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Chiavi interpretative per l’attuale contesto di investimento e strategie in focus spiegate dal country head Italy di Columbia Threadneedle Investments. “Si apre un anno interessante in cui i gestori attivi possono fare la differenza”, afferma
“Sono proprio queste fasi di mercato quelle in cui possiamo offrire il massimo del valore aggiunto ai clienti e in cui la centralità della presenza locale si sente in maniera più forte”. Dalla posizione di guida di uno degli asset manager statunitensi con storica presenza sul mercato italiano, Tommaso Tassi, da luglio 2022 country head per l’Italia di Columbia Threadneedle Investments, guarda ai dodici mesi appena conclusi e soprattutto ai prossimi con misurata fiducia ma anche con la consapevolezza di aver vissuto un periodo che, afferma, “certamente ci ha insegnato molto sul contesto di investimento che ci attende nei prossimi anni”.
Che cosa abbiamo imparato?
La prima lezione è quella relativa alla diversificazione. Il 2022 sancisce la fine dell’era del “free money”. I tassi di interesse sono cresciuti e in maniera coerente sono cresciuti i rendimenti attesi della componente obbligazionaria. Il 2023 sarà l’anno del deciso ritorno dei bond come componente nuovamente rilevante di un portafoglio diversificato. Un secondo tema chiave che ci portiamo dall’anno appena concluso è quello della cautela, applicata in particolare al contesto azionario. Guardando al medio periodo dovremo fare i conti certamente con una crescita ridotta, se non con una decrescita. L’approccio all’equity deve quindi essere graduale, ad esempio attraverso piani di accumulo, ma è fondamentale che si comprenda a fondo che restare fuori dai mercati non può essere mai la soluzione, tanto più in un contesto inflattivo come quello che stiamo vivendo. L’ultimo elemento cardine è quello che riguarda la dispersione dei rendimenti che si annuncia come una costante del panorama di investimento nel 2023 e oltre.

Tommaso Tassi, country head Italy di Columbia Threadneedle Investments
Dispersione significa tradizionalmente uno scenario favorevole alla gestione attiva. È così anche in questo caso?
Precisamente. Quello che osserviamo a livello globale è il venir meno di chiare direttrici di crescita, siano esse relative a geografie o settori. Diversificazione e cautela non possono quindi prescindere dal prediligere uno stile di gestione dove la capacità di selezione e la flessibilità del portfolio manager creano valore e contengono i rischi.
Esistono molti modi in cui la gestione attiva può esprimersi. Quali sono in sintesi i cardini della vostra azione in questo momento?
La parola più importante in questo momento è certamente “qualità”, dove per qualità si intende prima di tutto basso livello di indebitamento e la presenza di un management in grado di gestire scenari ad alto tasso di cambiamento.
Che cosa significa questo in termini di strategie in focus?
Ovviamente si combinano tutti gli elementi che abbiamo citato finora. Per quanto riguarda l’obbligazionario la nostra attenzione è rivolta, in particolare, alla parte corporate investment grade. Questo perché l’attuale scenario complesso poterà ad un aumento dei default ed è dunque preferibile rimanere nella fascia alta del merito creditizio. Allo stesso tempo il ritorno dei rendimenti e lo storno di prezzo, in particolare in alcune aree geografiche, hanno reso di nuovo pienamente investibile una asset class che vive un momento di grande evoluzione anche per quanto riguarda la sua componente sostenibile. In tal senso un comparto particolarmente interessante e in crescita è quello dei social bond che permette di unire rendimenti attesi in miglioramento e impatto positivo in termini Esg.
Sulla componente azionaria pensiamo che il mercato americano possa essere più premiante. In particolare, il segmento delle small e mid cap perché queste aziende sono mediamente meno indebitate e hanno strutturalmente una maggiore capacità di reagire al cambiamento riposizionandosi. Non spariranno, infine, i temi che hanno interessato gli investitori negli ultimi anni. Tutto ciò che è innovazione tecnologica non può e non deve essere considerato una moda. Si tratta, sia da un punto di vista economico che di investimento, di un cardine dello sviluppo da tenere costantemente in considerazione. Pensiamo, ad esempio, alla centralità che riveste nella rivoluzione sostenibile in una fase in cui l’accelerazione su tutto ciò che riguarda la transizione energetica ha un’importanza vitale.
Con riferimento al termine sostenibilità è possibile parlare di transizione anche per quanto riguarda il risparmio gestito. L’interesse dei clienti, testimoniato dai flussi, è ormai consolidato, ma lato offerta come si costruisce un’identità distintiva?
Con riferimento al recente passato un termine che possiamo richiamare nuovamente è ‘cautela’. Non di certo sull’impegno in ambito Esg, ma specificamente per quello che riguarda la classificazione dei prodotti secondo quanto richiesto dalla direttiva Sfdr. La nostra posizione, alla luce di un’esperienza ormai vicina ai 40 anni (nel 1984 veniva lanciato da BMO GAM, oggi acquisita da Columbia Threadneedle, il primo fondo etico in Europa, ndr), ha privilegiato un atteggiamento prudenziale nei confronti di obblighi normativi crescenti e ancora in fase di definizione. Questo per una rigorosa valutazione degli impatti sui portafogli e per trasparenza e chiarezza nei confronti dei clienti.
Più complessivamente che cosa caratterizza l’approccio Esg di Columbia Threadneedle?
Tutto poggia su tre pilastri fondamentali: l’integrazione dei criteri Esg nell’analisi e costruzione di portafoglio, il coinvolgimento attivo nelle più importanti iniziative internazionali, come ad esempio i PRI delle Nazioni Unite, la Net Zero Asset Managers Initiative e soprattutto una pratica costante dell’active ownership che si traduce in attività di engagement con le società investite dai numeri e risultati considerevoli. Nel 2021 sono state portate avanti 1.800 azioni nei confronti di circa 1.000 società in 50 Paesi. I numeri definitivi del 2022 non sono ancora disponibili ma possiamo già anticipare che saranno superiori.
In che cosa consiste in concreto questo tipo di attività?
Su questo punto è importante sottolineare che non si tratta di un semplice dialogo a fini informativi. Il rapporto con le società inizia con la definizione di specifici obiettivi a nostro parere rilevanti per migliorare il profilo Esg che vengono monitorati e aggiustati nel tempo. Questo perché nella nostra visione la sostenibilità è un percorso continuo nel quale è fondamentale il nostro impegno costante al fianco delle società in cui investiamo.
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