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Per Silvano Viotti, head of Fund Groups Southern Europe & EEC della società, il Soggetto Incaricato dei Pagamenti resta centrale per il mercato italiano. Ma non può più limitarsi alla gestione di ordini e pagamenti. Dai mandati di gestione in delega agli asset alternativi e alle fund platform, la sua ricetta per cambiare passo
Il Soggetto Incaricato dei Pagamenti (SIP) resta un nodo cruciale nell’ampia rete di player in cui si articola la filiera del risparmio gestito tricolore. Specie considerando che, come emerso dall’Osservatorio Sottoscrittori di Assogestioni, il controvalore delle quote di fondi esteri in Italia è cresciuto anche nel 2023 e ha raggiunto i 247 miliardi di euro dai 240 dell’anno precedente. Con i distributori che hanno esigenze sempre più ampie ma anche una clientela ancora troppo poco avvezza alla diversificazione, perfino un modello di business consolidato come questo sembra però destinato ad affrontare profondi cambiamenti. E Allfunds, tra i leader di settore, è intenzionato a rispondere due fronti: prodotti alternativi e una nuova piattaforma di distribuzione. FocusRisparmio ha raggiunto Silvano Viotti, head of Fund Groups Southern Europe & EEC della società, per approfondire i piani di sviluppo del gruppo alla luce dei trend di mercato.
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Silvano Viotti, head of Fund Groups Southern Europe & EEC della società
Come interpreta il dato?
Attribuiamo l’incremento dell’incidenza dei fondi esteri, che rappresentano il grosso del nostro intermediato, principalmente a tre fenomeni. Molti asset manager esteri hanno anzitutto lanciato una serie di target maturity fund, in diversi casi con esiti molto positivi. A ciò si aggiunge una forte spinta di prodotti, nell’ambito di tutte le asset class, che prevedono una commissione anticipata pagata dal gestore e poi un tunnel di uscita: si tratta di soluzioni poco diffuse sino a non molto tempo fa ma il cui successo ha sdoganato nell’offerta degli operatori, determinando una crescita sull’intermediato di prodotti stranieri. Da ultimo abbiamo osservato un’accelerazione sui piani di accumulo, soprattutto in alcuni casi dove sono stati semplificati e uniformati.
L’anno scorso era iniziato con un rallentamento nella registrazione dei fondi esteri. Come sta andando il 2024?
La registrazione non è il solo indicatore utile a determinare il tasso di penetrazione dei fondi esteri in un Paese. Tanto è vero che l’Italia, pur a fronte di un trend peggiorativo sotto questo profilo, vede comunque un’alta rappresentanza di questi prodotti in termini di masse. Volendo però analizzare le cause alla base del rallentamento di un anno fa, l’attenzione non può che rivolgersi alle fuoriuscite subite dal risparmio gestito in conseguenza della concorrenza dell’amministrato: una dinamica che non abbiamo riscontrato da gennaio ad oggi. Se infatti guardiamo i flussi, per quello che emerge dal nostro portale, il 2024 appare un anno positivo. Registriamo inoltre un forte interesse per il mercato tricolore anche da parte di gestori esteri già presenti sulla piattaforma globale.
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In un momento in cui la diversificazione è fondamentale, quanto i fondi esteri potranno conquistare il mercato retail ? Peserà in negativo il fatto di avere una maggior componente azionaria?
Non c’è dubbio che la diversificazione sia fondamentale. Questa dipende però sia dall’approccio più o meno conservativo dell’intermediario, sia dalla cultura finanziaria e dalla propensione al rischio dell’investitore. La possibile avversione per l’investimento in fondi azionari può essere mitigata da un’adeguata consulenza finanziaria, purché non ci si limiti a considerare solo gli elementi che emergono dalle risposte ai questionari Mifid. Per quanto riguarda il possibile svantaggio derivante dal peso della componente equity, non v’è dubbio che in Italia sia dominante la cultura del reddito fisso e quindi un certa tendenza a proporre soluzioni fixed income per la clientela poco sofisticata. Tuttavia, società di gestione e distributori hanno a disposizione uno strumento utile per favorire l’investimento in fondi azionari da parte di questa categoria: i piani di accumulo.
Quali trend vede su un orizzonte di medio-lungo periodo?
Confrontandoci con le case di gestione, l’idea che emerge è quella di rispondere sempre più ai bisogni dei distributori: questo significa che ci sarà un forte potenziamento della vendita di prodotti con mandati di gestione in delega, fenomeno già noto ma che si sta ulteriormente consolidando. Vediamo anche una crescita nella differenziazione del tipo di servizi associati agli investimenti in fondi e l’affermarsi degli alternativi anche per il retail. Negli ultimi due anni, c’è stato infatti un grande interesse lato wealth al quale gli asset manager attivi nel nostro Paese hanno risposto portando strategie molto interessanti sulle diverse asset class dei mercati privati con un focus particolare sul private debt ed il private equity. Stiamo inoltre assistendo a una forte spinta da parte del legislatore europeo, tramite le modifiche al regolamento Eltif, con l’obiettivo di democratizzare la categoria.
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Come evolverà il modello di servizio SIP alla luce di tutte queste sfide?
Sia le società di gestione sia i distributori hanno bisogno di un ecosistema di soluzioni volte a semplificare il reporting, così come lo scambio di dati e di flussi informativi, non solo di un soggetto che si occupi di processare ordini e pagamenti. Ed è qui che Allfunds punta a intervenire con soluzioni di blockchain, intelligenza artificiale, automazione robotica dei processi, digitalizzazione. Un altro tema da considerare è la centralità delle piattaforme: in tal senso, puntiamo a diventare un one-stop-shop in grado di offrire il più ampio ventaglio di servizi wealth-tech. Abbiamo costruito e continuiamo a sviluppare un ecosistema digitale che copre l’intera catena del valore dei fondi, con soluzioni che vanno a comporre un ventaglio estremamente ampio: negoziazione ed execution, dati e relativi strumenti di analisi, RegTech, screening ESG, portafoglio modello, SaaS e APIs.
Come vi state muovendo per intercettare questi trend?
Investiamo in innovazione e tecnologia al fine di consolidare il nostro ruolo di facilitatore nell’interazione tra asset manager e distributori, offrendo loro servizi sofisticati. Allfunds mette a disposizione della propria clientela una vasta gamma di servizi atti a facilitare il collocamento dei fondi. Grazie alla nostra consolidata esperienza di distributore globale di fondi tradizionali (UCITS ma anche fondi domestici extra UE), abbiamo dapprima costruito un secondo pilastro dedicato ai prodotti alternativi e intendiamo lanciare una piattaforma per la distribuzione di prodotti ETP che rappresenterà il terzo pilastro del nostro core business nel 2025.
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