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Consob: record di donne nei cda ma poche nei ruoli apicali. Nel venture capital Ue solo il 15% dei soci è donna e ha meno potere d’investimento. Alle startup al femminile appena l’1,8% delle risorse
Qualche progresso, ma l’obiettivo resta lontano. La strada per la parità di genere nel mondo della finanza è ancora tutta in salita. Gli ultimi, deludenti, risultati arrivano da due diverse indagini, una targata Consob e l’altra European Women in VC, stando alle quali sia Piazza Affari sia il venture capital europeo si confermano essere roba per uomini.
Piazza Affari: più donne nei board ma poche al comando
Stando al rapporto annuale dell’authority italiana sulla corporate governance, nelle aziende italiane qualcosa si sta muovendo anche se solo nelle seconde linee. Nel 2021 la presenza di donne nei cda delle aziende italiane ha infatti raggiunto un record, ma sono ancora troppo poche le manager in ruoli apicali. Nel dettaglio, alla fine dello scorso anno, il 41% degli incarichi di amministrazione nelle quotate era esercitato da una donna, dato che appunto rappresenta il massimo storico osservato sul mercato italiano, mentre nei board restava limitato il numero delle amministratrici delegate (appena 16 società, rappresentative di poco più del 2% del valore totale di mercato) o delle presidentesse dell’organo amministrativo (30 emittenti, 20,7% della capitalizzazione complessiva).
Un record amaro, insomma, che come sottolinea la Consob è stato raggiunto anche per effetto dell’applicazione delle normative sulle quote di genere. All’interno dei consigli d’amministrazione, per le donne prevale il ruolo di consigliere indipendente (tre casi su quattro). Nel 30% dei casi le donne sono titolari di più di un incarico di amministrazione (interlockers), circostanza che si verifica con maggior frequenza rispetto agli uomini. Il dato tuttavia mostra una flessione rispetto all’anno precedente e al massimo raggiunto nel 2019 (34,9% di donne interlockers) a seguito di una crescita significativa nel periodo 2013-2018.
Venture capital europeo, non è un settore per donne
Più deludenti i risultati dell’indagine sul settore del venture capital europeo dove, a fronte di una crescita esponenziale degli investimenti (oltre 100 miliardi di euro investiti in startup nella regione), in termini di diversità di genere non si registrano progressi. Confrontando i dati del 2021 con quelli dell’anno precedente, infatti, non emerge alcun cambiamento nella percentuale di finanziamenti raccolti da team di startupper unicamente maschili, unicamente femminili o di genere misto.
European Women in VC ha commissionato a IDC una ricerca con l’obiettivo di analizzare il gap di finanziamento al femminile sia per quanto riguarda le finanziatrici sia per quanto riguarda le startupper. Si tratta del primo vero rapporto paneuropeo (esteso a Ue 27 e Regno Unito) a fornire una panoramica, basata sui dati, della diversità di genere nel settore europeo dei capitali di rischio.
Dal punto di vista dei finanziamenti, il divario di genere è onnipresente. La ricerca e il sondaggio che l’ha accompagnata, effettuati su oltre 400 società di venture capital che gestiscono almeno 25 milioni di euro in fondi gestiti, indica che in media l’85% dei soci accomandatari è costituito da uomini, il 15% da donne. Analizzando l’effettivo potere d’investimento si evince che, tra i soci accomandatari, le donne hanno minore potere d’investimento sul totale degli aum, con un 9% paragonato al 91% gestito da uomini, da cui si evince che le donne tendono a gestire fondi di dimensioni minori.
“Il grande quantitativo di fondi investiti in alcune parti d’Europa nel campo delle biotecnologie e life science è un primo segno di progresso nel portare maggiori capitali nelle mani delle investitrici e nella creazione di team di investimento che tengano conto della diversità di genere – sottolinea Kinga Stanislawska, co-fondatrice di European Women in VC -. Tuttavia, se questo segmento di investimento non rientrasse nell’analisi, il quadro della gestione del settore venture capital europeo mostrerebbe un risultato significativamente inferiore per quanto riguarda la presenza femminile tra i soci accomandatari”.
Il rapporto mostra inoltre che, dal punto di vista degli startupper, il deficit nei finanziamenti accordati a donne rimane in gran parte immutato rispetto agli anni precedenti, sebbene il capitale distribuito a startupper con team misti sia leggermente aumentato. Nel 2021, le startup guidate da donne hanno raccolto solo l’1,8% degli investimenti in Europa.
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