all’ora (il 26% in più rispetto ai livelli attuali) entro i suoi primi 100 giorni di mandato. Tuttavia, la capacità dei Verdi di portare avanti il loro ambizioso programma dipenderà dal partner di coalizione, che sia la Cdu o l’Spd”.
Rendimenti più alti per i Bund nel 2022
Naturalmente i cambiamenti avranno effetti sull’economia e sui prezzi degli asset tedeschi. Il nuovo esecutivo probabilmente ammorbidirà le regole sul debito. Per l’economista di T. Rowe Price, la via meno accidentata è quella di finanziare un veicolo speciale per gli investimenti verdi con il debito pubblico. Per renderlo esente dal freno del debito, i proventi dovranno essere amministrati da gestori indipendenti e non dal governo. Il freno del debito potrebbe anche essere sospeso per diversi anni, citando i rischi di un ‘disastro naturale’, come permesso dalla legge. Un’ultima opzione sarebbe di escludere permanentemente gli investimenti verdi dal freno del debito, ma ciò richiederebbe il voto favorevole di due terzi del Parlamento.
“Sulla base degli attuali sondaggi, la necessità di una coalizione con un partito di centro-destra implicherebbe che la prima via sarebbe la più probabile. In generale, mi aspetto un aumento della spesa finanziata dal debito compreso tra 0,5% e 1,5% all’anno rispetto al Pil”, spiega Wieladek, aggiungendo che l’Spd e i Verdi hanno fatto promesse importanti su redistribuzione e sicurezza sociale e una possibilità potrebbero essere un salario minimo più alto e una redistribuzione diretta.
“Gli effetti economici aggregati di queste politiche saranno notevoli. Fin dall’inizio degli anni 2000, la Germania ha risparmiato molto di più di ciò che ha investito. Questi risparmi in eccesso rispetto agli investimenti hanno non solo ridotto i rendimenti dei Bund, ma anche degli altri asset considerati sicuri a livello globale”, avverte, sottolineando che queste politiche potrebbero innescare un marcato sell-off dei rendimenti dei Bund nel 2022.
“Prevediamo che l’impatto sui mercati azionari sarà contrastato. I profitti delle aziende specializzate in attività ad alta intensità di carbonio probabilmente scenderanno perché queste attività saranno soggette a tasse sul carbonio più alte – conclude l’economista di T. Rowe Price -. D’altra parte, le società che aiutano a facilitare la transizione verde o che svolgono attività a minore intensità di carbonio beneficeranno significativamente di questi importanti cambiamenti previsti nella politica governativa, e questo potrebbe riflettersi nei loro prezzi azionari”.
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