Rendimenti attesi a doppia cifra nel prossimo semestre a fronte di un inizio di 2022 fra i peggiori di sempre. “L’altra faccia dell’opportunità di ingresso è il rischio recessione. Necessaria profondità di analisi e selezione disciplinata”, afferma il gestore del fondo T. Rowe Price European High Yield Bond Fund
Mike Della Vedova, portfolio manager di T. Rowe Price
“I primi sei mesi del 2022 hanno rappresentato per il mercato obbligazionario high yield uno dei momenti più difficili della storia, paragonabili solo a quanto accaduto in concomitanza della bolla tecnologica dell’inizio del nuovo millennio e della crisi finanziaria globale del 2008-2009. Gli spread si sono allargati fino a 600 punti base, creando grandi opportunità”.
Mike Della Vedova, portfolio manager di T. Rowe Price specializzato nel comparto obbligazionario ad alto rendimento, spiega la straordinarietà del momento dell’asset class. “Le nostre analisi mostrano rendimenti attesi a doppia cifra nei prossimi sei mesi”, afferma, sottolineando allo stesso tempo che questo rappresenta solo un lato della medaglia. “L’altra è il rischio”, spiega, “perché i pericoli di recessione sono reali a fronte dell’andamento dell’inflazione e della frenata della crescita economica”.
Alla luce di questa situazione come devono approcciarsi gli investitori all’asset class?
Devono certamente tenere conto di alcuni fattori strutturali e contemporaneamente valutare il miglior modo per sfruttare un’occasione che non ha molti precedenti. Un primo dato da sottolineare è che oggi la situazione del credito è molto migliore rispetto a quella in cui l’asset class ha affrontato altri momenti di crisi economica.
Ciò non toglie il carattere sfidante del contesto di investimento da cui discende la prima caratteristica necessaria per affrontare questo mercato oggi: la selettività. Il nostro attuale posizionamento punta, in sintesi, alla selezione di titoli di alta qualità, a mantenere un rischio duration contenuto, così come a mantenere una bassa esposizione al settore delle commodity, che invece è altamente rappresentato negli indici.
È decisivo in questo momento mettere in campo una grande capacità di entrare nel dettaglio che per noi significa, come caratteristico del nostro stile di gestione, contare sulla profondità di analisi dei 26 professionisti che impieghiamo in maniera continuativa sul comparto. Oggi più che mai siamo convinti che siano le persone la risorsa fondamentale per avere successo nella gestione degli investimenti.
Quali sono gli esiti di questo lavoro? Dove si trovano oggi le migliori opportunità?
Certamente nel mercato europeo, su cui ci stiamo concentrando sia con i nostri fondi globali T. Rowe Price Global High Income Bond Fund e T. Rowe Price Global High Yield Bond Fund, e a cui è specificamente dedicato il T. Rowe Price European High Yield Bond Fund.
In quest’ultimo si nota una significativa esposizione al Regno Unito, vicina al +20% rispetto al benchmark. Una posizione ad alta convinzione.
In UK dall’inizio della pandemia si è assistito ad una grande quantità di emissioni, denominate sia in sterline che in euro. In questo momento la sterlina sta attraversando una fase di forte deprezzamento che a nostro avviso continuerà e il nostro orientamento principale è per le emissioni in euro. Siamo concentrati sui settori non ciclici dell’economia britannica con esposizione a società attive, ad esempio, nel campo delle comunicazioni e del turismo. A prescindere dalle valutazioni complessive su aree geografiche e settori, il nostro approccio si fonda sulla comprensione profonda del business degli emittenti che avviene attraverso il contatto diretto con il management delle società. Questo lavoro sui fondamentali, che comprende lo studio di tutti gli aspetti tecnici relativi alla specifica emissione, costituisce l’80% del nostro lavoro a cui si aggiunge un 20% rappresentato dall’applicazione di un layer top-down fatto di prospettive macroeconomiche più complessive.
Possiamo fare un esempio concreto per i nostri lettori?
Certamente. In portafoglio abbiamo obbligazioni di una nota società britannica che organizza tour di alto livello principalmente all’interno del Paese. Dopo avere svolto con esito positivo l’analisi del business e delle tecnicalità dell’emissione, ciò che resta da fare è la valutazione degli impatti sulla compagnia dei vari scenari economici che possono realizzarsi con maggiore probabilità secondo i dati disponibili.
Considerando ad esempio alla perdita di potere d’acquisto della sterlina rispetto alle altre valute, questa azienda potrebbe contare su maggiori ricavi data la minore propensione a spostarsi all’estero di un turista britannico che in proporzione affronterebbe costi superiori. Siamo di fronte ad un caso tipico in cui una potenziale debolezza derivante dal contesto macroeconomico si trasforma in un fattore di supporto allo sviluppo di una società.
Una chiara esposizione di che cosa significhi avere una filosofia di gestione attiva. Qual è in questo momento il sentiment degli investitori sia per quanto riguarda l’asset class in generale, sia sulla modalità migliore per costruirsi un’esposizione?
A livello generale gli investitori sono comprensibilmente cauti in questo momento. Un elemento su cui è necessario costruire consapevolezza dopo molti anni di mercati generalmente generosi è che costruire un posizionamento vincente non è né semplice, né indipendente dall’orizzonte temporale. Guardando all’high yield globale oggi, ad esempio, sono chiarissimi i rischi di volatilità nel breve periodo, ma le prospettive indicate dai dati in un orizzonte che vada oltre i 6-12 mesi sono molto interessanti. Ovviamente, a patto di essere selettivi.
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