Il fondo è focalizzato su quattro sottosettori: auto connesse, guida autonoma e assistita, sharing e veicoli elettrici; e punta su titoli a elevata crescita, con forti posizioni competitive e votate alla continua innovazione
George Saffaye, global investment strategist del Bny Mellon Mobility Innovation Fund
Sostenibilità e innovazione stanno cambiando radicalmente volto al mondo della mobilità che va delineandosi come uno dei settori a più alto potenziale di crescita e sviluppo nei prossimi anni. Un trend da cavalcare e che verrà trainato in particolare da quattro ambiti, ovvero auto connesse, guida autonoma e assistita, sharing e veicoli elettrici, come racconta a FocusRisparmioGeorge Saffaye, global investment strategist del Bny Mellon Mobility Innovation Fund. Quest’ultimo è un fondo azionario tematico globale che investe nelle società più innovative nei mercati dell’auto, dei trasporti e di tutte le forme di mobilità. Il fondo vanta masse in gestione per 870 milioni di dollari a fine agosto, con performance del +40,89% nel confronto a un anno e del +41,20% a tre anni.
Quali sono le strategie adottate dal fondo che hanno permesso di generare valore finora?
Investiamo nelle società che dimostrano di avere il potenziale per trasformare i mercati dell’auto, dei trasporti e di tutte le forme di mobilità. Ci focalizziamo in particolare su quattro sottosettori: auto connesse, guida autonoma e assistita, sharing e veicoli elettrici. Ognuno di questi quattro segmenti chiave della mobility innovation ci permette di investire con un’enorme flessibilità a livello di sotto-tema, determinando un portafoglio diversificato tra un gran numero di settori ad alto potenziale di crescita. Poiché la mobilità è così inestricabilmente connessa alla nostra società, i cambiamenti dirompenti promuovono l’innovazione in un’ampia gamma di industrie, con fondamentali e normative che variano grandemente tra i vari paesi. Questo si traduce in un set di opportunità che continua a crescere e a cambiare dinamicamente, per generare alpha nel prossimo decennio e oltre.
Qual è il vostro approccio a livello geografico?
Il nostro è un fondo globale, perseguiamo le migliori innovazioni della mobilità ovunque si manifestino. Attualmente siamo posizionati con un 63% del portafoglio in Nord America, il 20% in Asia Pacifico e il 17% in Europa. La natura stessa del tema determina l’esposizione ad alcune industrie e settori, tuttavia le posizioni di portafoglio sono in ultima analisi guidate dall’analisi bottom-up dei dati fondamentali.
Quali sono i criteri di scelta dei titoli?
Focalizziamo la nostra analisi sulla capacità delle aziende di fornire modelli di business, prodotti e Ip differenziati. Guardiamo allo scenario della competizione, ai management team delle società, al mercato totale cui possono accedere. Il focus è sulle società a crescita più alta, con forti posizioni competitive e votate alla continua innovazione. Non c’è un approccio per tutte le stagioni: siamo e restiamo dinamici.
A quali rischi è esposto il settore in questa fase?
Nel breve termine i rischi sono collegati ai temi geopolitici globali, alla pandemia e alla carenza di chip. Inoltre, la fornitura di semiconduttori sta diventando più complessa per l’industria auto e i settori relativi. La filiera ha diversi punti di pressione che includono l’accesso alla capacità manufatturiera, i colli di bottiglia nel testing di back-end e nell’assemblaggio dovuti alla carenza di lavoratori in alcuni mercati emergenti e i problemi logistici in alcuni porti con alti volumi di traffico. Questa combinazione, associata alla forte domanda dal lato dei consumi, potrebbe far sì che la carenza di semiconduttori si protragga fino al 2022.
Quali altri aspetti considerate nelle scelte di portafoglio?
Consideriamo sempre lo scenario in costante evoluzione, che può alterare le traiettorie di crescita delle aziende molto rapidamente. Riteniamo che la gestione attiva sia ideale in questo contesto, caratterizzato da una innovazione dirompente, normative in evoluzione, forze geopolitiche e ambientali e cambiamenti imprevedibili nei gusti dei consumatori. Vediamo ampie opportunità al di là del mero settore automobilistico e delle infrastrutture per includere nuove forme di alimentazione motori, al di là dell’elettrificazione, e nuove forme di mobilità che fanno leva sulla trasformazione digitale.
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