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L’intervista al co-fondatore e amministratore delegato Giovanni Daprà. Dal primo confronto dell’azienda nativa digitale con inflazione e tassi in rialzo, alle innovazioni di gamma prodotto: con quale strategia Moneyfarm entra nel 2024
Il binomio è presto delineato: mondo digitale e investimenti a medio-lungo termine. Entrambe le variabili declinate con la lente della consulenza finanziaria indipendente. Ecco Moneyfarm, in sintesi, società fondata nel 2011 da Giovanni Daprà e Paolo Galvani, che ad oggi gestisce il patrimonio di oltre 130.000 risparmiatori. Negli ultimi mesi l’azienda ha inoltre lanciato sul mercato diversi prodotti e servizi trovandosi a fronteggiare un panorama completamente inedito nella sua storia. Il 2022 e il 2023 hanno rappresentato, infatti, una prima volta per Moneyfarm, dopo una vita interamente vissuta nell’epoca dei tassi a zero e bassa inflazione. L’amministratore delegato, Giovanni Daprà, non teme la sfida: “Il nostro obiettivo è continuare imperterriti a crescere, non abbiamo altre agende se non questa”.
Giovanni Daprà, co-fondatore e amministratore delegato di Moneyfarm
Come sta andando la prova dei mercati? Come è cambiato il business e quali evoluzioni sono arrivate insieme al mutamento di contesto macroeconomico?
Per noi è stata sicuramente una sfida rassicurare i nuovi clienti, ossia coloro che hanno iniziato a investire con noi nel corso del 2020-2021 e poco dopo hanno vissuto un momento particolarmente complesso sui mercati, segnato momentaneamente anche da performance negative. Tuttavia, il nostro modello ibrido di servizio, che predilige il rapporto umano con il consulente finanziario, è servito a mantenere i clienti fedeli ai loro piani di investimento creando una certa consapevolezza sui benefici di medio-lungo termine dell’investimento con Moneyfarm.
Dobbiamo tenere presente due elementi: il primo è che comunque le nostre gestioni di portafoglio hanno performato molto bene. Rispetto al nostro benchmark di peers, ossia al confronto con i competitor che facciamo su base dati Morningstar (e che si trova anche sul nostro sito), l’83% delle linee sono top quartile da inizio anno e a 5 anni siamo intorno al 70%. Il secondo elemento è che metà del 2022 e gran parte del 2023 l’abbiamo spesa nell’ampliamento dell’offerta di prodotto aggiungendo l’amministrato (Conto Titoli, ad esempio, che abbiamo lanciato a ottobre 2023) e l’assicurativo, sia ramo I che multiramo.
Questo ci assicura maggiore ampiezza della gamma prodotto e possibilità di soddisfare le esigenze finanziarie della nostra clientela. Da sottolineare che, nonostante il periodo complesso, siamo in procinto di chiudere il 2023 con raccolta positiva sul gestito e numero di clienti in crescita.
Facciamo un focus sulle novità degli ultimi mesi: Liquidità+, l’assicurativo, Conto Titoli. Come cambia il set di prodotti e la relazione di Moneyfarm con il cliente? In quale direzione state andando?
Storicamente Moneyfarm ha sempre lavorato solo sul gestito. Il nostro obiettivo, oggi, è ampliare le modalità di interazione dei clienti, aumentando non solo l’advice, più importante in UK che in Italia, ma anche l’amministrato, quindi execution only mantenendo lo stesso approccio da wealth manager. Ci poniamo come advisor, unico punto di riferimento per il cliente, lasciando più opportunità aperte, a seconda che voglia avere solo gestito, o aggiungere una componente di amministrato o assicurativo.
Un percorso di ampliamento che parte in realtà nel 2022. Lo scorso anno abbiamo lanciato i nostri portafogli tematici in un’ottica di core satellite. A settembre 2023 abbiamo lanciato Liquidità+, un portafoglio obbligazionario di fondi money market con costo a 30 basis point, dando di fatto accesso ai nostri clienti a institutional share class. Più o meno contemporaneamente è arrivato Conto Titoli, una piattaforma di amministrato costruita su tre linee guida. Insighted: strumenti decisionali per aiutare il cliente a compiere le scelte giuste per il proprio profilo. Olistica: possibilità di vedere l’asset allocation complessiva di tutto il patrimonio investito, a prescindere dal regime (amministrato o gestito). Long term: l’interfaccia di esecuzione privilegia una visione di lungo periodo ed è più o meno prezzata la metà di quanto si trova sulle piattaforme di trading tradizionali.
Da ultimo abbiamo lanciato l’assicurativo, Moneyfarm Sicura, in partnership con CNP Vita: una polizza ramo I e una multiramo, con una gestione sottostante in ETF.
Chiarissima la volontà di estendere il rapporto con il cliente a una visione patrimoniale più complessiva e di lungo periodo. Quali ambiti di questa relazione hanno le maggiori potenzialità di sviluppo?
Sicuramente un grande potenziale di innovazione sta nell’ampliamento della piattaforma di consulenza avanzata per aumentare il livello di personalizzazione per i clienti. L’obiettivo è continuare innovare la nostra offerta in ambito amministrato, perché in futuro la linea gestito/amministrato sotto consulenza potrebbe essere ridisegnata, magari con modelli di AI.
Una traiettoria evolutiva che guarda al lungo periodo e inevitabilmente ad una nuova clientela sempre più digitalizzata. Considerando il contesto italiano, i player tradizionali stanno sottostimando il passaggio generazionale e le sue implicazioni?
Credo che il passaggio generazionale rappresenti una grandissima opportunità per tutto il settore. Penso anche che in parte la stessa industria stia sottostimando la portata del passaggio generazionale, non solo da un punto di vista di prodotto, ma anche di relazione e di interazione con il nuovo cliente. Sarà sicuramente un processo abbastanza lento, ma nei prossimi 10/15 anni le cose cambieranno. Il rischio che intravedo è che, continuando a scalare di generazione in generazione, la ricchezza non venga immessa nel sistema quando realmente serve. Per questo è importante iniziare a distribuire presto, dato che le nuove generazioni hanno bisogno di capitale.
Il secondo semestre 2023 è stato carico di novità. Cosa porterà il 2024? Cosa vi aspettate lato mercati e a che cosa state lavorando lato business?
Mi aspetto che i tassi scendano nella seconda metà dell’anno, forse in maniera più moderata rispetto alle attese del mercato. Noi siamo posizionati più su una prospettiva di rallentamento della crescita, anche per quanto riguarda gli Usa. Il problema del 2024 sarà anzitutto l’incertezza politica, perché per metà del PIL del pianeta il 2024 sarà un anno di elezioni. Inoltre, ci potrebbero essere incidenti ad esempio sul fronte inflazione. La nostra strada come Moneyfarm ci porta verso la messa a terra di nuovi prodotti per diventare un total wealth partner del cliente. Il nostro obiettivo è continuare imperterriti a crescere, non abbiamo altre agende se non questa.
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