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Secondo EY, il settore investirà in questa tecnologia 90 milioni nel 2025 e 140 nel 2026. Trasformando il rapporto con il cliente e i processi interni
Entro la fine del 2024, il settore assicurativo italiano avrà investito in intelligenza artificiale generativa oltre 50 milioni di euro. Una cifra destinata a toccare quota 90 milioni nel 2025 e 140 milioni nel 2026. L’effetto sarà la completa trasformazione soprattutto del rapporto con il cliente, a cominciare dalla fase distributiva. A dirlo sono quasi sei compagnie su dieci (il 59%), secondo quanto emerge dalla ricerca “Distribution (Re) Generation: L’impatto dell’AI Generativa sulla distribuzione e gli investimenti attesi” condotta da EY per conto di Italian Insurtech Association. Non solo. Per il 44% degli intervistati, un impatto ancora maggiore si registrerà nel supporto ai clienti, nell’interazione e personalizzazione.
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L’impatto su documentazione e processi interni
L’indagine, condotta tra l’aprile e l’agosto scorsi, ha sondato 25 player assicurativi tra cui compagnie con una copertura del market share sulla raccolta premi superiore al 40%, insurtech e broker preminenti nel mercato italiano. Stando ai risultati, l’effetto più evidente dell’apporto della Gen AI appare già nella capacità di questa tecnologia di riformulare la documentazione assicurativa in un linguaggio più semplice, così da aiutare a superare le difficoltà di comprensione dei contratti. Un miglioramento considerato estremamente rilevante dal 28% degli intervistati.
Conseguenze positive sono attese anche nei processi interni, con una compagnia su quattro che si aspetta una vera rivoluzione e un ulteriore 54% che parla di impatto significativo. I principali ambiti riguardano l’ottimizzazione delle attività di compliance e risk, il supporto all’IT durante l’intero ciclo di vita di sviluppo del codice, la possibilità di monitorare (tramite per esempio dashboard interattive) i flussi di cassa e i dati dell’area finance e, non da ultimo, il rendere più efficienti i processi relativi alle risorse umane.
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I costi dello sviluppo dell’AI Generativa
Per quanto riguarda i costi associati allo sviluppo di applicazioni basate sull’AI Generativa, si può distinguere tra quelli una tantum e quelli ricorrenti. Nel primo caso, le voci più impattanti sono legate allo sviluppo e all’integrazione della tecnologia, ma anche alla formazione del personale. Il 42% si aspetta di spendere oltre centomila euro solo per le attività legate sviluppo e implementazione, mentre il 54% parla di una cifra compresa tra i dieci e centomila. Per quanto riguarda i costi ricorrenti, la consulenza esterna e l’assunzione di personale specializzato sono le voci alle quali ci si attende di destinare un budget maggiore (rispettivamente il 25% e il 30% prevede una spesa annuale superiore ai centomila euro).
Partenza lenta
Nonostante le speranze riposte nella rivoluzione AI, la ricerca sottolinea però come al momento non ci siano casi concreti di utilizzo. Una lentezza che può essere essere imputata ad una certa resistenza culturale e tecnologica della rete agenziale, all’incertezza normativa e anche alle difficoltà nel raggiungere un livello di efficacia sufficientemente maturo per l’utilizzo a regime. A fronte di costi ricorrenti e di avvio piuttosto ingenti, infatti, i benefici appaiono chiari ma difficilmente misurabili o raggiungibili nel breve termine. Al momento, il 71% del campione adotta modelli di AI Generativa proprietari presenti già sul mercato quali GPT, Gemini o LaMDA, scelti per questioni di affidabilità e prestazioni. Il 25% preferisce sviluppare in casa soluzioni proprie basate su modelli Open Source, mentre il 21% si affida a soluzioni già pronte all’uso, integrate in applicazioni esistenti.
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“La nostra ricerca evidenzia che l’adozione dell’AI Generativa è ancora agli albori, ma ha il potenziale per rivoluzionare il modo in cui i giovani si approcciano e svolgono il mestiere di agente assicurativo, rendendolo più accessibile e in linea con le loro competenze digitali”, sottolinea Marco Concordati, partner insurance di EY. Per Simone Ranucci Brandimarte, presidente di IIA, “il settore ha sempre pagato il dazio di essere visto come macchinoso e superfluo e questo ha comportato una resistenza da parte del consumatore finale”. Per questo, l’AI Generativa rappresenta “un passo fondamentale verso un’ottimizzazione dei tempi di lavoro e una maggiore trasparenza per i clienti”.
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