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Steve Klar, presidente di Wellington Management, parla a FocusRisparmio del futuro dell’asset manager leader del comparto con una quota a livello globale superiore al 20%. “La cultura aziendale è il nostro vantaggio competitivo più importante”, afferma
La sub-advisory rappresenta chiaramente uno dei più forti trend del risparmio gestito. Wellington Management, asset manager globale con masse oltre i 1.100 miliardi di dollari, ha una leadership molto forte nel segmento, con una quota di mercato superiore al 20%. Steve Klar, managing partner e presidente della società, ha incontrato FocusRisparmio nella sede della società guidata in Italia da Erich Stock, country head e business developer per il Sud Europa, per una conversazione sul futuro dell’asset management e della gestione attiva.
Steve Klar, presidente di Wellington Management
Quali sono i driver fondamentali che determinano la crescente importanza di questa forma di partnership e come vede la sua evoluzione nel prossimo futuro?
Il nostro primo contratto di sub-advisory risale al 1979 con Vanguard e oggi oltre la metà dei nostri asset poggia su questa forma di relazione il cui senso è accompagnare i clienti, oggi più di cento, verso il raggiungimento dei propri obiettivi finanziari.
Pensiamo che questo modello sia vincente oggi e lo sarà ancora di più in futuro perché si basa sull’unione di due elementi sempre più importanti, ovvero specializzazione e scala. Ciò che offriamo ad asset manager e distributori è il nostro focus totale e specifico nel consegnare ritorni finanziari coprendo ogni asset class, lasciando così spazio ai nostri partner per concentrarsi sulla relazione con i propri clienti e andare in profondità delle loro esigenze, dei loro obiettivi e dei giusti modi e tempi per raggiungerli.
Si tratta di due responsabilità sia di consulenza che il raggiungimento di rendimenti degli investimenti molto peculiari e insieme molto grandi. Tentare di assolverle entrambe può essere veramente problematico. Inoltre, l’uso del modello della sub-advisory permette di massimizzare le economie di scala nel momento in cui si sceglie un partner come Wellington in grado di fornire una forza dimensionale che influisce tanto sulla qualità della gestione quanto sul contenimento dei suoi costi.
Il nostro settore si sta progressivamente rendendo conto che il concetto di architettura aperta è sempre più centrale e significa possibilità di usufruire delle capabilities dei migliori fund manager al mondo, garantendo risultati finanziari migliori per i propri clienti
Quali sono le principali novità nel mondo della sub-advisory?
Per molti anni i prodotti richiesti dai nostri clienti sono stati a strategia singola mentre oggi sono sempre più richiesti strumenti che combinino un set di strategie di investimento. Questo permette di creare soluzioni in grado di evolversi nel tempo grazie all’aggiunta o al cambio di fund manager senza che sia il cliente a dover muovere il denaro da un fondo a un altro. Una soluzione di allocazione efficiente che avvantaggia il risparmiatore finale.
Lo sviluppo prodotti in ottica di partnership è un altro elemento di spinta della sub-advisory, insieme alla produzione di contenuti e di percorsi formativi che permettano ai nostri clienti di interagire in maniera puntuale ed efficacie con i propri clienti a loro volta.
Come i pilastri della value proposition di Wellington si relazionano con gli elementi caratterizzanti l’industria dell’asset management odierna?
Investiamo in tutte le asset class quali azionario, obbligazionario, multi-asset e alternativi, e siamo in grado di combinare queste capabilities in tutti i modi possibili a seconda degli obiettivi specifici dei nostri clienti. I nostri specialisti degli investimenti arrivano quasi a 1.000 professionisti divisi in 60 differenti team. Questo crea un ecosistema in cui la responsabilità fondamentale consistente nel lavoro per portare il migliore risultato al proprio cliente si avvantaggia del rapporto di scambio fra esperti. Nel mondo di oggi, dove i mercati e le asset class sono in continua evoluzione, solo la profondità della ricerca permette di trasformare la complessità in un’opportunità.
Anche la struttura societaria, privata e indipendente, ha un ruolo?
Questo sicuramente è un fattore importante da cui discende una cultura aziendale che consideriamo da sempre come uno dei nostri vantaggi competitivi più importanti. Client-firm-self è da decenni il mantra che guida l’attività aziendale e dei singoli. Questo impegno mette al primo posto le esigenze dei nostri clienti, seguito dall’azienda e dal singolo dipendente. Questo è un pilastro fondamentale che contribuisce a creare uno spirito di confronto e dialogo interno in cui visioni e approcci diversi possono coesistere.
Come società privata e indipendente siamo, inoltre, immuni dal rischio di guardare con eccessiva enfasi ai risultati di breve periodo. Ciò permette di mettere in campo investimenti di lungo periodo finalizzati a migliorare costantemente il servizio dato ai nostri clienti. Un esempio su tutti è lo sforzo fatto circa 20 anni fa per sviluppare le nostre capacità di gestione in ambito obbligazionario che ci ha portato oggi a gestire oltre 500 miliardi di dollari nell’asset class.
Quali sono le aree in cui state indirizzando i maggiori sforzi di innovazione oggi?
A livello strategico, l’argomento che occupa maggiormente le nostre riflessioni è quello sul futuro della gestione attiva, un ambito sempre più competitivo e che richiede capacità di eccellere. Per farlo è necessario saper combinare ogni tipologia di asset class e in tal senso hedge fund e mercati privati sono frontiere sempre più rilevanti. Così come è fondamentale investire in tecnologia per assicurarsi di sfruttare al meglio le potenzialità della rivoluzione digitale. Dalla generazione di idee di investimento, alla costruzione di portafoglio fino alla gestione del rischio la capacità di gestire e combinare in modo significante i dati sarà sempre di più un fattore di successo o insuccesso di tutti gli attori finanziari.
Infine, il cambiamento climatico e come questo impatta i portafogli è un tema su cui abbiamo concentrato fortissimi investimenti negli ultimi anni. L’integrazione della sostenibilità nei modelli finanziari è una delle priorità dei clienti e per questo abbiamo dato il via a diverse iniziative. Tra queste le partnership con il Massachussets Insistitute of Technology (MIT) e il Woodwell Climate Research Center. Un esempio di come la creazione e il miglioramento delle nostre capabilities si fondi sempre sulla ricerca.
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