Portafogli, la sfida è tenere a bada la volatilità (e approfittarne)
Anche le fasi di forte oscillazione possono essere l’occasione per riposizionare il proprio portafoglio, mantenendo ben saldo l'obiettivo principale dell'investimento. Ecco come
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Nonostante l’incertezza e la volatilità portate dalla pandemia per Banca Generali, e più in generale per le reti, il 2020 è stato uno degli anni migliori di sempre. Lo afferma Marco Bernardi, vicedirettore generale reti commerciali, canali alternativi e di supporto nel gruppo controllato al 50,1% da Generali. “L’emergenza ci ha spinto ad avvicinarci ancora di più ai nostri clienti, a rafforzare i servizi per la protezione dei patrimoni e per la diversificazione del risparmio, oltre che a sviluppare ulteriori strumenti tecnologici per proseguire nell’operatività e nella consulenza”, sostiene in merito Bernardi, secondo cui “questi trend saranno ineluttabili nella crescita futura del settore e nella domanda dalla clientela”.
Certamente la richiesta di protezione, con soluzioni assicurative ha continuato ad essere importante, così come la diversificazione attraverso gestioni tematiche. Tra le novità più rilevanti cui abbiamo assistito, e aggiungo con piacere, segnalo quella dei fondi Esg che hanno mostrato forza e resilienza anche nei momenti di maggiore tensione. Nel nostro caso poi il modello personalizzato d’offerta, con una piattaforma che coglie le sensibilità personali sugli obiettivi Sdgs (Sustainable Development Goals) dell’Onu collegandoli alla profilazione di portafoglio, ha rappresentato un vero e proprio punto di forza. Nel 2020 le nostre masse gestite in fondi Esg hanno superato i 4,5 miliardi, il 13% del totale, centrando con un anno e mezzo d’anticipo il target che ci eravamo dati nel piano triennale che termina a fine 2021. Un trend interessante è stato anche quello dei piani di accumulo e, in generale, degli investimenti progressivi che consente di attenuare i rischi dal timing sul mercato. In ascesa infine le gestioni “alternative”, specie nel private, sostenute dalla ricerca di maggiore tutela e decorrelazione dalla volatilità dei mercati. E, anche in questo senso, gli strumenti che avvicinano il risparmio all’economia reale nell’immobiliare o nei crediti alle pmi, hanno il duplice vantaggio sia sul fronte del rapporto rischio-rendimento, sia nel sostegno al sistema Paese.
Mi aspetto una continua crescita di queste asset class, anche alla luce delle novità fiscali per i Pir alternativi. Nella sfera degli alternativi c’è maggiore libertà d’azione, direzionale e strategica, e la scoperta di ambiti meno liquidi ma certamente col vantaggio di prospettive interessanti in determinati casi. Banca Generali da 3 anni ha una sicav “alternative” dedicata e nel 2020 ha lanciato strumenti come il Fia e l’Eltif per arricchire l’offerta decorrelata dai mercati tradizionali e supportare anche il sistema.
L’ingresso in Conio per Banca Generali è da ritenersi interessante sotto diversi profili. Innanzitutto si tratta di investimento finanziario legato alle prospettive di crescita dell’azienda e, magari, alla sua quotazione. Poi industriale, per la volontà di aumentare le sinergie nella tecnologia delle monete digitali e infine commerciale che ci garantisce un partner d’eccellenza per poter offrire i servizi di “wallet” ai nostri clienti che volessero autonomamente affacciarsi al mondo dei bitcoin. Come Banca Generali siamo sempre di più un hub private con servizi e piattaforme a disposizione dei nostri banker e dei clienti.
Riteniamo che fare consulenza significhi sapere accompagnare il cliente nei suoi bisogni e obiettivi. L’evoluzione della professione passa proprio da queste crescenti competenze e capacità di dialogare con i diversi strumenti che sono sempre più richiesti dai clienti. In Banca Generali abbiamo costruito un ecosistema digitale per un’esperienza che è tra le più apprezzate nel settore.
Siamo infatti la terza banca private del Paese, il 65% delle nostre masse è riconducibile a clienti private e i nostri consulenti hanno il portafoglio medio pro-capite più alto del settore. Cinque anni fa non eravamo neanche nella top ten e, da allora, le nostre masse private sono aumentate di quattro volte. Si tratta del riconoscimento di un insieme di servizi, qualità della rete e forza di un brand che ha ormai una connotazione molto precisa sul mercato. Vogliamo essere una banca con dei professionisti che aiutano le famiglie grazie a un’offerta personalizzabile.
Come ha ribadito il nostro AD Gian Maria Mossa, siamo sempre attenti a valutare le migliori opportunità al giusto prezzo. I modelli di business delle grandi reti sono differenti e non facilmente assimilabili. Noi cresciamo di oltre cinque miliardi all’anno di raccolta da soli. Direi che abbiamo nelle nostre corde gli ingredienti per continuare a crescere attirando i migliori talenti.
Le ricerche e i risultati dimostrano che il temuto impatto della Mifid2 non ha stravolto gli equilibri delle principali realtà.
Assolutamente no. Abbiamo annunciato al mercato di aver messo a riserva il capitale destinato al pagamento dei dividendi del 2019. Non appena sarà possibile e si libererà la finestra per proseguire abbiamo comunicato che verrà corrisposto l’ammontare accumulato. Il nostro ambito resta particolarmente colpito dalle disposizioni Bce perché siamo fortemente patrimonializzati e non esposti a rischio credito.
Guardiamo con grande fiducia alla ripartenza del 2021. Noi continueremo nella nostra strategia di crescita. Con inserimenti mirati di professionisti che vogliono abbracciare la nostra realtà per crescere di competenze e portafogli. Ci aspettiamo un altro anno molto positivo per la raccolta in linea agli obiettivi del piano triennale. Abbiamo tutte le frecce al nostro arco per giocare un altro anno da protagonisti nella consulenza e nel private.
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